Slitta fine del mondo al 2021. I Maya non sbagliavano

Slitta fine del mondo al 2021. I Maya non sbagliavano

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Slitta fine del mondo profetizzata per il 2012 secondo i Maya si rivela un semplice fraintendimento temporale.

Slitta fine del mondo al 2021 secondo alcuni studi. L’antica profezia prevedeva la fine del nostro mondo per il 21 dicembre 2012. Ovviamente non è avvenuto.  Si rivela, però, un semplice errore di battitura.

Slitta fine del mondo: la nuova data

Il Messaggero  on line, riporta che gli ultimi studi di storia dell‘America Latina antica ritengono che la data 21.12.12  sia errata e che quella giusta sia in una fascia compresa tra il 21 giugno e il 31 dicembre 2021: a breve, quindi.  Secondo Paolo Tagaloguin, scienziato, “I Maya avevano profetizzato la fine del mondo il 21 dicembre 2012, ma l’errore nella stesura del calendario gregoriano, introdotto nel 1582 al posto di quello giuliano, ha di fatto alterato il conteggio. Aggiungendo i giorni persi in virtù dello sbaglio, 11 per ogni anno, si arriva così al 21 giugno 2020, cioè la settimana prossima”. Prende piede in rete questa bizzarra teoria, supportata da alcuni scienziati, su tutti proprio Tagaloguin, che afferma “Secondo il calendario giuliano, tecnicamente siamo adesso nel 2012″ con alcuni tweet, dopo di ché si cancella da tutti i social.

Cosa narra la profezia?

La profezia parla di un’epoca di cambiamenti radicali oppure di un’apocalisse. Tra le sette profezie vi è: irradiazione della Terra da parte del Sole, sconvolgimenti naturali, una stella cometa che investe il pianeta.

Preoccupazioni?

Il mondo, di fronte questa nuova data, si divide in due: c’è chi è preoccupato per la propria vita e si sta organizzando per riuscire a sopravvivere a tutti i costi alle catastrofi predette dai Maya. Tutti gli altri si affidano alla mancanza di prove scientifiche che sosterrebbero la tesi dei Maya.

La vera fine del mondo

Intanto sono poche le persone che si preoccupano della minaccia reale alla nostra vita: il riscaldamento globale. Basti pensare al caldo da record in Canada (49,5°C) od allo scioglimento delle calotte polari, incendi perenni nelle foreste, innalzamento dei livelli del mare ed i danni alla flora e fauna terrestri.

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