Rotte Mediterranee Visione Circolare. Modica in mostra alla Casa Museo Andersen Roma

Rotte Mediterranee Visione Circolare. Modica in mostra alla Casa Museo  Andersen Roma

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Rotte Mediterranee Visione Circolare per ritrovare quelle atmosfere magiche eppure reali che l’artista crea con segni e colori unici che avevamo visto già nella stessa sede nel 2021.

Giuseppe Modica torna oggi prepotente e ammaliante nella mostra dal titolo “Rotte mediterranee e visione circolare”, curata da Maria Giuseppina Di Monte e Gabriele Simongini. Apprezzato artista in ambito nazionale e internazionale, siciliano di origine, ma residente da anni nella Capitale, se pure è considerato uno dei principali esponenti di una “nuova metafisica” nella pittura italiana del secondo Novecento, Modica presenta tuttavia una sua espressività tutta particolare, che coinvolge sempre lo spettatore in un’aura unica e speciale.

Rotte Mediterranee Visione Circolare al Museo Andersen

Ecco così come gli spazi della Casa Museo Hendrik Christian Andersen diretta da Maria Giuseppina Di Monte e afferente alla Direzione Musei statali di Roma, guidata dal Direttore Generale Musei Prof. Massimo Osanna, hanno accolto un vero e proprio evento.

Il progetto sostenuto dal PAC 2022-2023

Si tratta infatti di un prestigioso progetto ideato da Giuseppe Modica, dal titolo assai suggestivo e programmatico di “Rotte mediterranee e visione circolare ”. Ed è stato proprio tale progetto che, sostenuto dal PAC 2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha permesso l’acquisizione di due opere di Modica: “Melanconia” e “Mediterraneo”(2017, olio su tavola) e “Rifrazione. Atelier” (2020, olio su tela).

Oli inediti su tela

Ed eccoci al percorso della attuale esposizione: venti gli oli su tela, quasi tutti inediti e realizzati dall’artista in anni recenti, esposti nella sala del primo piano della Casa Museo ed è lo stesso artista che così ci accompagna nella loro visione: “ Il Mediterraneo non è inteso come una mitica Arcadia, ma come un luogo segnato da plurime vicissitudini”.

Le varie tonalità del suo eccezionale blu

Ed è appunto la visibilità che Modica ottiene di questo “flusso circolare” con l’uso delle varie tonalità del suo “eccezionale blu”, che trovano il proprio armonioso immergersi nel tempo, la luce e la memoria, quest’ultima “nelle sue accezioni di memoria personale, culturale,antropologica”. E la scelta del blu, come ci spiega l’artista, dipende dalla consapevolezza che si tratti proprio del “colore dell’atmosfera e della lontananza” ma anche “della spiritualità e della contemplazione”.

Rotte Mediterranee Visione Circolare per “sentire” il respiro del Mediterraneo

Ma accanto al blu ecco affacciarsi i rossi e gli ocra che vivificano l’atmosfera con “l’energia vitale della luce” di cui il blu apparirebbe come contrappunto “necessario alla luce”. e come suggerisce Modica: “è il colore del respiro, della libertà e della vastità del firmamento.”  Si sente, in queste opere, il “respiro” del Mediterraneo, di quel mare che il nostro artista conosce molto bene, avendo vissuto la prima parte della sua vita in quel luogo che sul Mediterraneo si affaccia: la cittadina di Mazara del Vallo: quel “Mare Nostrum” oggi coinvolto nei pesanti problemi della migrazione.

Modica è riuscito a fare ciò che Cezanne agognava

E così scrive Maria Giuseppina Di Monte, Direttrice della Casa Museo: “Modica è riuscito a fare ciò che Cézanne insegnava e agognava ovvero realizzare un’immagine, perché questo è il compito della pittura, al di fuori e al di sopra di ogni compromissione linguistica e/o letteraria.

Luce, aria, geometria, prospettiva

Questo principio di verità porta Modica a lavorare con la luce e l’aria: la prima crea il colore e la seconda ne avvolge le forme. Ancora due fattori vanno tenuti in conto: la geometria e la prospettiva, fondamenti irrinunciabili della pittura.”

Rotte Mediterranee Visione Circolare e immagini sospese

Come scrive Gabriele Simongini:” Modica riesce perfino, in alcune fra le opere più significative esposte in mostra, a condensare magnificamente in immagini sospese, ma intense, la tragedia che ha trasformato il “Mare Nostrum” dei romani in “Mare Monstrum”.

Per informazioni ([email protected])

Per prenotazioni si può chiamare il numero +39 063219089

Casa-museo Hendrik Christian Andersen. Qualche info

La Casa-museo dello scultore norvegese-americano Hendrik Christian Andersen (Bergen, 1872 – Roma, 1940), vissuto a Roma dalla fine del XIX secolo fino alla morte si trova in una Palazzina da lui stesso fatta costruire e decorata a partire dal 1922 in stile eclettico neo-rinascimentale. Sul portone d’ingresso campeggia la scritta Villa Helene, una dedica dello scultore alla propria madre. Al piano terra si trovano due grandi atelier con le opere dell’artista, al primo piano la sua abitazione, ora utilizzata per mostre temporanee dedicate ad artisti stranieri dell’Otto e del Novecento fino alla contemporaneità.

Nel Museo si conservano le opere dello scultore e pittore Hendrik Christian Andersen. La collezione delle opere (oltre duecento sculture di grandi, medie e piccole dimensioni in gesso e bronzo; oltre duecento dipinti e oltre trecento opere grafiche) si segnala per la sua eccezionalità essendo quasi interamente incentrata attorno all’idea utopica di una grande “Città mondiale, destinata ad essere la sede internazionale di un perenne laboratorio di idee nel campo delle arti, delle scienze, della filosofia, della religione, della cultura fisica.

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Luisa Chiumenti

Architetto, progettista e Direttore Lavori per committenze pubbliche e private per edilizia scolastica, piani urbanistici, restauri, recupero e valorizzazione di edilizia industriale. CTU del Tribunale di Roma, nata a Milano il 30 maggio del 1940. Docente presso Istituti Superiori e presso la Facoltà di Ingegneria di Roma La Sapienza, relatrice in Master, Seminari e corsi di aggiornamento presso sedi universitarie (Roma e Reggio Calabria).