Togliete i libri alle donne e chiudete le facoltà universitarie: torneranno a far figli secondo Libero.

Togliete i libri alle donne e chiudete le facoltà universitarie: torneranno a far figli secondo Libero.

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L’articolo di Camillo Langone sul quotidiano di Belpietro scatena il putiferio. Camillo Langone, figlio di libri non letti. Se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà. Se non fosse che “Libero” beneficia di milioni di euro di finanziamento pubblico – scrive Massimo Malerba – non avremmo nemmeno preso in considerazione l’ultimo delirio. Correlation is not explanation! A questo caro signore dico solo che sono davvero davvero dispiaciuta del fatto che nessuno abbia regalato alla sua mamma un libro!!!!

Se cercava pubblicità, l’ha trovata. E che pubblicità! Un fiume, un mare, un oceano di commenti, non sempre riportabili, ha risposto ai vaneggiamenti di Camillo Langone su Libero, il quotidiano di Belpietro, un quotidiano che fino ad oggi avevo personalmente apprezzato e che oggi mi fa pensare con terrore alle donne delal nostra costituente, alla storia dello schiavismo e al cammino dell’umanità, dalle streghe arse sui roghi alle “ricette” contro le donne. E qualcuno ha ricordato che per leggere tali idiozie sborsiamo fior di quattrini quando paghiamo le tasse allo Stato che finanzia questi giornali. La questione non sta proprio così, dal momento che la Democrazia si regge proprio sulla possibilità di esprimere un pensiero difforme, ma la gravità di un tale atteggiamento è innegabile e Langone ben lo sapeva quando, nella sua “ricetta” (sì, l’ha chiamata proprio “ricetta”) per risolvere il problema della scarsa natalità in Italia, ha sostenuto la possibilità di “chiudere qualche facoltà”. Sì, avete inteso bene. Langone, evidentemente, si riferiva alla ipotesi di inserire un numero chiuso alle donne, che so, per l’anno accademico 2012-2013, alla Facoltà di Medicina ingresso riservato a 10 donne e 100 uomini. Ingresso esclusivo agli studenti maschi, invece, per la Facoltà di Scienze Matematiche, fisiche e naturali. In via eccezionale, alla Facoltà di Filosofia, le donne sono ammesse in misura pari al 25% delle iscrizioni (dato che possono dilettarsi e filosofeggiare anche in cucina, tra bimbi e fornelli! Ecco come comincia l’articolo incriminato, che ha avuto una cassa di risonanza incredibile.

