Carta docente ai precari. 500 euro ogni anno con il ricorso Anief. Vincono da Vercelli a Marsala

Carta docente ai precari. 500 euro ogni anno con il ricorso Anief. Vincono da Vercelli a Marsala  

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Carta docente ai precari riconosciuta dal Tribunale Civile e del Lavoro del comune siciliano, dopo le pronunce similari ottenute dal giovane sindacato che si è distinto, nel panorama italiano, per essere stato l’unico a difendere i docenti sospesi a causa della insulsa norma sul green pass. Ecco come presentare ricorso: 500 euro all’anno per quattro anni massimo per tutti i precari della scuola e delle amministrazioni pubbliche

Carta docente ai precari della scuola, delle altre amministrazioni, della P.A. Ennesima vittoria di Anief, il sindacato guidato da Marcello Pacifico, che passerà alla storia per aver difeso i lavoratori della scuola dalle norme vessatorie e inique dei DPCM del passato governo. Continuano ad arrivare giorno dopo giorno le sentenze che da Nord a Sud Italia obbligano il ministero dell’Istruzione a rimborsare gli insegnanti precari per la mancata assegnazione della carta del docente da 500 euro l’anno.

Carta docente ai precari autorizzata dal Tribunale di Marsala

II Tribunale Civile e del Lavoro di Marsala ha fatto segnare un ulteriore goal al giovane e coraggioso sindacato della scuola che non si era allineato al mainstream durante la gestione pandemica: una docente aveva sottoscritto contratti di supplenza annuale negli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022, il giudice adito con il supporto di Anief le ha riconosciuto i mille euro negati dallo Stato

“Il ricorso è fondato – si legge nel dispositivo – in quanto l’art. 1 comma 121, della l. n. 107/2015 – nel menzionare solo i docenti di ruolo tra i destinatari della c.d. Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente”, non è conforme “alla regola prevista dalla clausola n. 4, par. 1, dell’Accordo Quadro allegato alla Direttiva 1999/70/CE secondo cui “Per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive”. T

Carta docente ai precari delle amministrazioni e della P.A.

Tale norma, ha spiegato il giudice, “è applicabile anche ai rapporti di lavoro a tempo determinato conclusi con le amministrazioni e con altri enti del settore pubblico (cfr. ordinanza del 22 marzo 2018, Centeno Meléndez, C-315/17, punto 39)”.

Marcello Pacifico: Il bonus annuale da 500 euro è un diritto di tutti

La sentenza di Marsala arriva dopo ben 4 sentenze vittoriose a Vercelli. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “sulla carta del docente è inequivocabile che abbiamo vinto a mani basse: i pareri favorevoli della Corte di Giustizia europea dello scorso mese di maggio, come pure quello del Consiglio di Stato, del resto, non possono essere sovvertiti. I precari non possono essere estromessi dall’accesso all’aggiornamento già previsto. E tutto avviene con tempi di discussione sempre più ridotti. Consigliamo tutti i docenti che hanno svolto supplenze annuali dopo il 2016, anche a quelli che nel frattempo sono entrati in ruolo, a presentare ricorso al giudice con i legali Anief: il bonus annuale da 500 euro annuo è un loro diritto”.

Carta docente ai precari: Sentenza di non discriminazione

Alla base della sentenza del Tribunale di Marsala, il  principio di non discriminazione reiteratamente eccepito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che in più occasioni ha precisato che il principio di non discriminazione richiede che situazioni comparabili non siano trattate in maniera diversa e che situazioni diverse non siano trattate in maniera uguale, a meno che tale trattamento non sia oggettivamente giustificato (cfr. sentenza del 5 giugno 2018, Grupo Norte Facility, C-574/16, EU:C:2018:390, punto 46). A tale riguardo, il principio di non discriminazione è stato attuato e concretizzato dall’accordo quadro soltanto riguardo alle differenze di trattamento tra i lavoratori a tempo determinato e i lavoratori a tempo indeterminato che si trovano in situazioni comparabili (sentenza del 5 giugno 2018, Grupo Norte Facility, C-574/16, EU:C:2018:390, punto 47 e giurisprudenza ivi citata). La Corte ha inoltre precisato che, al fine di valutare se le persone interessate esercitino un lavoro identico o simile nel senso dell’accordo quadro occorre stabilire, conformemente alla clausola 3, punto 2, e alla clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro, se, tenuto conto di un insieme di fattori, come la natura del lavoro, le condizioni di formazione e le condizioni di impiego, si possa ritenere che tali persone si trovino in una situazione comparabile (sentenza del 5 giugno 2018, Grupo Norte Facility, C-574/16, punto 48).

