OMS indagini a Wuhan: “La Cina – afferma l’Oms – ci ha negato dati chiave sull’origine del virus”. La presa di posizione arriva dopo che l’Amministrazione Biden aveva denunciato che gli esperti sono stati costretti dalle autorità cinesi a manipolare i dati
OMS indagini a Wuhan, portate avanti per identificare le origini del virus. Per quanto il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus affermi che la missione degli esperti a Wuhan abbia portato i suoi frutti, aggiungendo importanti informazioni; più passano i giorni e più crescono le voci critiche a livello internazionale sui risultati ottenuti. Tanto più che gli stessi componenti della squadra, dopo essere rientrati dalla Cina, ora denunciano che le autorità di Pechino hanno «rifiutato alcuni dati chiave» agli studiosi arrivati sul campo per tentare di capire dove abbia avuto origine il coronavirus che alla fine del 2019 ha innescato la pandemia con cui siamo ancora tutti alle prese.
OMS indagini a Wuhan: anche la Casa Bianca è preoccupata
Con la sconfitta di Donald Trump, a Washington sono cambiati l’amministrazione e i toni, non c’è più nessuno infatti ad accusare apertamente l’OMS di essere troppo vicino a Pechino. Non sembra essere però mutato l’atteggiamento critico nei confronti dell’agenzia delle Nazioni Unite. Dalla Casa Bianca hanno espresso preoccupazioni sull’esito dell’indagine condotta in Cina e interrogativi su come è stata portata a termine, evocando lo spettro di «interventi o alterazioni» da parte del governo cinese e ribadendo «l’imperativo che questo rapporto sia indipendente». A Pechino, d’altro canto, l’amministrazione americana di Joe Biden è tornata a chiedere di nuovo con insistenza, per bocca del consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, che «renda disponibili i suoi dati fin dai primi giorni dell’epidemia».
I dati negati dalla Cina ai ricercatori Oms
Una richiesta, a quanto pare, condivisa dagli stessi autori della ricerca che li ha visti impegnati per due settimane. Uno dei membri della squadra, il microbiologo Dominic Dwyer, ha denunciato che a fronte della domanda di ottenere i dati grezzi sui pazienti dei primi casi, agli esperti sarebbe stato dato dai cinesi solo un riassunto. Lo stesso capo della missione, Peter Ben Embarek, ha espresso la sua frustrazione per la mancanza di accesso alle informazioni richieste, sottolineando la necessità di avere dati in più. La prossima settimana il team dovrebbe render pubblico un primo rapporto su quanto ottenuto in Cina e presentarlo in conferenza stampa a Ginevra, dove ha sede l’Oms.
Il direttore dell’agenzia Ghebreyesus ha sostenuto, dopo avere parlato con la squadra, che «tutte le ipotesi rimangono aperte e richiedono ulteriori analisi e studi». Questo dopo che qualche giorno prima, quando erano ancora in Cina, gli esperti inviati sul campo erano sembrati invece escludere almeno una delle ipotesi: quella del virus sfuggito a un laboratorio, derubricata a «scenario da film».
- BMTA Paestum XXVI edizione, tra archeologia e cultura
- Aiutare la gente malata in Brasile. Cosi Mariana Narducci Vieira studia medicina.
- Ufo in Italia. A Pomezia si Radunano i massimi esperti
- Rushmore e la sindrome di Peter Pan. Cineforum Place of Ideas con Un Mondo d’Italiani a Bojano
- Francia sull’orlo lockdown. Situazione Covid difficile per il paese