Cure domiciliari contro Covid. Sgarbi zittisce Pregliasco

Cure domiciliari contro Covid. Sgarbi zittisce Pregliasco

Notizie/Cronaca

Cure domiciliari contro Covid è stato il dibattito principale che ha fatto nascere la lite molto accesa tra Vittorio Sgarbi e Fabrizio Pregliasco in un programma su La7 chiamato Non è L’Arena

Cure domiciliari contro Covid è stato l’argomento della puntata di “Non è L’Arena” su La7 condotto da Massimo Giletti, facendo litigare i due ospiti della serata Vittorio Sgarbi e Fabrizio Pregliasco.

Cure domiciliari contro Covid

Durante l’intervista su La7, Fabrizio Pregliasco ha ritenuto il protocollo domiciliare contro il Covid attuato da Andrea Stramezzi come “demenziale”, Vittorio Sgarbi ha preso le sue difese così: “Stramezzi così come altri, che sono colleghi di Pregliasco, siccome non hanno accettato la dottrina del Dio vaccino li avete trattati come delle merde!”, dopo la sua dura affermazione ribatte Pregliasco cercando di discolparsi: “Ma non è così dai”, ma Sgarbi non molla e risponde subito: “Come no? Lo stai facendo tu con lui, hai detto 4 volte demenziale”, e a quel punto il virologo conferma ciò che ha detto: “Ne sono totalmente convinto infatti!”.

La lite tra il critico d’arte e il virologo

La lite tra Sgarbi e Pregliasco è stata un botta e risposta continuo durato alcuni minuti in cui, il critico d’arte interviene così: “No, no, non è demenziale è una cura. Forse sbagliata ma non è affatto demente, lui è un uomo colto”, il virologo risponde: “Ma è un testimonial negativo perché dice queste cose quando è un collega medico”, e di nuovo Sgarbi: “Eh ma anche tu sei negativo perché tu hai distribuito come tutti in televisione la paura per una malattia che è di gran lunga meno importante del cancro”.

La paura è stata necessaria per poter fermare il virus?

Infine Fabrizio Pregliasco prova leggermente a discolparsi concludendo che la paura è stata necessaria per fermare una malattia tanto pericolosa e sconosciuta come il Covid, ma Sgarbi continua: “Non hai detto non fumate! Lo Stato ha tenuto aperto le tabaccherie e ha proibito di andare in bicicletta all’inizio”.

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