“Il lavoro che gli italiani non vogliono davvero più fare – scrive Langone – non è lo spazzino o il panettiere. Il lavoro che gli italiani non vogliono davvero più fare è il genitore.
Si può capire: non esiste oggi lavoro più gravoso e meno remunerato, anzi, più tartassato. Una volta i figli piccoli erano braccia per i campi e quelli grandi erano bastoni della vecchiaia, adesso tocca mantenerli vita natural durante, come impone la Corte di Cassazione («L’obbligo di versare il contributo per i figli maggiorenni cessa solo quando il genitore obbligato provi che essi abbiano raggiunto l’indipendenza economica», sentenza 14123 della prima sezione civile). Ma non può essere solo questo a provocare lo sboom della popolazione e il boom dell’immigrazione. Culle vuote e barconi pieni sono fenomeni così strettamente legati che perfino un sincero xenofobo come me ha sbuffato, dopo la reazione leghista alla forzatura di Napolitano sulla cittadinanza ai figli degli immigrati. Io sono di destra perché sono realista: le ideologie e le utopie non me le bevo. E l’uscita di Calderoli («Siamo pronti a fare le barricate») nonmi sembra piantata nella realtà, la Padania in armi è una visione ancora più utopistica dell’Italia senza frontiere che il Presidente della Repubblica vuole imporci a suon di colpetti di stato”. Fin qui, diciamo, niente da eccepire, se non l’avallare o il dissentire dalle tesi del relatore. Che prosegue: “Da troppo tempo la Lega abbaia ma non morde. Da troppo tempo i politici, di tutti i partiti, mica solo i bossiani, preferiscono i sogni alle statistiche. La natura non tollera vuoti, bisogna metterselo in testa: non è pensabile che una nazione si spopoli senza che alle nazioni vicine venga in mente di ripopolarla. Se in Italia il numero di figli per donna è 1,32, molto sotto la soglia di sostituzione che è poi la soglia dell’estinzione prossima ventura, ci vorrebbe altro che le dichiarazioni di Calderoli, ci vorrebbe un’atomica al giorno per impedire gli arrivi dalla Siria, dall’Egitto, dalla Libia, dove i figli per donna sono più di tre. E poi le avete viste le piramidi demografiche, quelle rappresentazioni che mostrano la popolazione suddivisa in fasce di età? Non bisogna essere ingegneri o appassionati di faraoni per sapere che le piramidi, se ci tengono a stare in piedi, devono avere base larga e punta stretta. Disgraziatamente la piramide demografica italiana è stretta alla base (pochi giovani), gonfia in mezzo (tantissimi quarantenni) e piuttosto larga in alto (molti vecchi). Più che una piramide sembra una trottola e le trottole, si sa, dopo qualche giro cadono. Per non far cascare a terra il trottolone italiano bisogna dargli un appoggio e i puntelli possibili sono soltanto due: nuova immigrazione e nuova prolificazione. Il primo non me lo auguro: mi capita sempre più spesso di trovarmi completamente circondato da stranieri (alla stazione di Brescia, in viale IV Novembre a Reggio Emilia, sui regionali notturni in partenza da Bologna…) e mi sembra di vivere un incubo. Preferisco ilsecondo puntello però bisogna convincere gli italiani a riaccettare il duro lavoro di padri e di madri”.

E come li convince, questo novello “unto del Signore” ? Sentite qui il livello delle disquisizioni economico-filosofiche.

“Come? – prosegue Langone – Convertendoli all’islam? Non serve: il paese più prolifico del pianeta è il maomettano Niger (7,68 figli per donna) ma subito dopo, nella classifica della fecondità, si trova la cristiana Uganda. Quindi la religione conta poco o nulla, e a riprova ecco l’Iran, precipitato anch’esso sotto la soglia di sostituzione nonostante veli e ayatollah. Che allora convenga diventare induisti? Macché: in molte zone dell’India ancora all’apparenza prolifica il tasso di fecondità sta crollando. Oppure buddisti? Niente da fare: i thailandesi si vanno estinguendo a ritmi europei. Comunisti? Peggio che andar di notte, a Cuba si fanno meno figli che nella decadente Olanda. Se non è la religione, se non è l’ideologia, qual è il vero fattore fertilizzante?”

No, eccola qui la ricetta dell’ “economista mancato di Harward. Che titola proprio così: la ricetta.

LA RICETTA

“Io lo so ma l’ho tenuto per la fine dell’articolo perché non avevo fretta di farmi linciare. Ebbene, gli studi più recenti denunciano lo stretto legame tra scolarizzazione femminile e declino demografico. La Harvard Kennedy School of Government ha messo nero su bianco che «le donne con più educazione e più competenze sono più facilmente nubili rispetto a donne che non dispongono di quella educazione e di quelle competenze». E il ministro conservatore inglese David Willets, ha avuto il coraggio di far notare che «più istruzione superiore femminile» si traduce in «meno famiglie e meno figli». Il vero fattore fertilizzante è, quindi, la bassa scolarizzazione e se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà.
Così dicono i numeri: 
non prendetevela con me”. Camillo Langone

Qui si chiude l’articolo incriminato. E qui comincia la discussione. Fin troppo accesa, per fortuna.

