Reddito di libertà è  la proposta di legge presentata dal Consigliere Gianluca Cefaratti per le donne vittime di violenza, l’obiettivo è quello di costruire un’identità di donna lavoratrice

Reddito di libertà per donne vittime di violenza

Attualità

Reddito di libertà è  la proposta di legge presentata dal Consigliere Gianluca Cefaratti per le donne vittime di violenza, l’obiettivo è quello di costruire un’identità di donna lavoratrice

Reddito di libertà riconosce che ogni forma e grado di violenza contro le donne rappresenta una violazione dei diritti umani fondamentali, ostacolando, tra l’altro, il raggiungimento della parità tra i sessi, sostiene interventi e misure volti a prevenire e contrastare ogni forma e grado di violenza morale, fisica, psicologica, psichica, sessuale, sociale ed economica nei confronti delle donne, sia nella vita pubblica che in quella privata, comprese le minacce, le persecuzioni e la violenza assistita. A tal fine viene istituito il “Reddito di Libertà”, quale specifica misura di sostegno per favorire, attraverso l’indipendenza economica, l’autonomia e l’emancipazione delle donne vittime di violenza in condizioni di non autosufficienza economica. Nel rispetto della normativa vigente in materia di privacy e protezione dei dati. Tale beneficio consiste –si spiega nell’articolato – in un accordo tra la Regione e la donna vittima di violenza, con o senza figli, che si impegna a partecipare a un progetto personalizzato. Finalizzato all’acquisizione o riacquisizione della propria autonomia e indipendenza personale, sociale ed economica.

Reddito di libertà, riaffacciarsi a un mondo extra-domestico

Chi si occupa di violenza di genere –spiega il presentatore nella relazione di illustrazione alla pdl- sa benissimo quanto l’aspetto economico possa incidere negativamente sulla decisione delle donne vittime di violenza di sottrarsi alla relazione violenta: la convinzione, infatti, di non avere un’alternativa è uno dei deterrenti più forti ai percorsi di emancipazione di queste donne. L’obiettivo della proposta di legge, dunque, è proprio quello di costruire un’identità di donna lavoratrice attraverso percorsi di orientamento e avvicinamento al lavoro. Questo significa anche riaffacciarsi a un mondo extra-domestico, uscendo dall’isolamento che la violenza ha creato, rafforzando. L’atto legislativo passa ora all’attenzione della Commissione consiliare competente che dopo aver espresso il proprio parere istruttori lo invierà all’esame finale del Consiglio regionale.

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Miriana Meffe

19 anni, diplomata al liceo delle Scienze Umane-Economico Sociale. Attualmente impegnata come volontaria nel servizio civile universale. Amo la natura e la libertà. Mi sono appassionata alla scrittura grazie all’esperienza nella redazione del quotidiano internazionale Un Mondo d’Italiani.