Alzheimer: la causa è da ricercare nella parte del cervello che produce dopamina

Alzheimer: la causa è da ricercare nella parte del cervello che produce dopamina

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La causa e la progressione della forma di demenza degenerativa più nota non sono ancora ben compresi. Fino ad ora l’area tegmentale non era stata approfondita perché è un’area del sistema nervoso centrale abbastanza difficile da indagare. Anche le padelle in alluminio sono collegate alle malattie degenerative perché rilasciano prodotti tossici dannosi per la salute.

Alzheimer: è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante con esordio in età presenile (oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche precedentemente). Il sintomo precoce più frequente è la difficoltà nel ricordare gli eventi. Con l’avanzare del tempo si possono avere sintomi come: l’afasia, il disorientamento, cambiamenti d’umore, depressione, incapacità di prendersi cura di sé, problemi nel comportamento. Ciò porta il soggetto ad isolarsi dalla società e dalla sua famiglia. A poco a poco, le capacità mentali vengono meno. L’aspettativa media di vita va dai tre ai  nove anni. La patologia è stata descritta per la prima volta nel 1906, dallo psichiatria tedesco Alois Alzheimer. La causa e la progressione della malattia non sono ancora ben compresi. La ricerca indica che la malattia è associata a placche amiloidi e ammassi neurofibrillari riscontrati nel cervello.

Lo scorso 3 aprile la rivista “Nature Communications” ha aggiunto un tasso importante nella comprensione dei meccanismi di avvio della malattia: il responsabile del morbo non si deve ricercare nell’ippocampo, ma nella parte del cervello che produce la dopamina, un neurotrasmettitore fondamentale per alcuni meccanismi di comunicazione tra i neuroni. Senza la dopamina, quindi, i neuroni non funzionano. “Abbiamo effettuato – ha dichiarato il professore di Fisiologia Umana e Neurofisiologia all’Università Campus Bio-Medico di Roma, Marcello D’Amelio – un’accurata analisi morfologica del cervello e abbiamo scoperto che quando vengono a mancare i neuroni dell’area tegmentale ventrale, che sono quelli che producono la dopamina, il mancato apporto di questo neurotrasmettitore provoca il malfunzionamento dell’ippocampo, anche se le cellule di quest’ultimo restano intatte”. Fino ad ora nessun ricercatore aveva pensato che altre aree del cervello potessero essere coinvolte nella comparsa della malattia. “L’area tegmentale – continua D’Amelio – non era stata approfondita perché si tratta di una parte profonda del sistema nervoso centrale, particolarmente difficile da indagare a livello neuro-radiologico”. Da diversi studi risulta che anche le normali padelle in alluminio rivestito sono associate alle patologie neuro-degenerative come la SLA e l’Alzheimer. Il metallo si trova anche nelle lattine, nei cartoni tipo latte e lo si trova anche a contatto con il cibo, in alcune vaschette, nei fogli di alluminio, ma anche in molti farmaci e vaccini. Infatti c’è un aumento delle malattie ad esso legate anche se non si afferma il legame. L’alluminio rilascia sostanze specialmente quando è a contatto con cibi acidi. Quindi, l’invito è quello di stare attenti a scegliere le padelle con cui si cucina: sono comparse sul mercato le padelle in alluminio con rivestimento aggiunto di varie polveri di pietra, roccia o ceramica. Questi materiali sono meno pericolosi, ma occorre avere la garanzia che essi siano puri e non mescolati con altri prodotti tossici. Il consiglio è quello di utilizzare a turno diverse padelle. In questo modo nessuna sostanza dannosa potrà essere presente nel nostro corpo.

di Giuseppe Priolo

Redazione Umdi Luana

sono di San Polo Matese ed ho 28 anni. Nella vita sono mamma a tempo pieno di un bambino di 3 anni e mezzo! Sono diplomata in Scienze Sociali, e iscritta al terzo anno di Lettere e Beni Culturali. Amo la natura, e il periodo primaverile è il mio preferito. Ho molti hobby, di fatti lavoro ad uncinetto, punto croce e pannolenci! Sono appassionata di arte, e ammiro in particolar modo Canova.