“Se non fosse che “Libero” beneficia di milioni di euro di finanziamento pubblico – scrive Massimo Malerba – non avremmo nemmeno preso in considerazione l’ultimo delirio diffuso oggi dal quotidiano di Belpietro: un articolo assurdo sulla crisi della natalità in Italia firmato da Camillo Langone. La ricetta per incentivare le donne a far figli, secondo Libero, sarebbe quella di togliere loro i libri, di non farle studiare o, come scritto testualmente, “di chiudere qualche facoltà per aprire più reparti maternità”. Agghiacciante”.

Mentre Tubal, su “Sporcomondo”, ricorda: “Il pensiero di questo tizio, non è per nulla originale.
Lo leggevo anni fa in un saggio di Paolo Sylos Labini. Il fine era però diverso. Spiegava che i problemi in Africa diminuirebbero parecchio con l’alfabetizzazione delle donne. Più questa sale, più scende l’indice demografico. Quindi diminuirebbero la fame, le guerre, le violenze e le malattie.
L’autore dell’articolo, l’ha applicato al contrario”

Ancora un commento, di Pierpaolo Farina “Qualcosa di Sinistra”:

Quando ho visto la notizia su facebook, pensavo fosse uno scherzo. Poi ho ingrandito l’immagine ed è invece tutto vero. Che dire, complimenti allomamma figlioletto Stato italiano che finanzia con i soldi pubblici cose del genere, complimenti al direttore Belpietro che ne permette la pubblicazione … per quanto tempo ancora dovremo sopportare questi cavernicoli? Si spera poco. Certo è che, se si chiudessero i rubinetti del finanziamento pubblico, questa robaccia non andrebbe nemmeno in stampa.

P.S. Qualcuno ha fatto notare che viene citato uno studio della Kennedy’s School of Government di Harvard, che mette nero su bianco la correlazione tra donne istruite e donne single. Ebbene, breve ripassino di Metodologia della Ricerca Sociale, corso base: “correlation is not explanation”, ovvero il fatto che esiste una correlazione, non significa che questa sia la spiegazione. Per altro, non c’è scritto a che studio fa riferimento, ma in casi come questi le variabili in esame sono nell’ordine delle centinaia, quindi è parecchio difficile eliminare eventuali terze variabili che possono rendere la relazione “spuria” (ovvero non corretta). Per altro l’autore del pezzo lo usa semplicemente per sostenere una tesi sciocca (ovvero che se non si chiude qualche facoltà arrivano più barconi di immigrati). Come ogni fenomeno sociale complesso di una civiltà “evoluta” (si fa per dire) esiste una soluzione chiara, semplice e sbagliata… la società è maschilista. Qui sta il problema. Non nell’istruzione delle donne o nel numero di facoltà.

Pierpaolo Farina “Qualcosa di Sinistra”

E poi Sky Tg 24:

“Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli”. Il titolo, tanto provocatorio da sembrare uno scherzo, campeggia su Libero sopra un articolo a firma di Camillo Langone, che illustra come gli studi recenti denuncino “lo stretto legame tra scolarizzazione femminile e declino demografico”. Di qui la conclusione paradossale: “Se vogliamo riaprire qualche reparto maternità chiudere bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà”.

Un intervento a gamba tesa, certamente provocatorio e destinato a suscitare polemiche, che infatti non sono mancate. A riprendere l’articolo di Libero il sito del Popolo viola che definisce il testo “l’ultimo delirio diffuso dal quotidiano di Belpietro” e ricorda che Libero “beneficia di milioni di euro di finanziamento pubblico”. E il dibattito in Rete non si fa attendere, tra chi critica con violenza il giornalista e chi vede nell’articolo solo una provocazione studiata. “Libero: ‘Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli’. Togliete pure i libri ai figli e questi diventeranno giornalisti di Libero” ironizza su Twitter un utente dal nickname Vitellozzo. “Invece di togliere i libri alle donne: welfare giusto, sicurezza economica e parità di genere!” scrive sul social network anche kappa zeta che rimanda a un post del blogger Fabio Chiusi che risponde a Langone.
“E’ meglio che ce li togliete i libri e fate presto, potremmo usarli contro di voi…LETTERALMENTE….” scrive Paola G. su facebook, mentre Giulia M. scherza: “Non sapevo che i libri fossero degli anticoncezionali”. Usa l’ironia, su Twitter, anche Framino: “I movimenti pro-life organizzeranno campagne contro l’accesso delle donne in biblioteca”.

