Enzo Siviero in Sicilia, il racconto del suo ultimo viaggio, dal 13 al 16 settembre. Da Caltagirone ai Nebrodi, passando per Militello in Val di Catania, Catania e Sant’Agata di Militello. In tribunale per una perizia, l’incontro con i giovani alla sede eCampus e un matrimonio casuale
Enzo Siviero in Sicilia per un viaggio di lavoro da Caltagirone ai Nebrodi. Dal 13 al 16 settembre, il più grande promotore del “Ponte del Mediterraneo”, meglio conosciuto come Ponte sullo stretto di Messina, si è recato in una delle due isole italiane, nella regione conosciuta dai Greci come Trinacria. “La mia ennesima incursione in Sicilia. Questa volta ben più articolata – commenta il famoso ingegnere – A Caltagirone in tribunale per fornire chiarimenti sulla perizia redatta con i colleghi Salvatore Troia e Luigi Bosco relativa al crollo di un ponte ferroviario una decina d’anni fa”. L’archistar riporta ogni dettaglio: “Il volo Venezia Catania di domenica 13 settembre nel tardo pomeriggio è regolare. Un tempo tanto incredibilmente bello in Veneto alla partenza, quando, con mia grande delusione, piovigginoso all’arrivo. Io mi sono sempre illuso che in Sicilia il sole la facesse da padrone ben sapendo che così non può essere. Tant’è!”
Enzo Siviero in Sicilia, tra fiumare e gole dell’Alcantara
“Del resto, la natura dell’isola con i suoi ampi spazi verdi, le fiumare sempre vive, le straordinarie gole dell’Alcantara, la neve sull’Etna e via di seguito, di certo non possono lasciare dubbio alcuno. Ma infine forse meglio così. – sostiene il rettore eCampus – Dopo la pioggia c’è sempre il sole e molto spesso anche quel miracolo della natura rappresentato dall’arcobaleno (rainbow in inglese, arc-en-ciel in francese, Regenbogen in tedesco, Arco iris in portoghese e Spagnolo, tutte bellissime espressioni). Una ricchezza che allieta lo spirito e ‘intenerisce il cuore’”.
Militello in Val di Catania
“Ebbene una bellissima scoperta mi attendeva ancora: Militello in Val di Catania. Una ridente cittadina che, pur da me percorsa di sfuggita, colpisce per la ricchezza dei suoi monumenti che ben fa capire perché faccia parte del patrimonio Unesco. Le chiese e le case, le piazzette e i vicoli che poco spazio lasciano alle auto, rendono il tutto a misura d’uomo – descrive Siviero – Da subito si percepisce un’atmosfera quasi intima, e d’incanto ci si sente in famiglia. L’amico Salvatore mi porta in un ristorante molto suggestivo il cui nome “U’ Trappitu”, con all’interno a far mostra di sé, una vecchia macina per le olive, che già indica un forte radicamento ai luoghi e alla loro cultura. Per non dire della sontuosa cena a base di pesce crudo che ha chiuso la mia serata. Semplicemente straordinaria! Ma ancora mi attendeva un’altra piacevole sorpresa: una splendida stanza in un suggestivo B/B. Di meglio non avrei potuto immaginare. Il mio sentito grazie a Totò (così tutti chiamano Salvatore…) e alla sua preziosa amicizia”.
Caltagirone e i ponticelli storici
“La mattina successiva, lunedì 14, trasferimento a Caltagirone percorrendo improbabili strade (meglio dire quasi stradine), di cui si vive l’antica storia. Strette, tortuose, mal segnalate con fondi stradali alquanto dissestati, ma con un panorama circostante denso di umanità. Un paio di ponticelli che trasudano storia – racconta colpito il progettista – Meravigliosi alberi di ulivo che sembrano raccontare la sofferenza nel crescere, esibendo il loro tronchi contorti. Qualche casolare sparso qua e là come segni di una vita secolare che ancor oggi, seppur ridotta al lumicino, mostra la luce della propria tradizione. Una leggera nebbiolina rendeva l’intorno un po’ ovattato a tutto vantaggio di ulteriori suggestioni emotive per l’immaginario che se ne poteva percepire. Ricordavo Caltagirone per le sue ceramiche e per quella scala senza fine che una volta ebbi l’ardire di percorrere in salita. E ne serbo ancora l’immensa fatica e l’emozione senza pari. Poi l’arrivo alquanto deludente. Il tribunale di Caltagirone è un edificio imponente ma di qualità architettonica assai modesta. Come spesso accade nei palazzi di giustizia non recenti, è mal tenuto, quasi trasandato. Ma nel suo complesso abbastanza efficiente”.
