La Gioconda di Leonardo, il capolavoro di da Vinci che incanta il mondo tra storia ed enigmi

La Gioconda di Leonardo, il capolavoro di da Vinci che incanta il mondo

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La Gioconda di Leonardo, gli occhi senza ciglia che ti seguono, lo sguardo magnetico, il ponte Romito di Laterina, o forse il ponte medievale di Bobbio, in provincia di Piacenza, e anche il ponte di Buriano in provincia di Arezzo

La Gioconda di Leonardo, conosciuta anche come Monna Lisa, è senza dubbio uno dei dipinti più famosi e iconici al mondo. Creato dal genio dell’artista italiano, Leonardo da Vinci, nel XVI secolo, il dipinto continua ad affascinare e intrigare gli spettatori da secoli. La sua bellezza enigmatica, il sorriso misterioso e la maestria artistica hanno fatto sì che la Gioconda diventasse un simbolo universale dell’arte e un’icona della cultura, della bellezza, del genio italico.

La Gioconda di Leonardo era Lisa Gherardini?

Leonardo da Vinci iniziò a lavorare alla Gioconda intorno al 1503, durante il periodo in cui era attivo alla corte di Firenze. La commissione del ritratto provenne con tutta probabilità da Lisa Gherardini, una donna fiorentina, moglie del ricco mercante Francesco del Giocondo. Tuttavia, il suo volto, immortalato nella tela, ha reso Lisa Gherardini immortale.

Secondo altre interpretazioni, potrebbe trattarsi di Caterina Sforza, Isabella d’Aragona o della madre dell’artista, Caterina Buti del Vacca.

Secondo gli studi della Glori, la Gioconda è Bianca Giovanna Sforza, moglie di Galeazzo Sanseverino e figlia primogenita di Ludovico il Moro. La nobildonna, che fu anche la favorita di Beatrice d’Este, morì giovanissima in circostanze misteriose, lasciando nel dolore Ludovico il Moro e Sanseverino.

Secondo gli studi di Carla Glori, la drammatica sorte di Bianca Giovanna Sforza contribuì ad alimentare l’enigma che da sempre avvolge la Gioconda.

Lo sfumato di Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci impiegò circa quattro anni per completare il dipinto, dedicando grande cura ai dettagli e utilizzando una tecnica pittorica innovativa, che sfumava i confini tra ombra e luce, dando vita a una tessitura delicata e realistica. Questo stile pittorico, noto come sfumato, contribuì a rendere la Gioconda un’opera d’arte senza precedenti per il suo tempo. Caratteristica che si mantiene oggi per l’originalità del dipinto.

Il mistero degli occhi che ti seguono

Uno degli elementi più noti del dipinto è il sorriso enigmatico di Monna Lisa. Questo sorriso appena accennato ha alimentato dibattiti e discussioni per secoli. L’ambiguità delle sue emozioni, la sua intensità e la sua natura fugace hanno catturato l’immaginazione di molti spettatori. Gli occhi di Monna Lisa sembrano seguirvi, indagando l’anima di chiunque la guardi.

La Gioconda di Leonardo, una donna senza ciglia

Altri misteri circondano la Gioconda, come la natura dell’ambientazione, che sembra essere un paesaggio fantastico piuttosto che un luogo reale. Inoltre, Leonardo ha incluso dettagli intriganti, come il suo sfondo nebuloso e l’assenza di sopracciglia e ciglia, che hanno alimentato speculazioni sulla sua identità e sulle intenzioni dell’artista. 5 secoli dopo essere stato dipinto, la Gioconda è ancora uno dei dipinti allo stesso tempo più celebri ed enigmatici al mondo.

Il ponte Romito di Laterina

E sullo sfondo della Monna Lisa, si intravede un ponte che ha dato adito a svariate interpretazioni. Secondo lo storico Silvano Vinceti, coordinatore di una ricerca i cui risultati sono stati resi noti di recente,  è il ponte di origine etrusco-romano Romito di Laterina anche conosciuto come ponte di Valle, in provincia di Arezzo, quello che Leonardo da Vinci dipinse nel paesaggio alle sue spalle.

