Good Luck Italia Interrogatorio alla frontiera 10^ puntata Conflitto Russia Ucraina

Good Luck Italia Interrogatorio alla frontiera 10^ puntata Conflitto Russia Ucraina

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Good Luck Italia Interrogatorio al controllo passaporti. L’attesa in uno stretto corridoio con qualche sedia, in attesa d’essere interrogati in ufficio uno alla volta. Me ne sono stato seduto davanti a loro, l’uno di fronte col mio passaporto tra le mani e l’altro in piedi, in nervoso camminare avanti ed indietro. Non posso dire se siano stati militari, poliziotti, agenti d’intelligence dei governi di Donetsk o di Mosca. 10^ e ultima puntata del viaggio reportage sulle Cronache silenziate del martoriato Dombass

Reportage esclusivo UMDI di Claudio Beccalossi

Good Luck Italia Interrogatorio da brivido alla fine del Viaggio-Reportage sul Conflitto Russia Ucraina in esclusiva UMDI di cui puoi leggere in fondo le precedenti puntate. “Good Luck Italia” è la frase di chiusura pronunciata al confine tra Repubblica Popolare di Donetsk e la Federazione Russa

Good Luck Italia Interrogatorio e le schegge di proiettili nelle ultime foto a Donetsk

Al mattino del 30 gennaio, prima di partire su un minivan diretto alla demarcazione con la Russia assieme ai colleghi giornalisti di Serbia e Bosnia Erzegovina, ho scattato ultime foto nei paraggi dell’Hotel “Central”, soprattutto al Palazzo del Consiglio Popolare (parlamento) della Repubblica Popolare di Donetsk, in piazza Lenin. Nessuno ha ancora provveduto a rimediare alle tacche impresse sulla sua facciata, procurate da schegge di proiettili d’artiglieria e razzi sparati a metà luglio 2022, sembra, dalle forze armate ucraine nel pieno centro della città. Sono rimaste lì, a testimonianza dell’efferatezza pianificata nei confronti di obiettivi esclusivamente civili, santificata dall’Occidente. Tra le colonne, in quell’attacco, era rimasta uccisa una donna.

Nella terra di nessuno, al confine con la Russia

Attorno a mezzogiorno e dopo il commiato dal reporter di “Verità” Vittorio Nicola Rangeloni, abbiamo lasciato la città sulle rive del fiume Kal’mius in direzione d’uno dei confini (Uspenka?) tra la Repubblica Popolare di Donetsk e la Russia. Scesi dall’automezzo, ci siamo incamminati con i nostri trolley nella “terra di nessuno”, verso la palazzina del posto di frontiera per il disbrigo delle formalità doganali.

Good Luck Italia interrogatorio uno alla volta

Al controllo dei passaporti, però, l’addetto, constatate le nostre nazioni d’appartenenza, ci ha intimato di metterci in disparte per ulteriori accertamenti.

Dopo un po’, infatti, da locali interni è uscito un militare (non so se della Repubblica Popolare o della Russia) che ci ha fatto accomodare in uno stretto corridoio con qualche sedia, in attesa d’essere interrogati in ufficio uno alla volta.

Repubblica Popolare di Donetsk non riconosciuta dal governo italiano

Se Darinka e Nataša, padroni della lingua russa, hanno potuto destreggiarsi bene nel dialogo e Mihailo, pur non parlando il russo, s’è comunque avvalso del “ponte veicolare” delle due sue colleghe ed amiche, io, non conoscendo il russo e nemmeno il serbo ed arrangiandomi con l’inglese, ho iniziato a preoccuparmi per imprevisti d’interpretazione che, nell’ipotesi peggiore, mi avrebbero bloccato lì, non so se di competenza territoriale della Repubblica Popolare di Donetsk (non riconosciuta dal governo italiano e, perciò, senza alcuna rappresentanza diplomatica che, in qualche modo, potesse intervenire in mio aiuto, se avvisata in merito) o della Russia.

Militari, poliziotti, agenti d’intelligence?

Comunque, dopo la bosniaca Darinka e la serba Nataša, è entrato nella stanza l’altro serbo Mihailo, supportato nel dialogo dalle prime. Poi, è stato il mio turno. Mi sono trovato davanti due funzionari in borghese che non si sono presentati e non posso dire, di conseguenza, se siano stati militari, poliziotti, agenti d’intelligence dei governi di Donetsk o di Mosca.

Good Luck Italia interrogatorio: il film rouge del terrore

L’intoppo, come precedentemente intuito, è stato in agguato per il fatto che nessuno dei due ha saputo esprimersi in un minimo inglese. Me ne sono stato seduto davanti a loro, l’uno di fronte col mio passaporto tra le mani e l’altro in piedi, in nervoso camminare avanti ed indietro nel locale.

