Usa: 33 milioni di dollari di perdite al giorno solo in musei e gallerie d’arte x Covid. Il Moma licenzia dipendenti

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Il Covid-19 negli USA ha fatto migliaia di morti. Ma non solo. Il taglio radicale ai posti di lavoro negli Stati Uniti sta lasciando a casa migliaia di persone, come sta accadendo un po’ ovunque, Italia compresa. I musei americani con la chiusura perdono 33 milioni di euro al giorno. E il Moma che fa? Licenzia!

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Negli Stati Uniti nell’ultimo mese, proprio come l’Italia si sta vivendo un momento buio e sconforto. Il Covid-19, come era prevedibile è giunto anche negli USA e non sta risparmiando nessuno. Negli Stati Uniti (LEGGI QUI, PER MAGGIORI INFORMAZIONI) però è in atto un’altra corsa al massacroil taglio radicale ai posti di lavoro, che sta lasciando. Va ricordato che fino alla settimana scorsa, quando il nuovo pacchetto di incentivi è stato approvato, i liberi professionisti non hanno potuto beneficiare di sussidi di disoccupazione. Molte delle politiche messe in atto per supportare il personale regolare durante la crisi lasciano questi precari ai margini. Al momento inoltre la cultura è l’avamposto di questa operazione di dimagrimento sociale. La settimana scorsa infatti il MoMA, ovvero il più importante museo d’arte moderna al Mondo, un punto d’attrazione per milioni di visitatori a New York ha reso pubblico un comunicato in cui annunciava che il dipartimento educativo, uno dei punti di forza del museo, sarebbe rimasto chiuso. L’email mandata dal MoMa ai suoi lavoratori si conclude così: «A tutti i collaboratori viene assicurato il pagamento del lavoro fino al 30 marzo, ma tutti gli altri impegni futuri sono annullati e non verranno effettuati ulteriori pagamenti. Ci vorranno mesise non anniprima di un ritorno al budget e ai livelli operativi per poter garantire dei servizi educativi». “Con la chiusura a tempo indeterminato del Museo – spiegano dalla direzione del MoMA – abbiamo affrontato la dolorosa realtà che non ci saranno nuovi incarichi contrattuali da offrire a un gruppo di eccellenti educatori freelance che lavorano all’occorrenza nei musei di tutta la città, incluso il MoMA . Siamo profondamente grati per i loro precedenti contributi al Museo. Auguriamo a loro e ai loro cari sicurezza e salute in questo momento difficile”. I musei americani, nella gran parte istituzioni private rette da fondazioni, e secondo l’associazione che li raccoglie, con la chiusura starebbero accumulando perdite per 33 milioni di dollari al giorno.

E IN ITALIA?

Parla di “effetto devastante” Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino. “Siamo chiusi per la prima volta dalla seconda guerra mondiale” ha ribadito, commentando la chiusura causata dai provvedimenti contro il coronavirus. Il museo di Torino, una eccellenza internazionale, non statale, perde 500mila euro a settimana. A Venezia le mancate entrate a settimana ammontano a 400mila euro. Mattia Agnetti, segretario generale della Fondazione Musei Civici di Venezia, che gestisce 11 musei tra cui Palazzo Ducale e Museo Correr ammette con dolore “per noi l’impatto è decisamente rilevante. Veniamo da mesi difficili per l’acqua alta. Eravamo finalmente in un trend di recupero ».

IL WITHNEY MUSEUM LANCIA IL PROGRAMMA ON LINE

Ma ci sono altre esperienze, in questo campo, nella “grande mela”. Il Withney Museum, altra istituzione newyorkese dedicata in particolare all’arte americana, che in ottobre ha inaugurato una sede faraonica costata quasi mezzo miliardo di dollari, ha scelto una strategia diversalanciando un programma online. Il programma – hanno scritto in una mail i due capi dipartimento dell’istruzione, Heather Maxson e Dyeemah Simmons – servirà la nostra comunità durante la crisi COVID-19 e consentirà a te, il nostro team di liberi professionisti dedicato, di continuare a lavorare, anche se il museo è chiuso”. Il MoMA è tra i musei più ricchi del mondo, con una dotazione di oltre un miliardo come documentato dalla recente di dichiarazione dei redditi.

E GLI ALTRI MUSEI?

La scorsa settimana, il Massachusetts Museum of Contemporary Art (MASS MoCA) ha annunciato il licenziamento di 120 dei suoi 165 impiegati. E non va meglio sul fronte delle grandi gallerie, che fino a qualche settimana fa facevano vanto di vendite milionarie degli artisti “benedetti” dal mercato. La Pace Gallery, che aveva da poco inaugurato una sede monumentale a New Yorkha annunciato il licenziamento del 25% dei suoi dipendenti, appena bilanciato da un taglio agli stipendi dei livelli alti. Il suo fondatore, Arne Glimcher, aveva contratto il virus, e ne è guarito.

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