T-MAG, IL MAGAZINE DI TECNE’ sottolinea con un articolo di di Fabio Germani “La scarsa natalità? Non è colpa dei libri”

“Sicuramente – scrive Germani – la strategia è risultata vincente. Un’intera pagina di giornale, Libero per la precisione, per arrivare al nocciolo della questione soltanto all’ultimo quando, ormai stremati dai lambiccamenti su natalità e immigrazione, si coglie il perché di cotanta verve sulle difficoltà a mettere al mondo dei figli.

Una strategia tanto più riuscita dal momento che per un’intera giornata, mercoledì, sempre per la precisione, si è monopolizzata l’attenzione sull’articolo di Camillo Langone dal titolo già di per sé inequivocabile: “Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli”. Dopo un lungo discorso sulla Lega, la prole dei migranti e “l’Italia senza frontiere che il presidente della Repubblica vuole imporci a suon di colpetti di Stato”, Langone sviscera qualche numero: 1,32 sono i figli per donna in Italia. La ricetta per superare questa crisi lui la conosce, ma la spiega alla fine. “Non avevo fretta di farmi linciare”, scrive consapevole di ciò che lo avrebbe atteso nelle ore successive.
“La Harvard Kennedy School of Government – è l’assioma di Langone – ha messo nero su bianco che le donne con più educazione e con più competenze sono più facilmente nubili rispetto a donne che non dispongono di quella educazione e di quelle competenze. E il ministro conservatore inglese David Willetts ha avuto il coraggio di far notare che più istruzione superiore femminile si traduce in meno famiglie e meno figli. Il vero fattore fertilizzante è, quindi, la bassa scolarizzazione […]. Così dicono i numeri: non prendetevela con me”. Lo scrittore è recidivo. Già sul Foglio, un anno fa, sosteneva (via Giornalettismo: “Genitori che avete una figlia in età da università: se volete nipotini che vi tramandino e che la realizzino, risparmiate sulle tasse universitarie e regalatele un bel vestito”.
La ricerca menzionata è senz’altro degna di nota, non abbiamo elementi per credere il contrario. Ma ogni indagine – pane quotidiano per un magazine come il nostro – deve essere analizzata e contestualizzata. Langone, in questo senso, pecca di estrema superficialità. Posto che di storie di mamme colte e in carriera quante ne volete, è bene sottolineare come una società poco inclusiva sia un deterrente alla famiglia. Neanche a farlo apposta, i dati Istat resi noti mercoledì hanno evidenziato un leggero calo della disoccupazione femminile che però mantiene un tasso piuttosto alto (9,4%). Secondo Bankitalia, oltretutto, l’inattività delle donne vale una perdita del Pil pari al 7%. E in 60 anni di storia repubblicana soltanto 75 donne hanno occupato ruoli di governo. Recentemente si è stabilito, per legge, che nei cda delle aziende quotate in borsa o a partecipazione pubblica la presenza femminile deve essere pari al 30%. Impara l’arte e mettila da parte, per le donne è ancora più vero. Dunque il problema non sono i libri, ma quello che viene dopo. Più una donna necessita di tempo per trovare una sistemazione che soddisfi le proprie aspettative, più si ergono muri di contrasto alle famiglie. E poiché lo studio è un diritto sacrosanto – per entrambi i generi, altrimenti che democrazia paritaria sarebbe – derubricare la scarsa fertilità a una mera questione di scelte è quanto di più riduttivo si potesse immaginare. Con rispetto parlando, ma anche quelli elencati poco fa sono numeri. Langone capirà.

