Corte Strasburgo condanna Italia per atteggiamenti sessisti nei tribunali

Corte Strasburgo condanna Italia per atteggiamenti sessisti nei tribunali

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Corte Strasburgo condanna Italia in seguito alla segnalazione di una vittima di stupro imputata di indossare delle mutandine rosse che avrebbero giustificato lo stupro di gruppo subito.

Corte Strasburgo condanna Italia a 12000 euro di risarcimento per danni morali e 1600 euro per coprire le spese legali di una vittima di stupro.  La Corte dichiara “Non rispettata la dignità della ragazza stuprata, Il linguaggio e gli argomenti utilizzati dalla Corte d’Appello trasmettono pregiudizi sul ruolo delle donne che esistono nella società italiana e che possono costituire un ostacolo alla tutela effettiva dei diritti delle vittime di violenza di genere”

Corte Strasburgo condanna Italia: l’accaduto

I fatti risalgono a luglio 2008, quando una ragazza aveva denunciato uno stupro avvenuto 4 giorni prima nei pressi di Fortezza da Basso.  I sei dei sette che avevano abusato della ragazza, 22enne all’epoca, sono stati condannati in primo grado a quattro anni e sei mesi di reclusione per violenza sessuale di gruppo aggravata  “dalle condizioni di inferiorità fisiche e psichiche della vittima, che era sotto effetto di alcol”.

Cambio verdetto

Due anni dopo la Corte d’Appello di Firenze ribalta la sentenza assolvendo gli imputati poiché “il fatto non sussiste”.  La sentenza diventò definitiva data la rinuncia al ricorso in Cassazione da parte della procura generale di Firenze.

Le motivazioni dei giudici italiani sanzionate dalla Corte

In tribunale, la vittima è stata definita come “un soggetto femminile disinibito, creativo, in grado di gestire la propria (bi)sessualità e di avere rapporti occasionali di cui nel contempo non era convinta” con forte accento sugli slip rossi che la vittima avrebbe mostrato cavalcando un toro meccanico. In pratica il tribunale italiano si è preoccupato più delle mutande rosse che dello stupro di gruppo.

Corte Strasburgo condanna Italia

“Il linguaggio e gli argomenti utilizzati dalla Corte d’Appello trasmettono pregiudizi sul ruolo delle donne che esistono nella società italiana e che possono costituire un ostacolo alla tutela effettiva dei diritti delle vittime di violenza di genere”. Vale a dire che la Corte d’Appello di Firenze, oltre a non proteggere i diritti e gli interessi della vittima, ha avvallato la tesi sessista del “se l’è cercata”. Questo atteggiamento, secondo la Corte di Strasburgo viola l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, quello che tutela il diritto al rispetto della vita privata e dell’integrità personale.

Sentenza storica

La Corte europea ha condannato, pertanto, l’Italia al risarcimento di 12000 euro a favore della vittima di stupro per danni morali ed altri 1600 euro per la copertura delle spese da lei sostenute.   “Una sentenza che rende giustizia a tutte le donne – dice Titti Carrano, l’avvocato che ha difeso la giovane vittima – La vita e la dignità di questa donna sono state calpestate così come sono state calpestate la riservatezza e l’immagine”.

Corte Strasburgo condanna Italia: il quadro europeo

Il collegio giudicante non ha raggiunto l’unanimità: manca il voto del polacco Krzysztof Wojtyczek. Il no polacco mostra chiaramente l’arretratezza del paese alle tematiche. Non a caso, da diverso tempo la popolazione è in uno stato di agitazione perenne: la Polonia, infatti, colpo dopo colpo, annichilisce le vite delle donne polacche. Caldissimo il nodo aborto; dall’inizio della pandemia da Covid-19, il governo polacco cerca in tutti i modi di limitare l’accesso a questa pratica alle donne polacche, sia per vie legali – modificando le leggi esistenti – sia per sotterfugi poco costituzionali.

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