Assalto CGIL autorizzato corteo. Cade il castello accusatorio contro Fiore come aveva previsto Trisciuoglio

Assalto CGIL autorizzato corteo. Cade il castello accusatorio contro Fiore come previsto da Trisciuoglio

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Assalto CGIL autorizzato corteo e manifestazione. Il dato venuto fuori dalle audizioni dei funzionari della Digos e della Polizia di Stato che quel 9 ottobre 2021 si occuparono di gestire Piazza del Popolo e, soprattutto, lo spostamento dei manifestanti dalla piazza al sindacato. Nell’aula bunker di Rebibbia il 6 maggio 2023, finalmente la verità. E intanto BionTEch rivela che i vaccini autorizzati per l’emergenza potrebbero non ricevere mai l’autorizzazione definitiva. Alla faccia del bicarbonato! Ma scherziamo?

Assalto CGIL autorizzato.  Ci fu trattativa e ci fu autorizzazione del corteo verso la CGIL «con un tragitto dinamico» verso la sede del sindacato per incontrare il leader sindacale. Nell’aula bunker di Rebibbia è scontro in aula sull’autorizzazione a muoversi verso la sede sindacale. “Il dato giuridico incontrovertibile: c’è la verità negli atti processuali. La manifestazione ed il corteo erano autorizzati“. Le dichiarazioni di Nicola Trisciuoglio, avvocato simbolo, assieme a Taormina, del processo per i fatti del 9 ottobre, per i quali 25 persone sono state raggiunge da svariate misure cautelari. con il carcere che è stato disposto in particolare per i soggetti di destra ed estrema destra legati ai movimenti No Vax. Una manifestazione più che legittima contro le restrizioni imposte dal governo per sostenere la vaccinazione di massa con farmaci sperimentali che hanno mostrato notevoli carenze, non garantendo la protezione dall’infezione e soprattutto causando effetti collaterali imponenti e numero si eventi avversi.

Assalto CGIL autorizzato dalle forze dell’ordine corteo e manifestazione

Una manifestazione così partecipata con almeno 15mila persone, ci restituisce dunque il senso della protesta, sempre legittima, quando sono i cittadini a muoversi e ad andare in piazza. Probabilmente si sarebbe dovuta dare voce alla gente, anziché inasprire le restrizioni non supportate da dati scientifici effettivi. E si sarebbero così evitate conseguenze dovute all’inasprimento degli animi. D’altronde è il tempo delle “valutazioni” a valle, di un eventuale “revisionismo” storico. Intanto le dichiarazioni arrivate lo scorso 6 maggio, dall’aula bunker di Rebibbia gettano ombre su tutta la narrazione. Interessante, non solo ai fini processuali, è subito apparso il contenuto delle audizioni dei funzionari della Digos e della Polizia di Stato che quel 9 ottobre 2021 si occuparono di gestire Piazza del Popolo e, soprattutto, lo spostamento dei manifestanti dalla piazza al sindacato. “Con le loro testimonianze – commenta l’avvocato Nicola Trisciuoglio – crolla l’impianto accusatorio della Procura”.

La firma dei funzionari della Digos

“Ci fu trattativa e ci fu autorizzazione del corteo verso la CGIL – soggiunge il legale – E’ un dato documentale agli atti e che viene acquisito dal Tribunale. E’ un dato inconfutabile ed incontrovertibile nonostante i testi dell’accusa tentino disperatamente di negare l’autorizzazione che stranamente, però, tutti hanno asserito essere stata concessa, con la sottoscrizione di un atto di indagine. Emerge poi un dato politico dal racconto del più alto dirigente ascoltato: «In molti anni di iniziative dell’estrema destra, era la prima volta che vedevo una partecipazione così numerosa. I manifestanti avevano dato il preavviso per una manifestazione di circa 1000 persone, ma quel giorno se ne erano presentate almeno 12 mila». Ma è alla testimonianza di un altro funzionario che crolla l’impianto accusatorio.” 