Crollo del ponte ferroviario, la perizia
“Dopo un paio d’ore di attesa, senza alcuna indicazione preventiva delle domande che sarebbero state poste, ecco finalmente la nostra audizione che dura essa pure un paio d’ore – riferisce l’Ing. Enzo Siviero in Sicilia per lavoro – A turno spieghiamo o meglio esplicitiamo con linguaggio non tecnico, taluni dettagli della nostra perizia. Io in particolare, forte del mio insegnamento di Costruzioni e Strutture (compresi i Ponti) agli allievi architetti a Venezia, non ho difficoltà a “raccontare” in termini comprensibili ai non addetti, ciò che è successo ovvero, per quanto possibile i motivi del crollo. Sono convinto di aver colto nel segno. In fondo, la trasmissione del sapere è sempre stato il sale della mia vita e da ingegnere mi ritengo un privilegiato ad aver insegnato, credo con discreto successo allo IUAV di Venezia, (almeno a sentire i miei ex studenti che incontro ancora dopo decenni…)”.
Enzo Siviero in Sicilia, ai piedi dell’Etna
“Nel pomeriggio trasferimento a Catania (fortunatamente senza sosta al ristorante…pericolo scampato per il mio peso!) – narra il docente – Nella locale sede di eCAMPUS sono accolto con grande affetto (credo non solo perché ne sono rettore ma soprattutto per il mio grande amore per la Sicilia e i siciliani) in particolare dalla responsabile in loco, l’infaticabile e vulcanica Caterina Maugeri. Qui incontro un giovane ingegnere, Andrea Santangelo, catanese davvero “prestato” al mondo, per il suo prestigioso impegno oltre oceano. Sapendomi un grande fautore del Ponte di MESSINA, mi confessa che da molto tempo mi voleva conoscere. Ammetto che mi piace incontrare i giovani e scambiare con loro più di qualche riflessione non solo tecnica ma soprattutto umana. Eccomi dunque quasi fortunosamente, per i miei numerosi impegni, pronto ad una bella chiacchierata”.
Ponte del Mediterraneo
“Abbiamo spaziato a tutto campo soffermandoci proprio sul tema del giorno (o meglio…del secolo…) IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA che io ho emblematicamente ribattezzato PONTE DEL MEDITERRANEO; attesa la sua valenza strategica che va ben oltre la tanto declamata, ma non ancora concretamente realizzata, “Metropoli dello Stretto” – rapporta l’archistar Siviero – In effetti, l’occasione straordinaria dei finanziamenti europei, indurrebbe chiunque a puntare su quest’opera già cantierabile. Ma le diatribe politiche e una acclarata miopia istituzionale puramente strumentale, più attenta all’oggi che al domani, sembra ancora una volta impedirne la realizzazione, o quanto meno, senza alcuna visione strategica di vera prospettiva per i nostri giovani, ne rende sempre più complicata l’attuazione. Eppure… Sarebbe questa anche l’occasione per la rivisitazione di un progetto, pur già straordinario, ma che andrebbe aggiornato, alla luce dei nuovi materiali e di talune innovazioni tecnologico costruttive dopo una decina d’anni dalla sua approvazione. Tanto più necessaria, per fare un ulteriore salto di qualità a tutto vantaggio del Meridione, dell’Italia, dell’Europa e dell’intero Mediterraneo”.