Il ponte di Bobbio e quello di Buriano

Tra le tesi sostenute, quelle che hanno suscitato più clamore rinviano al ponte medievale di Bobbio, in provincia di Piacenza, e al ponte di Buriano in provincia di Arezzo. Ma il ponte di Bobbio ha più di sei arcate, e quello a Buriano ne ha sei. Inoltre tali ponti sono collocati su un terreno pianeggiante.

Leonardo in Val d’Arno: il drone

Attualmente del ponte rimane un solo arco, ma nel  periodo tra il 1501 e il 1503 il ponte era in funzione e frequentatissimo, come attesta un documento sullo stato dei manufatti nelle proprietà della famiglia dei Medici, ritrovato negli archivi di Stato di Firenze. E proprio in quel periodo Leonardo, secondo Vinceti, si trovava in Val d’Arno, prima al servizio di Cesare Borgia, detto il Valentino, e poi del gonfaloniere della Repubblica di Firenze, Pier Soderini. Grazie alle immagini riprese da un drone è stata evidenziata la presenza di due falesie nel lato sinistro e destro del ponte Romito e l’andamento sinuoso dell’Arno, così come raffigurati nel dipinto della Gioconda.      

Possibili interpretazioni:

Il ponte della Gioconda connessione tra natura e umanità

Ci sono diverse teorie e interpretazioni sul significato del ponte nella Gioconda. Una delle spiegazioni suggerisce che il ponte rappresenti il confine tra la natura e la cultura, tra il mondo dell’uomo e quello della natura selvaggia. Rappresenta una sorta di connessione tra l’ambiente naturale e l’umanità, simboleggiando l’armonia tra l’uomo e la natura stessa.

Il ponte della Gioconda come viaggio dell’anima

Alcuni studiosi sostengono che il ponte potrebbe essere una rappresentazione simbolica del viaggio dell’anima umana. Il ponte funge da collegamento tra il visibile e l’invisibile, tra il mondo terreno e il divino. Potrebbe simboleggiare il passaggio dalla vita terrena alla dimensione spirituale, indicando che il soggetto della Gioconda è in un limbo tra questi due stati.

Il ponte della Gioconda, simbolo della fragilità umana

Altri interpretano il ponte come un simbolo dell’instabilità e dell’incertezza. Potrebbe rappresentare la fragilità e la transitorietà della vita umana, poiché i ponti spesso collegano due luoghi separati e transitori. In questo senso, il ponte potrebbe suggerire che la bellezza e la serenità della Gioconda sono effimere, destinati a sfiorire come tutto il resto.

La Gioconda di Leonardo: impatto ed eredità

La Gioconda è diventata un simbolo dell’arte rinascimentale italiana e uno dei dipinti più studiati, riprodotti e parodiati al mondo. È stata oggetto di innumerevoli interpretazioni, sia nell’arte che nella cultura popolare, ed è stata esposta in diversi musei in tutto il mondo.

Fu rubata nel 1911

Il furto del dipinto nel 1911, quando fu rubato dal Louvre e successivamente recuperato, ha contribuito a rendere la Gioconda ancora più famosa e ad attirare l’attenzione internazionale sul suo fascino senza tempo.

La Gioconda, un’opera d’arte di straordinaria bellezza e complessità, testimone del genio di Leonardo e dell’italianità nel mondo.

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Franco Iadarola

Studente di Ingegneria, maturità scientifica e corso di Sassofono al Conservatorio Perosi di Campobasso. Redattore per il quotidiano Un Mondo d’Italiani, ho partecipato alla presentazione, alla Camera dei Deputati, del primo Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo. Nel 2013 sono stato selezionato per lo spettacolo Darwin l’Evoluzione con Stefano Benni Renato Greco, Alessandro Haber, Mario Martone, Ennio Morricone, e il premio Oscar Quaranta. Appassionato di cucina, ho un cane, Smigol.