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AGNESE MORO, FIGLIA DELLO STATISTA ALDO MORO ASSASSINATO DALLE BR, CON I GIOVANI CHE INCONTRANO LA POLITICA A PALATA (CAMPOBASSO), IL 12 LUGLIO

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ALDO MORO, PRESIDENTE DELLA DC, QUELLA LA DEMOCRAZIA CRISTIANA CHE HA GOVERNATO L’ITALIA PER UN QUARANTENNIO, CINQUE VOLTE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, FU UCCISO DALLE BRIGATE ROSSE IL 9 MARZO 1978.
Agnese Moro, figlia del grande statista italiano barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse il 9 marzo 1978, cinque volte presidente del Consiglio dei ministri e presidente della DCAldo Moro, autrice del libro “Un uomo così. Vi racconto mio padre” parteciperà all’incontro dibattito dal tema: “I GIOVANI INCONTRANO LA POLITICA”, organizzato dall’Associazione culturale “La Fonte” di Palata (Campobasso), presso la sala consiliare comunale di Palata, domenica 12 luglio 2009 alle 18.00.
All’iniziativa, all’interno della quale Agnese Moro sarà ospite d’onore parteciperanno anche l’On. Sabrina De Camillis parlamentare molisanai consiglieri Regionalidel Molise Antonio Chieffo, Massimo Romano, Quintino Pallante e Michele Petraroia, quindi un ampio ventaglio di rappresentanza politica, al di là delle appartenenze partitiche, nel ricordo di una figura chiave di quella Democrazia Cristiana che ha deciso le sorti del Paese per oltre un quarantennio.
Nel libro “Un uomo così” Agnese Moro ha rammentato la figura del padre, grande statista e fulcro della Dc e dello Stato Italiano, ma anche genitore attento e premuroso, e uomo politico coerente e impegnato. “E’ una presenza – i ricordi di Agnese – sempre viva nel mio ricordo e in quello di chi l’ha conosciuto, anche se purtroppo l’irresistibile potenza mediatica ed emotiva delle fotografie del sequestro, dello stillicidio dei comunicati dei brigatisti, l’attesa snervante, e infine il ritrovamento del corpo, hanno offuscato la sua immagine, la sua eredità politica, l’opera di una vita”.
A trentuno anni dalla tragica scoperta, nel baule di una Renault 4, del cadavere di Aldo Moro, Agnese Moro, come altri figli e parenti della lunga lista di vittime del terrorismo rosso, mantiene vivo il ricordo dei cosiddetti “anni di piombo”. Con la sua testimonianza afferma con forza un semplice principio: non si uccide mai un simbolo, ma una persona.
“Noi non accettiamo – ha aggiunto in occasione della presentazione del suo libro – che i nostri cari vengano dimenticati. Per questo motivo abbiamo apprezzato molto il libro che il Presidente della Repubblica ha dedicato a tutti i morti degli anni di piombo, dando spazio anche a tutti coloro che, a differenza di mio padre, non erano volti pubblici. E’ stato un modo per riconoscere che si tratta di ferite inferte non solo a noi, ma allo Stato, al tessuto sociale del Paese. Tutti siamo stati colpiti, a tutti è stato tolto qualcosa”.
“Secondo me i terroristi hanno vinto. Uccidendo mio padre hanno assestato un colpo mortale a una nuova stagione nella vita politica del Paese, realmente inclusiva e partecipativa, forzando l’emergere di una forma di governo incentrata sui poteri forti, i grandi interessi, il mercato, e in definitiva, sull’esclusione di una fetta di popolazione dal gioco democratico”.
E’ forte e deciso il giudizio espresso dalla figlia del leader della Democrazia Cristiana, su una stagione incandescente, che ha segnato profondamente la memoria storica e civile italiana.
“Eppure quel modello democratico, stroncato sul nascere, sopravvive ancora, e si esprime, talvolta, nelle piccole realtà locali, di base, nelle associazioni di cittadini che si impegnano in prima persona. In questo senso il terrorismo ha perso la propria battaglia”.
Proprio come sta accadendo nel Moliseregno incontrastato della Democrazia Cristiana per ben otto lustri, interessato, da qualche anno, ad un attivo movimento associazionistico e di partecipazione reale alla vita sociale, con azioni di pungolo e di riferimento per le istituzioni, in particolare, nel momento odierno, nel proliferare di Comitati Scuole Sicure che, nella maggior parte dei comuni molisani, chiedono la tutela del diritto allo studio in strutture antisismiche laddove il territorio rientra nella fascia più pericolosa d’Italia, nella direzione di una cittadinanza consapevole, su quella strada della rivendicazione civica inaugurata dalle mamme di Bojano. 
di Mina Cappussi
Redazione Umdi Luana

sono di San Polo Matese ed ho 28 anni. Nella vita sono mamma a tempo pieno di un bambino di 3 anni e mezzo! Sono diplomata in Scienze Sociali, e iscritta al terzo anno di Lettere e Beni Culturali. Amo la natura, e il periodo primaverile è il mio preferito. Ho molti hobby, di fatti lavoro ad uncinetto, punto croce e pannolenci! Sono appassionata di arte, e ammiro in particolar modo Canova.