ED ECCO ALCUNE DELLE MIGLIAIA DI RISPOSTE SU FACEBOOK

Incredibile che:
1) Qualcuno pensi a certe evidenti baggianate
2) Qualcuno gliele lasci pubblicare (solo per farsi pubblicità e aumentare le vendite del giornale e le visite sul sito per un giorno).

Date un lavoro “stabile” a me e alla mia ragazza, permetteteci di fruire degli stessi servizi che hanno nel resto d’Europa (asili nido con sufficienti posti a prezzi ragionevoli che ci consentano di lavorare, sgravi fiscali ecc.), un salario che ci permetta di arrivare a fine mese senza doverci preoccupare della terza settimana tanto per iniziare. Quando si fa un figlio non si pensa alle sentenze della Cassazione ne, per fortuna, alle braccia nei campi (in questo senso, le consiglio di andare a vivere in qualche comunità yiddish del midwest americano dove non è permesso l’uso di alcun tipo di tecnologia moderna e l’istruzione è molto malvista da uomini e donne [oltre che da “Uomini e donne” nostrano…]).

Valentina

Appunto, il mio stesso problema: io e il mio ragazzo metteremmo su famiglia se avessimo un minimo di lavoro ben pagato e servizi ragionevoli, si spende ma si hanno prospettiva di crescita. Lavorano maestri/maestre d’asilo Lavorano le persone e siamo tutti felici.
Non ce ne facciamo niente del bonus di 1000 euro a figlio quando poi ne spendi un’infinità per poterlo crescere senza servizi

Ibiskos Editrice Risolo

Camillo Langone, figlio di libri non letti

Giuseppe

Agghiacciante. L’autore dell’articolo avrebbe potuto anche controbattere agli studi inglesi, piuttosto che riportarne come comandamento scientifico.
Mia moglie ha una laurea in filosofia, 110 e lode, master in comunicazione, ama leggere… A giorni il 2° bambino. Ma dove li trovano tanti imbecilli le redazioni dei giornali?

Marta

Un po’ di misoginia, un po’ di razzismo, un po’ di bella roba giusto per fare scalpore. Scialbo e banale nell’infantilità e infertilità delle conclusioni. Non ho capito se l’autore desideri un po’ di vigor di patria; un po’ di malsano orgoglio di specie che porti alla sovrappopolazione e sfruttamento massimo delle risorse del pianeta fino allo sfinimento; o un po’ di misoginia data dal rodimento che le donne non siano pecorelle ignoranti, servili e con occhi adoranti verso il suo piedistallo. Mah, sta di fatto che potrebbe anche mollare il giornalismo, riprendere in mano una zappa e tornare ai suoi beneamati vecchi tempi, visto che i bambini non hanno bisogno della carta stampata per sopravvivere, ma penso proprio che tra dire e fare

Stefano

L’autore di questo articolo cita uno studio di Harvard che secondo lui dimostra che meno scolarizzazione porta a più figli, mentre lo studio parla di matrimoni, che non c’entrano niente con la natalità. Anzi, nei paesi a più alta natalità i matrimoni sono marginali, e l’educazione e l’occupazione femminile è alle stelle. Finché gente come questa fa “informazione” questo paese può solo sprofondare.

Valentina

Non ho letto tutti i commenti, mi spiace. Dico solo, da donna, che sono fiera di aver studiato, sono fiera di non dipendere economicamente dal mio compagno. Vuoi incrementare la natalità? Fornisci servizi per l’infanzia: asili e scuole non devono essere un lusso. Altrove(basta andare in Francia) investono molto sui servizi per l’infanzia, consentendo alle donne di lavorare (e produrre reddito) senza abbattere il tasso di natalità. Mi spiace dirlo, ma il motore di tutto sono i soldi e se gli italiani avessero qualche soldo in più in tasca i figli li farebbero.

Poi a questo caro signore dico solo che sono davvero davvero dispiaciuta del fatto che nessuno abbia regalato alla sua mamma un libro!!!!

