Pasqua senza sangue, stop alla mattanza degli agnelli

Pasqua senza sangue, stop alla mattanza degli agnelli

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Pasqua senza sangue perché nessuna mamma merita il dolore di vedere suo figlio portato via per sempre, perché quel terrore che si fa sangue e muscoli e adrenalina e rende la sua carne tossica, quando mangi il suo cadavere mangi quelle tossine che si trasformano in tumori, cancri, malattie. Perché tu sei qualcosa di più elevato e spirituale e non puoi volare con il suo cadavere sulla coscienza! I cuccioli di 30 giorni piangono tutto il tempo, fino all’ultimo respiro che emettono negli atroci luoghi di sangue e sofferenza che sono i mattatoi

Pasqua senza sangue grazie ai consumi in calo, ma la mattanza continua, usando come scusante la cosiddetta tradizione. E così ogni anno, puntuale, arriva una fine terribile per migliaia di agnellini che vengono macellati in occasione della festività. Soprattutto nel periodo pasquale, per sopperire all’aumento di domanda, molti agnelli arrivano dall’Europa dell’Est, dopo un allucinante viaggio dell’orrore. Nella lunga attesa davanti al macello, sono perfettamente consapevoli di ciò che li attende. Le grida strazianti dei loro compagni e l’odore nauseante del sangue, li accompagnano nel viaggio verso la tavola imbandita del giorno di Pasqua!

Pasqua senza sangue perché gli agnelli sono bambini

Perché nessuna mamma merita il dolore di vedere suo figlio portato via per sempre.

Perché nessun cucciolo merita di sentirsi solo e spaesato mentre cerca la mamma, nessun cucciolo merita di sentire l’odore del sangue e sapere di essere il prossimo, nessun cucciolo merita di piangere disp3rato per ore.

Per quel boccone di carne, ti rendi complice di qualcosa di terribile, fai battere quel piccolo cuore di una paura inimmaginabile, un cucciolo che dovrebbe solo pensare a giocare, e quel terrore sarà l’ultima cosa che proverà nella sua breve, tenera vita che reciderai troppo presto… perché? Davvero non possiamo farne a meno?

Pasqua senza sangue per la tua salute

Perché quel terrore che si fa sangue e muscoli e adrenalina e rende la sua carne tossica, quando mangi il suo cadavere mangi quelle tossine che si trasformano in tumori, cancri, malattie. Fallo per lui, fallo per te! Che sia una Pasqua serena, dunque, non abbiamo bisogno di sangue, ce n’è già troppo nel mondo. Il cambiamento che vuoi comincia da te!

Pasqua senza sangue e senza crudeltà. Puoi

La Pasqua è un momento di festa per noi, perché non può esserlo anche per loro? Fermare l’uccisione di questi cuccioli terrorizzati e strappati alle proprie madri è possibile. Non si tratta di un’utopia, dipende solo da noi. Effettivamente in numeri sono in calo, molto incoraggianti, ma non basta. Si tratta di una pratica ingiustificata e brutale considerata, ormai da molti, decisamente anacronistica. Il cambio di prospettiva nell’opinione pubblica è avvenuto sia per merito delle associazioni animaliste che da tempo si occupano di documentare questa crudeltà, sia per la sensibilità e l’empatia, sempre maggiori, che i consumatori hanno sviluppato nei confronti di questo animale, ucciso ancora cucciolo per una triste tradizione.

Pasqua senza sangue, fallo per il pianeta e per i tuoi figli

Fa sorridere la battaglia di chi si dice pronto a ridurre l’inquinamento e poi si nutre di cadaveri da allevamenti intensivi che sono la causa primaria di tale inquinamento. L’area destinata al cibo per allevamenti è il 33% di tutta la terra arabile del pianeta. Di queste, l’80% è dovuto ad attività zootecniche, ossia dagli allevamenti intensivi.

“Tutto quello che mangiamo – spiegano ad Animal Equality – ha un impatto ambientale. Ma le diete a base di carne e altri prodotti animali sono una delle principali fonti di gas serra.

È stato calcolato che se solo la popolazione degli Stati Uniti decidesse di rinunciare a carne e derivati per un solo giorno alla settimana, in un anno, risparmieremmo alla nostra atmosfera l’inquinamento prodotto da 7.6 milioni di automobili.

Benché nel dibattito sui gas serra il monossido di carbonio catalizzi sempre tutta l’attenzione, esso rappresenta solo il 9% delle emissioni del settore agricolo. Il metano (CH4), è un gas serra 25 volte più pericoloso, occupa una fetta che va dal 35% a 45% mentre l’ossido nitroso (N2O), 300 volte più pericoloso, oscilla ogni anno fra il 45% ed il 55%.

I ruminanti (bovini ed ovini) producono metano come effetto secondario dei propri processi digestivi e lo rilasciano in atmosfera proprio con questi processi digestivi o con le esalazioni derivanti dal loro letame in decomposizione. Se considerate che solo gli animali allevati negli Stati Uniti producono 500 milioni di tonnellate di letame ogni anno, ossia 3 volte la quantità di rifiuti prodotti dalla popolazione statunitense nello stesso arco di tempo, inizierete a farvi un’idea di cosa significhi per l’ambiente il nostro insaziabile appetito per la carne.

Facciamo presente che stiamo parlando di un unico gas nocivo e solamente del suo effetto in atmosfera. Ma il letame che si decompone, parlando di quantità così grosse, va a contaminare anche la nostra falda acquifera. E poi esistono anche altre sostanze, come ad esempio il protossido di azoto.