Good Luck Italia interrogatorio russo – inglese – russo

Il primo s’è rivolto a me in russo e con qualche stiracchiata parola in inglese. Non riuscendo a farmi comprendere ho chiesto l’intervento di Darinka che, oltre a parlare la lingua madre ed il russo, s’è messa a disposizione col suo inglese. M’ha così girato in inglese le domande in russo del funzionario, io ho replicato in inglese e lei ha tradotto in russo per l’interlocutore.

Ha contatti con unità speciali o servizi segreti italiani?

Nonostante che i documenti (tessera dell’Ordine dei giornalisti italiano ed il pass stampa rilasciato dalla Repubblica Popolare di Donetsk) abbiano dimostrato la mia attività, il funzionario m’ha chiesto in quali posti sono stato, cosa penso della guerra e del regime ucraino, se ho contatti con unità speciali o servizi segreti italiani.

Biglietto Mosca-Istanbul-Milano Malpensa

Ho accennato ai miei referenti dei ministeri degli Affari esteri e della Difesa a Mosca (mittenti dell’invito personale al press tour nel Donbass) ed ho mostrato, ad ulteriore dimostrazione della mia buona fede, il biglietto aereo di ritorno (da Mosca ad Istanbul e da lì a Milano-Malpensa) inviatomi al cellulare.

Le sanzioni che pesano sull’Occidente

M’ha domandato come noi italiani (noi, non loro, i russi, sic) stiamo affrontando le conseguenze delle sanzioni applicate dall’Occidente nei confronti della Russia. Gli ho accennato alla crisi economica in atto, all’aumento di bollette del gas, dell’energia elettrica, della benzina, dei beni primari.

“Good luck Italia!”

Alzatosi in piedi, m’ha riconsegnato il passaporto con un laconico “good luck!”, forse per indulgenza nei confronti d’un italiano “suddito”, suo malgrado, d’un governo autolesionista, allineato ad interessi soprattutto anglosassoni estranei ad obiettivi e trattative verso la pace. Governo col paraocchi che “ha visto l’invasione russa dal 24 febbraio 2022” e non i massacri di filorussi e russofoni, non solo a Donetsk e Lugansk, dal 2014 ad opera dell’autoritarismo di Kyïv.

Hotel Vega Mosca

Usciti e (almeno io) tirato un sospiro di sollievo, siamo andati verso il minivan a lungoin nostra attesa. Dopo esserci sistemati nell’angusto spazio con i nostri bagagli, l’autista è partito verso la direttrice Voronez-Mosca, arrivando alla periferia della capitale alle ore 5:00 circa d’un gelido 31 gennaio. Il premuroso Andrei è venuto a prenderci con due taxi per ricondurci all’Hotel “Vega”, da noi lasciato il 22 gennaio.

Izmajlovskij Park coperto di neve

In attesa del giorno del volo di rientro in Italia ho rimesso a punto il materiale giornalistico raccolto e rifatto un paio di puntatine nell’Izmaylovskiy Bazar deserto, senza la sua brulicante attività. E mi sono addentrato nel vicino Izmajlovskij Park (Parco d’Izmajlovo) coperto di neve.

Good Luck Italia Interrogatorio. La guerra censurata e la falsificazione occidentale

Il 2 febbraio, infine, ho lasciato la Russia. Dall’aeroporto di Mosca-Vnukovo a quello di Istanbul-Havalimani e, da qui, a Milano-Malpensa. Con qualche crampo di malinconia per quanto visto e documentato, di censurata guerra, straziante e di belluina falsificazione occidentale. 

Nota del direttore

Siamo giunti alla 10^ e ultima puntata del reportage fatto da un testimone oculare di quella che è la situazione della guerra Russia Ucraina. Abbiamo assistito, durante la cosiddetta pandemia, alla uniformizzazione della informazione che, di fatto, è divenuta strumento in mano al potere che ha messo a punto una strategia di controllo che oggi sta venendo fuori, poco a poco, grazie al quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro e alle battaglie composte e rilassanti di Francesco Borgonovo, alle inchieste e le interviste di Fabio Duranti su Radio Radio, a Diego Fusaro, BioBlu a pochi altri media non allineati insieme a filosofi senza paraocchi come Giorgio Agamben Massimo CacciariGiusto dubitare, dunque, su quello che ci arriva su giornali e Tv come verità sacrosanta. E’ una versione. Ai nostri lettori piace fornire più versoni, più punti di vista, letture e interpretazioni divergenti e diversificate affinchè possano farsi un’idea propria e personale dei fatti. E’ questo il ruolo dell’Informazione. Un Mondo d’Italiani lo sa.

Quid est Veritas?

Quid est veritas? Ponzio Pilato durante l’interrogatorio a Gesù. «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte». Vangelo secondo Giovanni (18:38).

(10^ e ultima puntata)

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Claudio Beccalossi

Claudio Beccalossi, veronese, iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 1984, anno d'inizio della sua lunga collaborazione con il quotidiano "L'Arena". Ha scritto per una ventina di testate ed è autore di 16 pubblicazioni e cd (poesia, storia, reportage). Attualmente è direttore responsabile de "L'Altra Cronaca" e de "Il Giornale dei Veronesi" online.