Roma

Camillo Langone dovrebbe essere mandato in esilio! Una c…a del genere è grave se si parla con gli amici. Su un giornale come Libero non è accettabile. Spero che sia stato messo in stampa senza che nessuno si sia preoccupato prima di leggerlo. Il prossimo articolo suggerirà di metterci in gabbia e farci figliare come conigli?! L’unico sentimento nei suoi confronti è profonda compassione…

Nicola asad simone

Il sig. Feltri dovrebbe chiedere finanziamenti ai talebani ma temo che non glieli concederanno poiché i talebani paiono più progressisti di Feltri e Co. Per il resto, se non si fanno più figli è perché un figlio oggi è un lusso, e lo dico da membro di una famiglia monoreddito che con 1100 euro al mese si trova a dover saltare i pasti per pagare l’affitto. E poi sento in tv che la classe “media” è quella che percepisce più di 300.000 euro/anno… ma v…. Forse è giunto il tempo di una seconda Rivoluzione Francese.

Alessandra

Non HO (con l’H… ti correggo perché questi errori da prima elementare mi fanno rabbrividire, sarà che ho studiato e ho letto tanto, ho anche fatto un figlio.. solo 1 però visto che mio marito percepisce 1000 euro al mese e io con 2 lauree vado a pulire le scale in nero, e non arriviamo fine mese tra mutuo, bollette etc)

Malcolm

Al di la della ovvia conclusione che più si e ignoranti e più figli si fanno, e non ci voleva l’Università di Harvard per dircelo… Il concetto principale, è un altro… Dovremmo gioire del fatto che finalmente i paesi più scolarizzati stiano smettendo di crescere! Abbiamo superato i 7 miliardi nel mondo e come è ormai chiaro un aumento infinito della popolazione non e’ sostenibile in un pianeta finito, e molto probabilmente siamo già arrivati alla soglia critica. Ora una persona intelligente, invece di dire che dovremmo diventare più ignoranti in modo da aumentare ancora di più il nostro impatto sul pianeta, dovrebbe invece promuovere la scolarizzazione in quei paesi dove ancora si cresce… Quindi, a parte essere razzista, il nostro autore non e’ neanche intelligente…

Jackfolla

Nonostante condivida la conclusione del tuo discorso, non condivido assolutamente la tesi iniziale… tu associ il fare figli all’aumento della popolazione, non considerando che la nostra società si basa su dei “patti generazionali” che influenzano l’economia.

Non voglio pensare che il tuo intervento possa essere interpretato come promozione di politiche di “controllo delle nascite” che, in paesi dove è applicata, si è visto essere motore di abusi dei diritti umani.

Non fare più bambini peggiorerà di molto la situazione fra 30 anni, quando noi – ormai prossimi alla “casa di cura” – ci ritroveremo senza più giovani emancipati nella società in grado di generare economia.
Quindi…è giusto promuovere la scolarizzazione, la cultura e l’emancipazione in tutti gli ambiti sociali…ma non bisogna mai dimenticarsi che senza figli rimarremo un paese di vecchi, senza soldi, senza pensione e senza alcuna forma di assistenza sociale e familiare.

Sara 68 non solo, equipariamo gli stipendi al costo della vita,aiutiamo concretamente le donne che lavorano con asili e strutture efficienti, facciamo che gli uomini aiutino nella gestione dei figli sin dalla nascita e vedrete che si ricominceranno a fare figli……La cultura e il diritto di rendersi autonomo e realizzate nel proprio lavoro non si tocca…..il burca mettetelo al giornalista