Pasqua senza sangue il monito dell’Enpa

Mentre festeggiamo sentiamo scorrere nella tragedia le ultime ore di vita per migliaia di agnelli destinati a finire nel piatto di molti italiani in occasione delle festività pasquali. Alcuni di loro hanno fatto migliaia di chilometri, spesso in condizioni inaccettabili e contro ogni regolamentazione, solo per raggiungere i macelli. Lo scorso anno sono stati uccisi quasi 2 milioni e 200 mila agnelli, e solo tra Natale e Pasqua quasi un milione.

E’ una mattanza di cuccioli che fa sanguinare il cuore – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – in una ricorrenza che dovrebbe significare rinascita si pone invece fine alla vita, in modo crudele e atroce, a giovanissimi animali, strappati subito alle loro mamme, per finire sui nostri piatti e onorare la cosiddetta tradizione. Cuccioli che probabilmente hanno affrontato ore infinite di viaggio, spesso in condizioni inaccettabili, solo per raggiungere il macello più vicino. Piangono tutto il tempo, fino all’ultimo respiro che emettono negli atroci luoghi di sangue e sofferenza che sono i mattatoi. Cosa possiamo fare per fermare tutto questo? La legge lo consente e quindi l’unica vera rivoluzione può partire solo da noi, attraverso l’unica scelta possibile: smettere di comprare e mangiare agnelli”.

Essere Animali

“Gli agnelli – ricorda l’organizzazione “Essere Animali” – vengono strappati alla madre quando hanno un solo mese di vita e sono uccisi per la loro carne, perché mangiarla è ancora considerata una tradizione. La loro sofferenza è indubbia, ma le nostre scelte invece possono essere messe in discussione.

Animal Equality

A partire dal 2013 Animal Equality Italia ha rilasciato 8 inchieste sul trasporto di animali vivi e nella maggior parte dei casi questi trasporti riguardavano proprio giovani agnelli destinati ai pranzi e alle cene pasquali e natalizie.

Dal 2018 collabora con organizzazioni internazionali come Animal Welfare Foundation (AWF) e nazionali come l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) per svelare la verità sul crudele trasporto di questi animali.

I viaggi della morte

“Viaggiare – leggiamo sul sito Animal Equality – è uno dei momenti più atroci nella vita di un animale, ma il trasporto non è l’unico oggetto delle nostre indagini, perché anche negli allevamenti e nei macelli investigati in questi anni abbiamo scoperto verità scioccanti sul trattamento degli agnelli.

Uccisi senza stordimento, l’inferno è qui

Non solo gli animali vengono maltrattati senza tenere conto della loro fragilità di cuccioli, il peggio è che molto spesso nei macelli le pratiche di stordimento non vengono messe correttamente in pratica.

Le conseguenze, per gli agnelli macellati senza stordimento, sono atroci.

Al momento dello sgozzamento sono ancora svegli e pienamente coscienti di ciò che sta accadendo. L’assenza di stordimento amplifica il loro dolore e ne prolunga l’agonia.

Nel mondo che desideriamo per noi e per gli animali, un mondo più giusto e compassionevole, non c’è posto per questa sofferenza.

Milioni di animali in Italia continuano a morire nell’indifferenza generale, aiutaci a smascherare l’industria della carne

Le favole degli allevatori buoni

Non solo, ci vengono raccontate molte bugie sulla pastorizia: fin dalla nostra prima inchiesta “La breve vita degli agnelli” abbiamo svelato come l’immagine idilliaca della pastorizia e dell’industria ovina sia del tutto falsa.

La narrazione secondo cui gli animali vengono trattati con cura e rispetto non è altro che il frutto di una manipolazione per indurre i consumatori a pensare che la produzione di carne di agnello e ovini sia diversa dalle altre industrie.

Ma la verità è che anche gli ovini subiscono maltrattamenti continui, dalla fase di allevamento fino ai viaggi infernali che li conducono al macello.

Per fortuna c’è chi non accetta questa tradizione, questa abitudine alimentata dalle pubblicità, e che decide invece di esprimere i valori di una cultura compassionevole”

E allora buona Pasqua consapevole, affinchè nessuna creatura vivente sia più offesa, abusata, violentata, ammazzata e trasformata in cibo. Possiamo vivere nel Paradiso che meritiamo, non abbiamo bisogno di continuare ad alimentare l’inferno!

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E ancora

Mina Cappussi

Sono nata il 14 luglio, che è tutto dire! Docente a contratto per l’UNIVERSITA’ ROMA TRE, Facoltà di Lettere, dipartimento di Linguistica, Corso di “Metacomunicazione sul Web e New Media” Laureata con Lode in Scienze Politiche, Master in Management Sanitario Professionale di II livello Master in Diritto del Minore Roma Sapienza, Master in Didattica professione Docente, Perfezionamento in Mediazione Familiare e consulente di coppia Università Suor Orsola Benincasa Napoli, Diploma di Counselor, Master sull’Immigrazione e le Migrazioni Italiane Università Venezia, Master in studi su Emigrazione Forzata e dei Rifugiati - University of Oxford, Master Class in Giornalismo Musicale, Diploma DSA, Diploma Tecnologo per l'Archeologia Sperimentale. Scrittrice, saggista, giornalista, artista, iscritta all’Ordine dei Giornalisti, International Press Card Federation of Journalists, Direttore e Publisher dal 2008 del quotidiano internazionale UN MONDO D’ITALIANI