E veniamo alle “ragioni oggettive” di cui alla clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro. La Corte Europea ha precisato come la disparità di trattamento constatata sia giustificata dalla sussistenza di elementi precisi e concreti, che contraddistinguono il rapporto di impiego di cui trattasi, nel particolare contesto in cui s’inscrive e in base a criteri oggettivi e trasparenti, al fine di verificare se tale disparità risponda a una reale necessità, sia idonea a conseguire l’obiettivo perseguito e risulti necessaria a tal fine. Tali elementi possono risultare, segnatamente, dalla particolare natura delle funzioni per l’espletamento delle quali sono stati conclusi contratti a tempo determinato e dalle caratteristiche inerenti alle medesime o, eventualmente, dal perseguimento di una legittima finalità di politica sociale di uno Stato membro (sentenza del 20 giugno 2019, Ustariz Aróstegui, C-72/18, EU:C:2019:516, punto 40 e giurisprudenza ivi citata)”.

Docenti part time e in prova favoriti rispetto ai precari

“La Carta è erogata – prosegue Pacifico – per lo stesso valore nominale, ai docenti part-time (il cui impegno didattico ben può, in ipotesi, essere più limitato di quello dei docenti a tempo determinato) e persino ai docenti di ruolo in prova, i quali potrebbero non superare il periodo di prova e, così, non conseguire la stabilità del rapporto. Sicché, è stato affermato che paradossalmente “a seguire l’opzione della P.A., vi sarebbero dei docenti che beneficerebbero dello strumento pur senza essere impegnati, al momento, nell’attività didattica, mentre altri docenti, pur svolgendo diversamente dai primi l’attività didattica, non beneficerebbero della Carta e, quindi, sarebbero privati di un ausilio per il loro aggiornamento e la loro formazione professionale” (cfr. Cons. Stato n. 1842/2022)”.

Disatteso anche il C.C.N.L. del Comparto Scuola

“Del resto, l’esclusione tra i destinatari della Carta dei docenti a tempo determinato appare irragionevole anche alla luce del dettato di cui all’art. 282 del D.lgs. n. 297/94, all’art. 28 del C.C.N.L. del Comparto Scuola del 4 agosto 1995 e agli artt. 63 e 64 del C.C.N.L. del Comparto scuola del 27 novembre 2007. Dalla lettura di tali norme emerge che la formazione costituisce un diritto e dovere del personale docente e che il Ministero è tenuto a fornire strumenti, risorse e opportunità che garantiscono la formazione non solo al personale a tempo indeterminato”.

Il giudice conferma la carta e compensa le spese

In conclusione, “discende dalle superiori assorbenti considerazioni che la ricorrente ha diritto ad usufruire della Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione di cui all’art. 1, co. 121, della L. 13 luglio 2015 n. 107.  Atteso che dalla documentazione in atti emerge pacificamente che la ricorrente abbia prestato attività di docenza a tempo determinato negli anni scolastici sopra indicati, l’amministrazione convenuta va dunque condannata alla corresponsione in suo favore della c.d. carta docenti e ciò al fine di sostenerne la formazione. L’assoluta novità della questione trattata, l’esistenza di orientamenti giurisprudenziali non univoci in materia e la complessità della questione trattata giustificano l’integrale compensazione delle spese di lite”.

Carta docente ai precari: come fare ricorso

Per aderire al ricorso gratuito che permette di recuperare i 500 euro l’anno negati ai precari per la formazione e l’aggiornamento professionale occorre innanzitutto associarsi ad Anief. Sul sito Anief si può aderire al ricorso; inviare la scheda rilevazione dati. Altrimenti ci si può recare in una delle tante sedi Anief per farsi aiutare dal personale, sempre disponibile, competente e gentile. Che aspetti?

Ecco qui il link per aderire sul sito ANIEF.

Oppure si può chiamare uno qualsiasi degli sportelli Anief o i coordinatori regionali. Qui il numero o la mail del coordinatore regionale del Molise, Angelo Di Palma

Inoltre è di questi giorni l’apertura di uno Sportello ANIEF a Bojano. Per info chiamare 3388918290. Il ricorso, come dicevamo, è gratuito e restituisce dalle 500 ai 2000 euro ai quali si aveva diritto.

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Mina Cappussi

Sono nata il 14 luglio, che è tutto dire! Docente a contratto per l’UNIVERSITA’ ROMA TRE, Facoltà di Lettere, dipartimento di Linguistica, Corso di “Metacomunicazione sul Web e New Media” Laureata con Lode in Scienze Politiche, Master in Management Sanitario Professionale di II livello Master in Diritto del Minore Roma Sapienza, Master in Didattica professione Docente, Perfezionamento in Mediazione Familiare e consulente di coppia Università Suor Orsola Benincasa Napoli, Diploma di Counselor, Master sull’Immigrazione e le Migrazioni Italiane Università Venezia, Master in studi su Emigrazione Forzata e dei Rifugiati - University of Oxford, Master Class in Giornalismo Musicale, Diploma DSA, Diploma Tecnologo per l'Archeologia Sperimentale. Scrittrice, saggista, giornalista, artista, iscritta all’Ordine dei Giornalisti, International Press Card Federation of Journalists, Direttore e Publisher dal 2008 del quotidiano internazionale UN MONDO D’ITALIANI