Rispetto della tradizione locale
“Il trasferimento a Sant’Agata di Militello non è così immediato. Come spesso accade non sapevo esattamente dov’ero alloggiato. So bene che mi trattano con i guanti e a me non può che far piacere. Ma stavolta la mia sorpresa è stata davvero grande – riferisce l’ingegnere, rettore di eCampus – Arrivo in collina in un hotel ristorante dal nome intrigante Antica Filanda. Un matrimonio in corso non mi disturba, tutt’altro! Da un segno di gioia per nuove vite che a breve si affacceranno a questo nostro forse fin troppo “instabile” mondo. Nel matrimonio ho sempre visto il sancire della famiglia. Quella che negli ultimi decenni sembra essersi affievolita e, purtroppo spesso dissolta. Ma qui al Sud le tradizioni sono ancora in gran parte intatte. Meglio così. Poco più di un centinaio di ospiti, rigorosamente contenuti nel numero a causa del COVID 19, a festeggiare il lieto evento. E, pur nel numero ridotto rispetto alle locali tradizioni, fanno sempre felici gli sposi e i loro cari”.
“Ateneo dei Nebrodi”
“La cena a quattro, con la “famiglia” Galati, padre e due figli più il cognato, tutti impegnati nel loro “Ateneo dei Nebrodi” (non è questa la dicitura legale ma a me piace etichettarla così), convenzionato con eCAMPUS tramite il mio amico Giandomenico Stilo è davvero eccellente, non solo per la qualità e la raffinatezza del cibo, ma anche per la saletta alle cui pareti fanno ben mostra una serie infinita di bottiglie di vino. Sì, una vera e propria cantina, con tutto il suo fascino – riporta Siviero – Non posso che complimentarmi con chi mi ospita. Del resto, finalmente da qualche decennio la Sicilia si è meritatamente collocata ai vertici mondiali della produzione vinicola. Con decine di “case” ormai famosissime e pluripremiate. La cena, non banale, si è poi arricchita con considerazioni ampie spaziando dalla politica alla sociologia, dall’economia ai costumi, soffermandosi ovviamente sulle notevoli potenzialità di sviluppo di eCAMPUS nei Nebrodi. Ecco il perché della mia immediata ridenominazione di questo polo. Inutile ribadire che anche la mia stanza è di gran livello. Una finestra che si affaccia sulla vallata verso il mare e sia pure in lontananza lascia intravvedere le Eolie e con esse sogni e miti che da sempre le connotano…”
La quiete dopo la tempesta
“Anche se la stanchezza si faceva sentire, non ero affatto infastidito dal rumore dei convitati alle nozze che fino alle due del mattino non si sono acquietati. Giusto così! I festeggiamenti vanno rispettati nelle loro tradizioni! – commenta Siviero – La mattina scendo per colazione e trovo il giardino già perfettamente pulito. Una breve passeggiata. Qualche foto a un paio di ulivi secolari che tanto mi attraggono per le suggestioni che mi trasmettono come se fossero esseri viventi! Ma credo che a modo loro, lo siano davvero… ma ciò che mi abbaglia è il panorama sottostante. Quel che avevo intuito la sera prima, ora prende forma compiuta. Una collina piena di ulivi degradante verso il mare, quasi a rincorrerlo in un anelito di volontà di sintesi Terra-Mare. Quindi la storia dell’uomo che dal mare e dalla terra trae nutrimento, ma anche la difesa contro i predoni. Oggi se ne legge l’amena serenità. Ancora una volta la “quiete dopo la tempesta” un percorso millenario che dai tempi che furono, vive il presente nei ricordi del passato e proiettandosi in un futuro che mai avrà fine. Inevitabile pensare ad una vacanza in questo luogo magico quale base di partenza per inoltrarsi nei Nebrodi e farli propri, materializzando in noi la loro storia”.