I manifestanti erano stati autorizzati verso la sede sindacale

E’ il poliziotto della Digos che ha firmato, insieme ad altri cinque funzionari, due note di servizio sui fatti di quel giorno. Quanto sottoscritto non lascia adito a dubbi. La manifestazione risulta autorizzata così come il corteo verso la sede sindacale. I manifestanti avevano avuto il permesso di spostarsi «con un percorso dinamico» verso la sede della CGIL per incontrare il leader sindacale. E’ un particolare importante, sia dal punto di vista giuridico che, ancora una volta, da quello politico: la manifestazione era stata autorizzata a spostarsi verso la CGIL, in corteo, per cui, nei fatti, in questo processo, si discute intorno ad un reato impossibile, non esiste alcuna devastazione. Ma vi è di più,  tutto si svolse con il pieno consenso delle istituzioni. A poco serve che il funzionario tenti di spiegare che la manifestazione era autorizzata solo a uscire da Piazza del Popolo e non a spostarsi verso il sindacato, giungendo ad affermare: «La notazione che ho fatto è sbagliata».       

Hanno “sbagliato” in sei

E qui le contraddizioni si fanno pesanti. L’avvocato Trisciuoglio fa notare che la notazione che il funzionario ammette di “aver sbagliato” in realtà è stata avallata da altri cinque. “Avrebbero sbagliato – sottolinea – anche tutti gli altri firmatari di quella nota di indagine insieme al funzionario ascoltato oggi. Spiace dire che la Procura romana avrebbe dovuto comprendere ab origine che questo processo non era da celebrare per assoluta mancanza di indizi. Spiace constatare che ci sono molti innocenti ancora in carcere e agli arresti domiciliari. Non si dovrebbe ‘scherzare’ con la libertà.” 

E ha ragione l’avvocato Trisciuglio, tanto più che nel nostro sistema giudiziario vige la presunzione di innocenza, o di non colpevolezza, sancita dall’articolo 27 della Costituzione. La presunzione di non colpevolezza è il principio secondo cui un imputato è innocente fino a prova contraria. In particolare, l’art. 27, co. 2, della Costituzione afferma che «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva». Però ci sono persone in carcere da molti mesi e solo oggi, a cinque mesi dall’accaduto, spuntano fuori le dichiarazioni di poliziotti della Digos e funzionari di Polizia, secondo i quali il corteo era autorizzato e concordato addirittura con i manifestanti.

 
Assalto CGIL autorizzato e ulteriori misure cautelari

Solo il 30 ottobre 2021 altre sei misure cautelari erano state emesse dal gip Annalisa Marzano, su richiesta della pm della procura di Roma. Gianfederica Dito per il presunto assalto alla sede della Cgil avvenuto nel corso degli scontri durante la manifestazione No Green Pass del 9 ottobre 2021 a Roma. Due arresti in carcere (nei confronti di Fabio Corradetti, 20enne figlio della compagna di Giuliano Castellino, il leader romano di Forza Nuova già detenuto per il medesimo reato. e nei confronti del trentenne Massimiliano Petri; uno ai domiciliari con il braccialetto elettronico nei confronti di Roberto Borra e tre obblighi di dimora per Luca Castellini leader veronese di Forza Nuova, Francesco Bellavista e Federico Trocino, raggiunti dal divieto di allontanamento da casa tra le 17.00 e le 22.00.

Per tutti le accuse sono di devastazione e saccheggio, nonché  resistenza a pubblico ufficiale in concorso con altri, tra i quali Giuliano Castellino  e Luigi Aronica già in carcere per l’assalto alla Cgile con Roberto Fiore, da poco ai domiciliari su richiesta dei legali di parte, avv. Nicola Trisciuoglio.

Eppure l’avevano detto

“Sabato scorso, durante la manifestazione ‘No-Vax e no Green pass’, ci fu una trattativa con la polizia per il corteo verso la Cgil e l’autorizzazione ci venne data”.  Avevano ricordato già il 14 ottobre 2021  gli arrestati, tra cui Roberto Fiore, Giuliano Castellino, Luigi Aronica, davanti al gip Annalisa Marzano, nel corso dell’udienza di convalida, in videoconferenza, dal carcere di Poggioreale.

