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Addio a Leonard Cohen uno degli artisti più influenti del nostro tempo

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L’autore del famoso brano “Hallelujah”, lascia un vuoto nel cuore di tutti i suoi fan. Nelle sue canzoni Cohen ha affrontato i temi dell’amore, della politica, del sesso e della religione esplorando ogni aspetto della vita.

Leonard Cohen, il canadese cantautore, poeta, romanziere, è morto ieri all’età di 82 anni. L’autore del famoso brano “Hallelujah”, lascia un vuoto nel cuore di tutti i suoi fan. Nelle sue canzoni Cohen ha affrontato i temi dell’amore, della politica, del sesso e della religione esplorando ogni aspetto della vita, con una sensibilità letteraria pari se non superiore a quella del premio Nobel Bob DylanCohen ha vissuto una parte della sua vita nel segno degli eccessi, mentre una parte è stata caratterizzata da una ricerca spirituale che lo ha portato a isolarsi per quasi 15 anni, trascorsi in California, per gran parte in un tempio buddista sul Mount Baldy, prendendo il nome di Jikan (Silenzioso). Un’assenza terminata nel 2008, accompagnato da un successo inarrestabile che lo ha portato in giro per il mondo in teatri puntualmente stracolmi di pubblico adorante. Pochi mesi fa l’artista canadese, ha detto addio a Marianne Ihlen, la donna incontrata negli anni Sessanta sull’isola greca di Hydra e che gli aveva ispirato canzoni come So long, Marianne e Bird on wire: “Ti ho sempre amata per la tua bellezza e per la tua saggezza – furono le parole di Leonard – ma non serve che io ti dica di più poiché lo sai già. Adesso voglio solo augurarti buon viaggio. Addio vecchia amica, amore infinito. Ci vediamo lungo la strada”.

Nato nel 1934 a Montreal in una famiglia medio borghese di origini ebraiche, Cohen arrivò tardi alla musica, intorno ai trent’anni, dopo la pubblicazione di diversi romanzi e raccolte di poesie, come la seconda The spice box of earth, che divenne un successo internazionale, e il romanzo Beautiful Losers che nel 1966 ottenne grande successo di critica. A convincerlo a scrivere canzoni e a esibirsi dal vivo fu la cantautrice folk Judy Collins, e fu lei a voler interpretare due delle sue prime composizioni: Suzanne, che divenne subito un grande successo radiofonico ed è ancora oggi uno dei pezzi più noti del repertorio di Cohen, e Dress rehearsal rag. Un cantautore a cui si sono aperte le porte dei grandi raduni rock, come il festival dell’isola di Wight, nel 1970, in cui suonò Suzanne con la chitarra di fronte a 600 mila spettatori, anche se i suoi primi album, a cominciare da Songs of Leonard Cohen (1967), sono segnati da una fortissima malinconia, tanto da essere definito “il poeta laureato in pessimismo”. I suoi primi album sono caratterizzati da suono scarno, quasi minimalista: Songs from a room (1969) con la stupenda Bird on the wire più volte ripresa nel corso della sua carriera e il terzo Songs of love and hate (1971), mentre più tardi, con il cambio di rotta grazie alla collaborazione con Phil Spector per Death of a ladies’ man del 1977, il disco più controverso della sua carriera, Cohen abbracciò il jazz e gli stilemi etnici della musica mediterranea e orientale, retaggio della sua lunga permanenza da scrittore nell’isola greca di Hydra, ai tempi delle sue sperimentazioni lisergiche a base di Lsd.

Ci mancheranno le sue canzoni, la sua voce profonda e la magia dei suoi concerti, il suo aspetto signorile e l’eleganza sul palco, la grazia con cui interpretava le canzoni, il rispetto che nutriva per il pubblico e che dimostrava sempre per i suoi musicisti.

di Davide Colacci

Redazione Umdi Luana

sono di San Polo Matese ed ho 28 anni. Nella vita sono mamma a tempo pieno di un bambino di 3 anni e mezzo! Sono diplomata in Scienze Sociali, e iscritta al terzo anno di Lettere e Beni Culturali. Amo la natura, e il periodo primaverile è il mio preferito. Ho molti hobby, di fatti lavoro ad uncinetto, punto croce e pannolenci! Sono appassionata di arte, e ammiro in particolar modo Canova.

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