Linda

Inizialmente sono rimasta piuttosto sconcertata e disgustata da questo articolo, ma a rifletterci bene non dovremmo stupirci più di tanto: l’Italia è uno dei paesi, almeno europei, in cui c’è ancora una grandissima disparità tra la condizione dell’uomo e quella della donna (basta vedere quando ai colloqui di lavoro chiedono a una donna se ha intenzione di restare incinta o meno), ed è “normale” dunque che ci siano ancora persone così ignoranti da avere assurde idee di questo tipo.
Il vero problema comunque, mio caro Camillo, non è il tasso di scolarizzazione femminile, ma ad esempio il fatto che il 29 % dei giovani in Italia sia ancora precario. E’ piuttosto ovvio che un uomo e una donna di 25-30-35 anni che sono ancora precari e corrono il rischio di perdere il lavoro da un giorno all’altro non si prendano l’impegno di mettere su una famiglia che molto probabilmente non potranno mantenere. (sicuramente è vero che in Uganda e in Niger c’è un tasso di natalità molto alto, ma la invito a vedere il livello di vita di tutti i bambini).
Il fatto che l’Italia sia un paese di vecchi rappresenta davvero un problema, ma non è rinchiudendo

le donne in casa che si potrà risolvere. Il Medioevo l’abbiamo già passato, da molto anche.
(Dimenticavo, forse Camillo non è al corrente del fatto che senza tutti gli immigrati che lavorano l’Italia sarebbe già andata in bancarotta da un bel pezzo!!)

Amelia

Caro Camillo, io ho letto molto, ho studiato anche lavorando, ho avuto quattro figli. se anche come molti uomini fai finta di non saperlo, le donne si sono emancipate, mi dispiace per te. Nel prossimo articolo potresti proporre il burka, così la regressione tua sarebbe completa. E’ evidente che hai grossi problemi relazionali con le donne. Ti porto a conoscenza che è incominciato il mese di prevenzione andrologica . basta scuse – così se hai problemi di disfunzione erettile puoi rimediare. cordialmente fatti curare.

Sardus

AUMENTATE GLI STIPENDI AGLI ITALIANI, RENDETE LA VITA DEI CITTADINI DIGNITOSA E VEDRETE CHE I BAMBINI TORNERANNO A POPOLARE I REPARTI MATERNITA’.
E SMETTETELA DI PUBBLICARE C…..E……

Daniela

Togliete anche Libero alle donne, che è solo salute, visto gli articoli che riporta buona mossa per un quotidiano…lungimirante direi.

Ale

La discrepanza fra i numeri e la realtà invece è questa -non menzionata nell’articolo- che con una società che si sta evolvento a ritmi impressionanti, il ruolo fondamentale della donna è sensibilmente cambiato nel corso di questi ultimi 30/40 anni, passando da prolificatrice di pargoli a sostenitrice della società intesa come oggetto socio/economico. Ciò non è stato purtroppo seguito da politiche serie di aiuto ed incentivazione alla famiglia, che si è inevitabilmente disgregata e ridotta, lasciando spazio a orde di extracomunitari. Essi sono una grande risorsa, ma vanno gestiti in maniera equilibrata. Adesso, che qualche cerotto è stato messo quà e là gli unici che ne traggono beneficio sono appunto i nuclei familiari extracomunitari in italia… non di certo quelli italiani!

Colpa della donna? no sicuro! non fatecelo credere, che non siamo scemi…

Morena

“Una volta i figli erano braccia per i campi e quelli grandi bastoni per la vecchiaia.” AH BEI TEMPI,EH? I motivi più belli per fare figli!

Valà ,se penso che c’è ancora chi è di questa forma mentis, ma andate in un gattile e fatevi felici!
Su una sola cosa mi trovo d’accordo con Langone: ho notato che le persone più acculturate, interessanti e intellettualmente stimolanti che conosco quasi tutte non vogliono figli e sono fermamente convinte.

Donne e uomini eh, non crediate che solo le donne si “rifiutino”. E’ vero che quelli che fanno più figli sono quelli che sono arrivati alla terza media quanto a studi. Ma è normale, non perchè la scolarizzazione scoraggi la riproduzione; semmai dà un’alternativa di vita, ti dà stimoli diversi, ti dice “Puoi fare anche questo e questo” e in una prospettiva simile si SCEGLIE se essere genitori, mentre tutto sommato chi ha una scarsa istruzione e chi ha interessi personali nulli cos’ha se non la famiglia?
Essere genitori deve essere una scelta, non qualcosa che si fa perchè non si ha null’altro da fare, signor Langone.

