Coronavirus: ritorno a scuola da rinviare a settembre

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Franco Locatelli, il presidente del Consiglio superiore di sanità ha precisato che il ritorno a scuola potrebbe essere rimandato a settembre, la scuola è l’ultima ad aprire in quanto bisogna salvaguardare la salute degli studenti in primis. Dopo Pasqua, la ministra Azzolina comincerà a ragionare con le strutture del ministero anche su come organizzare la ripresa dell’anno scolastico a settembre.

(UMDI-UNMONDODITALIANI) Il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, ha precisato che, nonostante si tratti di una decisione del governo, il ritorno a scuola potrebbe essere rimandato a settembre, in modo da organizzare una riapertura per un nuovo anno scolastico. La scuola è l’ultima ad aprire in quanto bisogna salvaguardare la salute degli studenti in primis e, inoltre, l’apertura delle istituzioni scolastiche metterebbe in moto una mobilità sostenibile di milioni di persone tra dirigenti scolastici, docenti, personale ATA, studenti e genitori, e ciò innescherebbe un pericolo di ritorno di contagio e farebbe precipitare la situazione riportandola indietro. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, ancora prima dell’intervento di Locatelli, aveva assicurato che i ragazzi sarebbero tornati sui banchi solo se ci fossero state le condizioni per un rientro. Tuttavia, la data spartiacque che delineerà la modalità degli Esami di Stato è il 18 maggio. Dopo Pasqua, la ministra Azzolina comincerà a ragionare con le strutture del ministero anche su come organizzare la ripresa dell’anno scolastico a settembre. Saranno sentiti anche studenti, famiglie, parti sociali. E ci sarà un contatto costante con il ministero della Salute per gli aspetti sanitari. Il Ministero ha, inoltre, assicurato che il numero delle cattedre non sarà ridotto, ma le classi, in particolare, quelle formate da 25-30 alunni per aula, non offrono di certo aspetti di sicurezza richieste dalla minaccia della pandemia. L’ipotesi di sdoppiare le classi e fare i doppi turni è difficile da praticare perché richiederebbe di raddoppiare il numero dei professori. Giannelli ritiene che non si riesca a mantenere a scuola la distanza di sicurezza raccomandata dalle autorità sanitarie. Inoltre, bocciata l’idea delle mascherine, considerando che le mascherine chirurgiche possono essere indossate una sola volta, e costano circa 1,50 euro ciascuna, c’è da considerare anche il costo per le famiglie. Quindi, in teoria sarebbe il caso di valutare il ritorno a scuola soltanto in situazioni di “perfetta” normalità e, quindi, di continuare con la didattica a distanza. La ripresa è complessa anche nei nidi e nelle scuole materne, dove il distanziamento tra i bambini è impossibile da rispettare. Per i genitori che hanno la possibilità verrà chiesto di tenere i figli con loro.

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