Oltre a Fiore, Castellino e Aronica, l’atto istruttorio ha riguardato Pamela Testa (oggi ai domiciliari), il leader del gruppo “IoApro” Biagio Passaro e Salvatore Lubrano.

Rigettata la costituzione dell’ANPI

Fortunatamente l’8 aprile 2021 il presidente del Tribunale di Roma, Claudia Luccilla Nicchi, nel corso dell’udienza dello scorso 8 aprile aveva rigettato la richiesta di costituzione di parte civile dell’ANPI, ritenendola decontestualizzata e fuori da ogni riferimento processuale, aggiungendo che non avrebbe celebrato un processo politico, né tanto meno un processo a Forza Nuova.

Ma i cosiddetti vaccini sono sicuri?

A tutto questo si aggiunga che è di questi ultimi giorni, esattamente il 30 marzo 2021, la nota di Pfizer – BioNTech agli investitori, su istanza dell’autorità di controllo della borsa statunitense. Da uno di questi modelli inviati alla SEC, (Securities and Exchange Commission) emergono dichiarazioni che non metterebbe in discussione solo l’efficacia del vaccino, ma anche il suo status di farmaco “approvato in modo permanente”.

Le basi per la manifestazione no vax del 9 ottobre

Insomma, la manifestazione del 9 ottobre e le decine di manifestazioni che hanno portato decine di migliaia di persone nelle principali piazze d’Italia, motivi per protestare ne avevano da vendere. A pagina 6 del modello 20-F indirizzato alla SEC, la BioNTech elenca i “fattori di rischio” in cui gli investitori finanziari potrebbero incorrere.

BioNTech: potremmo non ottenere l’autorizzazione permanente

“Le nostre entrate – la traduzione delle dichiarazioni BioNTech – dipendono fortemente dalle vendite del nostro vaccino contro il COVID-19 e le nostre entrate future dal nostro vaccino contro il COVID-19 sono incerte. Potremmo non essere in grado di dimostrare l’efficacia o la sicurezza sufficienti del nostro vaccino COVID-19 e/o delle formulazioni specifiche per la variante per ottenere l’approvazione normativa permanente negli Stati Uniti Stati, Regno Unito, Unione Europea o altri paesi in cui è stato autorizzato per l’uso di emergenza o concesso un’approvazione condizionale all’immissione in commercio”.

Assalto CGIL autorizzato dal buon senso

“Eventi avversi significativi – conclude BioNTech – possono verificarsi durante i nostri studi clinici o anche dopo aver ricevuto l’approvazione normativa, che potrebbe ritardare o interrompere gli studi clinici, ritardare o impedire l’approvazione”.

Alla faccia del bicarbonato! Fermo restando che la violenza va condannata sempre e ovunque, forse il processo dovrebbe avere altri imputati…

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Mina Cappussi

Sono nata il 14 luglio, che è tutto dire! Docente a contratto per l’UNIVERSITA’ ROMA TRE, Facoltà di Lettere, dipartimento di Linguistica, Corso di “Metacomunicazione sul Web e New Media” Laureata con Lode in Scienze Politiche, Master in Management Sanitario Professionale di II livello Master in Diritto del Minore Roma Sapienza, Master in Didattica professione Docente, Perfezionamento in Mediazione Familiare e consulente di coppia Università Suor Orsola Benincasa Napoli, Diploma di Counselor, Master sull’Immigrazione e le Migrazioni Italiane Università Venezia, Master in studi su Emigrazione Forzata e dei Rifugiati - University of Oxford, Master Class in Giornalismo Musicale, Diploma DSA, Diploma Tecnologo per l'Archeologia Sperimentale. Scrittrice, saggista, giornalista, artista, iscritta all’Ordine dei Giornalisti, International Press Card Federation of Journalists, Direttore e Publisher dal 2008 del quotidiano internazionale UN MONDO D’ITALIANI