Sono FIERA di avere 300 interessi e di non essere solo un utero.

A me comunque personalmente non interessa essere “sostituita o estinta” signor Langone, magari la sua cara mamma avesse letto più libri!

Flavia

Invece di pensare a togliere i libri… nessuno pensa a togliere “Uomini e donne”? questi sono causa di “rincitrullimento”
Un libro può metterti voglia di fare un figlio… di far sentire al piccolo che cresce di te il viaggio del Piccolo Principe… di far sognare la tua piccola bimba con Piccole Donne… forse, se chi ha scritto questo articolo leggesse di più… smetterebbe di partorire queste agghiaccianti parole…
Il mio consiglio per l’autore? La smetta di guardare i tronisti…

Dario

io no so chi tu sia….ma ti dico questo io ho tre figli se ne avesi un altro dovrei cambiare casa (vivo in 90 mq), cambiare macchina (dove li metto tutti) lasciando perdere le spese per l’istruzione (visto che sipaga salato anche l’istruzione obbligatoria)….e tu mi vieni a dire che non è un problema economico ????….

Giulia

…mi sa che è Camillo Langone che di libri ne ha visti pochini… ed è un po’ invidioso e un po’ deluso, da quando hanno chiuso proprio la sua facoltà: scienze delle merendine! Dai Langone, fattene una ragione! (firmato: una femmina mamma E scolarizzata, contraddizione in termini! Occhio che Langone rischia di autodistruggersi…) lol

Maria Letizia Episcopo

Bene e perché non tornare ai tempi in cui studiavano solo pochi sacerdoti e gli altri costruivano le piramidi? Così non ci sarebbe più nemmeno il problema del costo del lavoro

Laura

che tristezza……e questo sarebbe uno autorizzato a scrivere sui giornali??? (non oso dire giornalista xxchè sarebbe davvero troppo). riflettendoci bene forse sua madre avrebbe fatto meglio a leggere qualche libro in più, sopratutto la sera in cui lo ha concepito…..ci saremmo risparmiati di leggere e ascoltare un sacco di stupidaggini del suo bimbo prodigio.

Silvia

I Libri fanno ragionare. Metti un libro in mano a uno schiavo e ne farai un uomo libero. Le donne sanno quello che vuol dire spezzare le catene di un’agghiacciante ignoranza, quando è accompagnata dalla malafede e da un maschilismo indegno senza pari

Michael

Vedo che l’autore dell’articolo ha compreso pienamente come la valorizzazione della donna sia importante per il futuro italiano… complimenti.. praticamente al pari delle vacche da monta.. e tutto ovviamente per evitare che ” negri o albanesi” ci sovrastino, che tristezza. Penso che in questa forma di maschilismo/xenofobia ci sia qualche problema psicologico, Freud avrebbe il suo bel da fare. E non venitemi a dire che è una provocazione voluta e consapevole perchè anche le provocazioni devono avere un senso e questa un senso non ce l’ha. Ci sarebbero mille modi per smontare il suo intero discorso mio caro autore ma probabilmente non ne vale nemmeno la pena, non si aspetti di meritare la dignità di essere linciato perchè dimostra di essere talmente una nullità di non meritare nemmeno il linciaggio in pubblica piazza, solo un consiglio : si faccia curare.

di Mina Cappussi 

Redazione Umdi Luana

sono di San Polo Matese ed ho 28 anni. Nella vita sono mamma a tempo pieno di un bambino di 3 anni e mezzo! Sono diplomata in Scienze Sociali, e iscritta al terzo anno di Lettere e Beni Culturali. Amo la natura, e il periodo primaverile è il mio preferito. Ho molti hobby, di fatti lavoro ad uncinetto, punto croce e pannolenci! Sono appassionata di arte, e ammiro in particolar modo Canova.