Focolai covid nei macelli: tutti i pericoli dell'allevamento intensivo

Focolai covid nei macelli: tutti i pericoli dell’allevamento intensivo

Attualità

Focolai covid nei macelli: nuovi focolai Covid che, nei macelli industriali ribadiscono le criticità di un sistema inquinante e disumano. 

Focolai covid nei macelli: sembra proprio che il settore della lavorazione delle carni, stia registrando una maggiore incidenza dei casi di infezione da Covid-19. Dati che dovrebbero portarci a riflettere sul consumo abitudinario di carne e non perchè, come si potrebbe pensare, questa possa essere pericolo di contagio.

Dopo la Germania anche in Italia si sono registrati focolai di Covid19 tra i lavoratori delle aziende di macellazione e trasformazione della carne suina.(LEGGI QUI)

L’istituto federale tedesco tramite uno studio per la valutazione del rischio, il BfR che mostra come i maiali, polli e altri animali da carne non si infettano non possono quindi contagiare l’uomo attraverso la catena alimentare diretta.

Allevamento industriale dannoso per l’uomo

La maggiore incidenza di casi di contagio nel settore della lavorazione della carne trova spiegazioni nelle situazioni ambientali che si vengono a creare nelle grandi aziende di macellazione. Proprio l’ambiente del mattatoio in sé si presenta come ideale per la trasmissione del virus, perché la lavorazione della carne comporta temperature basse con un’elevata umidità e vaporizzazione. Ci sono poi fasi della lavorazione come quella del porzionamento e del disossamento che viene fatto spalla a spalla, in catena di montaggio, per ottimizzare i tempi. E a questa già difficile situazione si aggiungono le condizioni in cui la manodopera, spesso straniera, vive anche al di fuori del luogo di lavoro: affollamento abitativo, spesso in condizioni di promiscuità e scarsa igiene.

Focolai covid nei macellai: Slow Meat campagna promotrice di un responsabile consumo di carne

Quello che questi focolai mettono in evidenza sono dunque gli eccessi di un sistema di produzione di carne a basso costo e i danni del consumo di massa di prodotti animali. Attraverso la campagna Slow Meat, Slow Food è impegnata a promuovere un consumo più attento e responsabile di carne. Occorre mangiarne meno e di migliore qualità tenendo in considerazione il benessere animale e l’impatto ambientale delle nostre scelte di consumo. Questo è possibile evitando carne e i trasformati provenienti da allevamenti intensivi e da fabbriche. Informarci di più e meglio, su alimenti sostenibili, dove spesso le razze sono autoctone e gli animali pascolano in libertà e sono nutriti con foraggi, fieno, miscele di cereali e leguminose del territorio.are anche sotto il profilo normativo la fase della macellazione, per riavvicinarla ai luoghi in cui gli animali sono cresciuti.

Cosa impone la legislazione europea?

La legislazione europea obbliga infatti gli allevatori, se vogliono commercializzare la carne dei loro animali, a portarli nelle grandi strutture autorizzate per essere abbattuti. Anche in Italia come in altri Paesi europei stanno nascendo progetti sperimentali. La speranza è che queste esperienze che si allontanano da un approccio industriale e vanno nella direzione di una maggiore tutela del benessere animale possano consolidarsi e farsi agenti di un cambiamento culturale oltre che normativo.

 

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Ilaria Sabbatino

Studentessa di Informatica all'Università del Molise, 22 anni, maturità tecnico economica (ragioneria). Attualmente presto Servizio per l'Italia come volontaria del Servizio Civile Universale progetto Molise Noblesse e sono stagista per il Corso di Giornalismo della Scuola di Giornalismo UMDI. Amo gli animali, in particolare i cani, mi piace l'estate e il mare. Adoro la danza Classica, attività che ho svolto per nove anni.

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