Sant’Agata di Militello, l’incontro con la famiglia dell’ateneo
“E ora l’evento atteso a Sant’Agata di Militello. Un incontro con la grande famiglia dell’ateneo a noi di eCAMPUS strettamente collegato. – riporta Enzo Siviero – Una trentina di persone tutte giovani se non di età certamente di spirito, in grande prevalenza femminili (qui il problema del “genere” non è certamente forzato…) tutte piacevoli di aspetto e, non marginale, anche ispiranti istintiva e immediata simpatia. Una intervista alla TV locale con più di qualche domanda spinta verso il futuro dei giovani e le mie risposte puntuali e dense di speranza. Quella “speranza” che, interpretando Papa Francesco, anzi, andando ancora più in là, abbiamo il dovere di restituire loro, perché la nostra generazione gliel’ha rubata. Ed ecco la chiusura conviviale! Ancora l’Antica Filanda! Altra maratona culinaria di altissimo livello. Difficile resistere e infatti mi sono lasciato “corrompere” con il mio convinto assenso! Che dire? Il prezzo che pago ogni volta che mi affaccio al Sud è un kilo al giorno! Questa volta mi sa anche di più! Perché non era ancora finita! Mi attendeva l’ultimo passaggio”
Enzo Siviero in Sicilia, ultima tappa con tavola rotonda sul ponte
“Nel pomeriggio MESSINA. Per una tavola rotonda sul PONTE, promossa dall’ordine degli Architetti con il suo straordinario presidente Pino Falzea e la sua meravigliosa “segretario” (volutamente uso il maschile…) Anna Carulli – racconta il noto architetto italiano – Un’accoglienza a dir poco più che affettuosa. Non ostante il ritardo del mio arrivo, peraltro fisiologico quando ci sono eventi pubblici, tutto si è svolto nel migliore dei modi. Anche il dibattito, acceso e vivace, si è svolto in modo costruttivo. Il tema è attualissimo e a Messina l’interesse è a dir poco vitale! Ne va del loro e del nostro futuro! Un breve e inatteso intermezzo ha reso ancor più inusuale l’evento. Il prof Domenico Venuti nella sua veste di Presidente mi ha formalmente consegnato la pergamena di RICONOSCIMENTO SPECIALE DI MERITO quale “cittadino benemerito di Pro MESSINA Honesta”. Non ho difficoltà ad ammettere che ne sono profondamente e positivamente colpito e, da Uomo del Nord con il cuore che batte al Sud, anche molto orgoglioso”.
L’accogliente ospitalità siciliana
“Dulcis in fundo… altra sorpresa! – riporta l’ingegnere, noto per la sua conoscenza sui ponti – Ormai è ampiamente noto che la Sicilia è in crescita costante anche sul piano dell’accoglienza alberghiera, altro B/B di grande livello, e con grande originalità, dedicato al cinema. La mia stanza ampia, ben arredata e accogliente, è titolata in modo quanto mai azzeccato, “Il Gattopardo” e dotata di un incredibile letto a baldacchino. Ammetto che mi sono davvero sentito un re! Grazie alla ormai acclarata e splendida sicilianissima ospitalità!”
Viva la Sicilia, viva il Mediterraneo
“E la cena? Beh, avevo subodorato un altro “colpo gobbo”! E così è stato! Una cena eccezionale, non solo per il cibo indiscutibilmente eccelso, ma per la compagnia di Pino e Anna, con i quali ho amabilmente chiacchierato per un paio d’ore passate senza che ce ne accorgessimo, ancor più simpatica per la cortesia e la verve della giovane cameriera che nel servirci ha commentato i vari piatti allargandosi ad altri ambiti “culinari” ciò che ha reso ancor più piacevole la serata – conclude il racconto l’Ing. Enzo Siviero – Quando si è in Sicilia in compagnia di tali amici, il tempo passa velocemente e resta solo il rimpianto di non averne mai abbastanza! Così è fortunatamente! tal che il desiderio di ritornare si è acuito. Non solo per il Ponte ma per le genti, i luoghi, la cultura e la storia. Viva la Sicilia viva il Mediterraneo. Questo “grande lago” che chiede soprattutto all’Italia, un nuovo ‘Rinascimento’”.
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