Arte e follia. La pittura naif di Ligabue e Ghizzardi in mostra alla Fondazione Molise Cultura

Cultura

In programma un’esposizione di rilievo su Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi, due esponenti di primo piano dell’arte naif del 900. Sarà introdotta con Lectio Magistralis di Vittorio Sgarbi con il titolo “Arte e Follia”. Questa la prima grande anticipazione della stagione delle mostre prevista per i prossimi mesi.

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Nel corso dell’incontro che si è tenuto lo scorso 23 marzo presso il Palazzo dell’Ex Gil, si è fatto il punto sulle iniziative e mostre che saranno accolte negli spazi della Fondazione Molise Cultura di Campobasso. In presenza del presidente Antonella Presutti e del direttore Sandro Arco, insieme al consigliere delegato alla cultura Nicola Ioffredi, la stampa ha avuto le anticipazioni della stagione delle mostre in calendario fino a febbraio 2017 inclusa la grande esposizione su Ligabue curata dal critico Vittorio Sgarbi prevista per settembre. Questa la prima grande anticipazione della stagione delle mostre presentata durante la conferenza stampa.

La mostra sui due pittori Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi, esponenti di primo piano dell’arte naif del 900 sarà introdotta con Lectio Magistralis di Vittorio Sgarbi con il titolo “Arte e Follia” . Con la consulenza del Centro Studi e Archivio Antonio Ligabue di Parma, la mostra presenterà 50 opere di Ligabue e 30 di Ghizzardi, con un catalogo che conterrà testi di Marzio Dell’Acqua, Gianfranco Marchesi e Renzo Margonari.

Pietro Ghizzardi, nasce in un piccolo centro della Lombardi, poco distante da Mantova.  Componente dominante di tutta la sua pittura sono le sue umili origini, i suoi soggetti sono spesso contadini. Ghizzardi fin da giovanissimo, cominciò a dipingere, prestando molta attenzione alla tecnica e ai materiali. Era solito persino realizzare i colori da sé, distillando le erbe, come i monaci medioevali. Otterrà il suo primo riconoscimento solo dopo i cinquant’anni con la prima grande retrospettiva “Città di Guastalla”. Sette anni dopo i suoi quadri figurarono all’interno di “Città di Luzzurra”, mostra nazionale che sancisce la poetica dei Naifs in occasione della quale Ghizzardi riceve la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica. Da qui un successo dopo l’altro che lo vede in primo piano anche nella letteratura. Nel 1977, vince il “Premio letterario  Viareggio” con l’autobiografia Mi richordo anchora, con note di Cesare Zavattini.

Antonio Ligabue è forse il primo nome che associamo al movimento artistico naif italiano. Pittore, disegnatore, scultore, Ligabue era figlio naturale di un’italiana emigrata. Sin da giovane soffrì di patologie mentali, motivo di numerosi internamenti che lo resero reietto e inquieto ma questò non pregiudicò il suo acuto talento per l’arte. Viene poi scoperto e sostenuto, intorno al 1927 da Mazzacurati, pittore e scultore. Di qui, arrivano gli anni decisivi per la sua carriera. La sua fama accresce e la sua attività pittorica subisce un netto miglioramento. Vince premi, vende quadri, trova amici che lo ospitano, si girano film e documentari su di lui. Nel 1962 viene colpito da paresi che non arresterà il suo lavoro appassionato fino a quando nel muore nel 1965, all’età di 66 anni.

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