Un anno di guerra in Ucraina, Lettera della dirigente scolastica IISS Bojano, Anna Paolella. “Il secolo breve” di Hobsbawm, che ha visto due guerre mondiali, “il disordine mondiale”. Possiamo solo immaginare le conseguenze mondiali che la guerra in Ucraina avrà negli anni futuri, sulla stabilità sociale. Sarebbe opportuno che i ragazzi seguissero i telegiornali e i dibattiti anche in orario scolastico, al fine conoscere i fatti e di analizzarli sotto la guida esperta dei docenti, per contenere eventuali paure e limitare il disorientamento. Invito i docenti a ritagliare uno spazio di riflessione sul concetto di libertà, di democrazia
Un anno di guerra in Ucraina anche se sembra di ieri la notizia dell’invasione inattesa da parte della Russia, con tutte le implicazioni politiche che arrivano da un passato sul quale abbiamo avuto sicuramente uno sguardo miope. Ci è sembrato interessante, invece, la lettera aperta, indirizzata ai docenti, agli studenti, al personale ATA, alle famiglie, che la Dirigente scolastica dell’IISS Lombardo Radice di Bojano, Anna Paolella, ha voluto scrivere in occasione del triste, assurdo e anacronistico anniversario. Proprio nella notte fra il 23 e il 24 febbraio di un anno fa, infatti, era il 2022, il mondo occidentale faceva l’ennesima esperienza di guerra dopo i due conflitti mondiali.
Un anno di guerra, disordine mondiale
“Cari tutti – comincia la missiva della dirigente scolastica di Bojano – dopo due anni di pandemia, estenuanti e distruttivi sotto ogni punto di vista, da un anno ormai stiamo vivendo anche l’esperienza di un conflitto armato che, anche se lontano dalla nostra quotidianità, sta minando la serenità del mondo intero e ci espone al rischio di scenari terribili. Il secolo scorso, quello definito “il secolo breve” dallo storico Hobsbawm, ha visto lo svolgimento di due guerre mondiali la cui crudeltà ancora oggi ha riverberi importanti sugli equilibri internazionali e sulle dinamiche socioculturali. Il ‘900 ha visto anche la nascita di tanti focolai di guerra ancora in atto che stanno determinando un grande disorientamento politico e sociale e “un disordine mondiale di natura poco chiara e senza che ci sia un meccanismo ovvio per porvi fine o per tenerlo sotto controllo” (Hobsbawm, Il secolo breve)”.
La disperazione di adulti e bambini, i rifugiati nelle scuole italiane
“Oggi – prosegue Anna Paolella – possiamo solo immaginare la portata e le conseguenze mondiali che la guerra in Ucraina avrà negli anni futuri, sulla stabilità sociale, nazionale e internazionale. Apparentemente la distanza dalle zone di combattimento ci fa percepire la guerra come un avvenimento lontano, che non incide in modo deciso e pesante sulla nostra vita e sui nostri comportamenti, eppure l’eco delle deflagrazioni e la disperazione di migliaia di persone e di bambini da un anno ci giungono in modo chiaro attraverso le immagini della rete e dei telegiornali.Molti di loro hanno trovato temporaneo rifugio nelle nostre comunità e nelle nostre scuole,alla ricerca di una momentanea sospensione della paura e di un luogo in cui l’esistenza abbia ancora un senso.
Un anno di guerra, omicidio antropologico
“Eppure, in questo momento, – leggiamo nella lettera aperta – una parte del genere umano ancora vive nel terrore di morire sotto le bombe, di perdere tutto e di non avere più un futuro di pace e di libertà. Si tratta anche di un omicidio antropologico che non trova alcuna giustificazione in un’epoca, quale quellacontemporanea, attraversata dal progresso umano in ogni settore, da quello scientifico a quelloeconomico e culturale.Sicuramente non abbiamo strumenti per poter fermare quanto sta accadendo, ma credo sia,ora più che mai, importante riflettere sul ruolo fondamentale che la scuola riveste nelriconoscimento, nell’affermazione e nella ricostruzione dei valori della vita e del rispetto dell’altro,inteso sia in senso individuale sia collettivo”.
Arginare la deriva sociale, politica, morale
“Mi permetto di condividere con voi tutti le mie riflessioni – scrive con afflato la dirigente Anna Paolella – perché credo che la scuola sia il luogo, fisico e intellettuale, capace di promuovere un nuovo umanesimo e di arginare la deriva sociale, politica e morale che oggi appare caratterizzare il destino del mondo. La scuola è la casa di tutti, l’unico ambiente capace di creare una nuova autocoscienza, di progettare un nuovo metodo di risoluzione delle problematiche attraverso un approccio interdisciplinare che trova nella conoscenza lo strumento di ripristino dell’armonia tra uomo e uomo”.
Gli studenti seguano il Tg in orario scolastico, con i docenti
“Invito i docenti a ritagliare uno spazio di riflessione nell’ambito delle loro attività curriculari – il carattere innovativo della lettera della preside – per riflettere sui temi e sui concetti di autodeterminazione individuale, comunitaria e sociale, sul concetto di libertà, di democrazia, sull’evoluzione storica delle dinamiche socioculturali e delle relazioni tra i popoli. Stiamo vivendo la Storia in diretta, la stessa che le nuove generazioni studieranno sui testi scolastici di domani, per cui sarebbe opportuno che i ragazzi seguissero i telegiornali e i dibattiti anche in orario scolastico, al fine conoscere i fatti e di analizzarli sotto la guida esperta dei docenti. La condivisione e la riflessione guidata in ambito scolastico possono contenere eventuali paure e limitare il disorientamento ulteriore che i ragazzi vivono in questo momento già caratterizzato da un forte disagio emotivo“.
L’etica nelle menti
“Nel ringraziare tutta la comunità scolastica – chiude la Paolella – per l’attenzione e la cura che costantemente manifesta, chiudo questa riflessione con il pensiero di Edgar Morin, grande sociologo contemporaneo, “L’etica deve formarsi nelle menti a partire dalla coscienza che l’umano è allo stesso tempo individuo, parte di una società, parte di una specie“ (Edgar Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro). Buon domani a tutti noi!”
Il Dirigente Scolastico, Anna Paolella
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