650mila persone pronte a lasciare la Libia. Serve azione umanitaria da 100 milioni di euro per fermare esodo

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Nel documento il ministro degli Esteri maltese, Evarist Bartolo, avverte che ci sono 650.000 persone in attesa di lasciare le coste libiche. Il governo di Malta ha chiesto all’Unione Europea di lanciare il prima possibile, in Libia, una “missione umanitaria” da 100 milioni di euro, coinvolgendo la missione di assistenza Eubam e la missione delle Nazioni Unite, Unsmil.

(UMDI- UNMONDODITALIANI) Il ministro degli Esteri maltese, Evarist Bartolo, ha richiesto in una lettera, al rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borrell, di intervenire con una “missione umanitaria” da 100 milioni di euro, in Libia dove ci sono 650mila persone in attesa di lasciare le coste. Questa richiesta viene fatta per via del peggioramento della situazione che si è verificata con l’arrivo del covid- 19 ed il persistere della guerra civile. Nell’iniziativa si potranno coinvolgere, anche, la missione di assistenza Eubam e la missione delle Nazioni UniteUnsmil, suggerisce il Ministro maltese. L’urgenza dell’intervento si è avuta in seguito alle notizie riguardanti le imbarcazioni di migranti che partite dall’Africa hanno tentato di raggiungere l’Europa, nonostante la scelta di Italia e Malta di chiudere i porti a causa della pandemia sanitaria da coronavirus.

CHIEDIAMO ALL’EUROPA DI NON DIMENTICARE

Incisive le dichiarazioni del Coordinamento Comitato Civico Italia Viva Malta. “Chiediamo all’Europa di non dimenticare i pilastri su cui si fonda la casa europea – scrivono Sergio Passariello e Domenico Letizia del coordinamento – sostenendo l’iniziativa di Malta, affrontando immediatamente e con risoluzione immediata le urgenze che provengono dal Mediterraneo. La tutela dei diritti dell’individuo e l’affermazione dei diritti umani sono i pilastri fondamentali della patria europea. L’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) continua a chiedere un meccanismo chiaro e sicuro agli stati europei. Innumerevoli sono i migranti che tornano nei campi di detenzione in condizioni inumane e molti risultano dispersi o in mano ai trafficanti. Di fronte a tutto questo serve un’azione immediata”.

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