Abolito indice libri proibiti: 55 anni fa la fine della censura ecclesiastica

Abolito indice libri proibiti: 55 anni fa la fine della censura ecclesiastica

Cultura

Abolito indice libri proibiti: vi si trovavano il Decameron di Boccaccio ed il De Monarchia di Alighieri, 437 anni di censura ecclesiastica

Abolito indice libri proibiti: son passati 55 anni dalla fine della censura ecclesiastica. Creato nel 1559 da papa Paolo IV, l’Index libro rum prohibitorum fu abolito soltanto nel 1966. L’idea di una lista di testi proibiti si sviluppa nel 1515 dal IV Concilio Lateranense ove fu vietata la pubblicazione di qualsiasi scritto senza la previa autorizzazione del vescovo.

Abolito indice libri proibiti: l’inizio del proibizionismo cattolico

La prima lista  di libri proibiti era composta da tre elenchi: uno per gli autori (di cui erano proibite tutte le produzioni scritte), uno dei titoli dei libri con rispettivo autore e l’ultimo per gli scritti anonimi (332 opere). Il decreto dell’Inquisizione romana prescriveva, pena la scomunica, «Che nessuno osi ancora scrivere, pubblicare, stampare o far stampare, vendere, comprare, dare in prestito, in dono o con qualsiasi altro pretesto, ricevere, tenere con sé, conservare o far conservare qualsiasi dei libri scritti e elencati in questo Indice del Sant’Uffizio”.

Gli scritti vietati

Tra i libri proibiti c’erano: Dante Alighieri (De Monarchia), Agrippa di Nettesheim (Opera omnia), il Talmud, Guglielmo di Ockham (Opera omnia) e Luciano di Samosata (Opera omnia), Niccolò Machiavelli (Opera omnia), Giovanni Boccaccio (Decamerone) e Masuccio Salernitano (Il Novellino).

I cambiamenti dell’indice

Il secondo indice su pubblicato durante l’ultima sessione del Concilio di Trento. Venne applicato quasi in tutta Italia ed in molte zone dell’Europa. Nel 1571, Papa Pio V istituì la “Congregazione dell’Indice“, per tenerlo aggiornato e reinviarlo periodicamente alle sedi locali dell’Inquisizione, da dove veniva diffuso presso tutti i librai.  Poi venne abolito nel 1966 da papa Paolo VI.

Abolito indice libri proibiti: gli autori vietati

Nei secoli il libro si riempì di autori rappresentativi del loro tempo: Honoré de Balzac,  Daniel, Alexandre Dumas (padre) e Alexandre Dumas (figlio),  Gustave Flaubert, Thomas Hobbes, Victor Hugo, Immanuel Kant,  John Locke, Karl Marx, Montesquieu, Jean-Jacques Rousseau, Spinoza, Stendhal, Voltaire, Émile Zola.

Abolito indice libri proibiti: autori italiani banditi dalla chiesa

Tra gli italiani finiti all’indice ci sono stati Vittorio Alfieri, Cesare Beccaria, Giordano Bruno, Benedetto Croce, D’Annunzio,  Foscolo, Galileo Galilei, Francesco Guicciardini, Giacomo Leopardi, Niccolò Machiavelli, Ada Negri, Enea Silvio Piccolomini (papa Pio II), Giovanni Pico della Mirandola, Girolamo Savonarola.

Abolito indice libri proibiti

Il 14 giugno del 1966 arrivò l’annuncio dell’abolizione dell’Indice. Od almeno  la notifica della perdita del suo valore giuridico di legge ecclesiastica, poiché “l’Indice rimane moralmente impegnativo, – si legge –  in quanto ammonisce la coscienza dei cristiani a guardarsi, per una esigenza che scaturisce dallo stesso diritto naturale, da quegli scritti che possono mettere in pericolo la fede e i costumi”.

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