Miracolo San Gennaro accompagnato dal tradizionale sventolio di un fazzoletto bianco .L’avvenuta liquefazione del sangue del Patrono di Napoli rassicura i fedeli sulla fine di un periodo di grande dolore, di grandi conflitti sociali, politici, di potere, di schizofrenie governative e dittature palesi
Miracolo San Gennaro alle 9,27 del 19 settembre 2022. L‘arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha annunciato l’avvenuta liquefazione del sangue del Santo patrono ai fedeli che affollavano il Duomo. L’annuncio è stato accompagnato dal tradizionale sventolio di un fazzoletto bianco tra la Deputazione di San Gennaro e dall’applauso dei tanti fedeli presenti nel Duomo.
Miracolo San Gennaro un ristoro dopo la dittatura sanitaria
L’arcivescovo ha anticipato l’entusiasmo della folla, intercettando le speranze di quanti hanno dovuto confrontarsi con la gestione schizofrenica della cosidetta “pandemia” da covid, con la dittatura sanitaria, le imposizioni assurde, l’abiura della Costituzione e successivamente con una guerra assurda e infine con una crisi economica scatenata da innumerevoli errori del governo.
Nel segno del sangue
Le parole di don Mimmo Battaglia “Il segno del sangue, ancora una volta”, sono servite ad annunciare ai fedeli nel Duomo l’avvenuto prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. Il sangue è apparso liquido già nel momento in cui l’ampolla con il sangue del Santo patrono della città è stata estratta dalla cassaforte nella Cappella del Tesoro di San Gennaro.
Guerra, crisi energetica, pandemia
L’arcivescovo S.E. Mons. Mimmo Battaglia, nella sua omelia, pronunciata dall’altare del Duomo, in occasione delle celebrazioni di San Gennaro, Santo patrono della città, ha fatto riferimento ai grandi mali del momento e alla situazione socio-economica che siamo vivendo. “Non nascondiamoci la verità: sono tanti – ha rimarcato – in questo periodo storico i motivi per essere preoccupati, le ragioni per cui scoraggiarsi.
Dalla guerra alla crisi energetica, da una pandemia globale al male endemico della criminalità locale. Ma non dimentichiamo neanche che, dinanzi alle difficoltà della storia, spesso a pagare sono quasi sempre gli ultimi, i poveri, i più piccoli, anche di età! Questa nostra città metropolitana ha bisogno di un sangue vivo, di una nuova linfa d’amore, di una nuova speranza. E questo che oggi il Signore ci chiede e Gennaro ci domanda”,
Miracolo San Gennaro per i giovani
E l’arcivescovo ha voluto condividere con i fedeli un ritaglio della propria vita pastorale. “Ricordo – ha detto al microfono in Duomo – quando tanti anni fa nella mia terra vidi per la prima volta il film ‘Scugnizzi’. Ero diventato prete da un anno. In quel tempo già conoscevo Napoli, ma poco. E gli scugnizzi a cui pensavo erano quelli che, come prete, incontravo ogni giorno, giovani, adolescenti in difficoltà. Alcuni poi li avrei incontrati più avanti, caduti nel tunnel della droga.
Per non sporcarsi le mani
Non vi nascondo che in quest’ultimo anno e mezzo, passeggiando per le vie del centro storico o recandomi in visita nelle parrocchie, in carcere o nelle associazioni, tante volte mi è venuto in mente quel film. E, in particolare, incontrando tante persone, di ogni ceto e condizione sociale, spesso canticchiavo silenziosamente, nella mia testa, una canzone: “Gente, magnifica gente, vicina e distante, dalla nostra realtà, gente, magnifica gente di questa città; gente che vede e che sente, e fa finta di niente,per non sporcarsi”.
L’allusione dell’arcivescovo Battaglia all’indifferenza di questo nostro, difficile tempo, non ha bisogno di commenti.
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