A due mesi dalla morte della moglie Marina, muore Carlo Ripa di Meana; politico e da tempo attivo nelle campagne ambientaliste, era stato ministro e presidente di Italia Nostra
L’addio alla moglie, avvenuto solo due mesi fa, ha fatto sì che Carlo Ripa di Meana non resistesse. Si è spento ieri a Roma a 89 anni. Lui, uomo politico, parlamentare, ministro della Repubblica, commissario europeo è stato a lungo impegnato anche in campagne ambientaliste insieme a Marina. Carlo era nato a Pietrasanta il 15 agosto del 1929, era il secondo di sette figli, di una famiglia nobile e illuminata dei marchesi di Meana, sua madre Fulvia Schanzer era figlia del parlamentare e ministro giolittiano Carlo Schanzer. Da giovane si avvicina alla politica attratto dal Partito comunista italiano e per conto del partito accetta di dirigere, a Praga, l’Unione internazionale degli studenti. Al Partito socialista Ripa di Meana arriverà pochi anni dopo. Alla fine degli anni Cinquanta dirige la rivista Passato e presente e all’inizio degli anni Sessanta entra nel comitato centrale del partito. Nello stesso periodo comincia a frequentare il Club Turati, luogo di incontro della sinistra anticomunista. L’ingresso vero e proprio nella politica risale al 1970 quando, in Lombardia, viene eletto consigliere del Psi, e gli vengono affidate la presidenza della Commissione statuto e la presidenza del Gruppo socialista; da allora sono numerosi gli impegni legati alle politiche culturali, come la presidenza della Biennale di Venezia, dal 1974 al 1979. Sempre nel ’79 Carlo Ripa di Meana viene eletto deputato al Parlamento europeo, incarico che ricopre fino al 1984. Due anni prima aveva sposato la donna che amerà per i successivi trentacinque anni di vita, Marina Punturieri. I due si sposeranno nel 1982 a Campagnano di Roma, tra i testimoni: Alberto Moravia, Goffredo Parise e Bettino Craxi. Fino ’92 Ripa di Meana ricopre la carica di Commissario europeo alla Cultura e Ambiente mentre ministro dell’Ambiente lo diventa con il primo governo Amato, nel giugno del 1992, per dimettersi però neanche un anno dopo, a marzo del 1993. Ben presto diventerà portavoce dei Verdi, per i quali viene di nuovo eletto deputato al Parlamento Europeo, incarico che ricopre fino al giugno 1999. L’anno successivo viene eletto consigliere regionale in Umbria, fino al 2005, ma intanto dal 2001 è presidente del Cnp, il cui principale impegno è la battaglia contro l’eolico e la tutela dei centri storici e dei monumenti. In seguito sarà anche presidente dell’associazione ambientalista Italia Nostra, presidente della sezione di Roma della stessa associazione, presidente onorario dell’Associazione italiana per la Wilderness Onlus.
Di Romina Nocera
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