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2 Giugno, la Repubblica italiana festeggia tra mille polemiche. La parata momento x momento

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Il primo cittadino, il Sindaco di Roma, ha dato forfait. Ricordati i nomi delle 23 vittime del terremoto in Emilia. Le parole del Presidente della Repubblica, Napolitano. Applausi per i Marò e per il Reggimento San Marco. Mancavano i Vigili del Fuoco, che hanno deciso di dedicare tutte le forze al soccorso della popolazione sfollata

Il 2 giugno di quest’anno sarà ricordato più per le polemiche che per l’anniversario della Repubblica Italiana, a cominciare dal fatto che era assente il primo cittadino di Roma, il Sindaco Alemanno, alla sfilata, che si è svolta in forma sobria e ridotta, in segno di lutto e rispetto per le vittime del terremoto in Emilia.

CHI C’ERA E CHI NON C’ERA – Alla manifestazione nazionale, che condensa le celebrazioni che avvengono in contemporanea in tutti i Comuni d’Italia, erano presenti, all’evento che si svolge tra via dei Fori Imperiali e l’altare della Patria di piazza Venezia, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, i vertici militari, le alte cariche istituzionali, fra cui il presidente del Consiglio, Mario Monti e diversi ministri, e vari esponenti del mondo della politica. Non c’era il ministro della Cooperazione internazionale e dell’integrazioneAndrea Riccardi, in visita alle zone terremotate, che però ha partecipato alle celebrazioni del 2 giugno a Modena “la ricostruzione post terremoto in Emilia sarà “il simbolo della ripresa dell’Italia”.

A Roma, invece, mancavano i rappresentanti dell’Idv e quelli della Legaoltre al sindaco di Roma Gianni Alemanno, che nei giorni precedenti si era detto contrario allo sfilata, chiedendo un ripensamento in segno di lutto.

L’EVENTO NEI SUOI MOMENTI SALIENTI – La parata, durata meno di un’ora, si è comunque chiusa con il passaggio di una simbolica rappresentanza di tutte le componenti, militari e civili, ad oggi impegnati in Emilia nelle operazioni di soccorso assistenza alle popolazioni colpite dal sisma.

La “Festa della Repubblica”, forse tra le più contestate della storia, si è aperta con un omaggio all’Altare della Patria e ai caduti reso dalle alte cariche istituzionali. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, giunto in piazza Venezia è stato accolto dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e salutato dalle note dell’Inno nazionale, prima di assistere alla parata militare lungo i Fori Imperiali, sulla tribuna montata nei pressi di via Cavour.

Passati in rassegna i reparti d’onore schierati, il Capo dello Stato ha salutato i presidenti dei due rami del Parlamento, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il capo del governo tecnico, Mario Monti e il presidente della Corte Costituzionale, Alberto Quaranta, poiché la Costituzione, appunto, è il fondamento dell’Italia repubblicana.

L’ALZABANDIERA, LA CANZONE DEL PIAVE, IL MILITE IGNOTO – La cerimonia dell’alzabandiera ha regalato un’atmosfera più partecipata all’evento, con le alte cariche istituzionali che hanno salito i gradoni dell’Altare della Patria sulle note della ‘Canzone del Piave’, per qualche minuto di raccoglimento davanti alla tomba del milite ignoto, in onore dei caduti di tutte le guerre, e delle Missioni di Pace, sottolineato dalle note del ‘Silenzio’. A bordo della Flaminia presidenziale, il Presidente della Repubblica e’ poi giunto alla tribuna d’onore posta ai Fori Imperiali.

UN MINUTO DI RACCOGLIMENTO E POI LA PARATA – La lettura dei nomi delle 23 vittime del terremoto, un minuto di silenzioper le vittime del terremoto, e la parata ha preso il viaNon hanno sfilato, in segno di lutto, sistemi d’arma, cavalli e sono mancati per lo stesso motivo anche i tradizionali sorvoli delle Frecce Tricolori. Sembra che all’appello sia mancato anche il corpo dei Vigili del Fuoco. Al passaggio davanti alla tribuna presidenziale, le bande e le fanfare hanno interrotto l’esecuzione delle musiche e marciato con il solo rullare dei tamburi.

APPLAUSI PER I MARO’ – Il passaggio sotto la tribuna d’onore del reggimento “San Marco” è stato sottolineato da un appassionato applauso delle autorità e della gente comune presente ai Fori Imperiali, nel momento in cui è stato ricordato che a quel battaglione appartengono anche i due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, tuttora trattenuti in India, per la vicenda legata alle operazioni antipirateria, ma che dovrebbero essere liberati su cauzione.

LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE NAPOLITANO – “Ho molto apprezzato come – le dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Napolitano – senza nulla togliere alla solennità della celebrazione, l’evento abbia assunto quei toni di sobrietà ed essenzialità che si impongono nel difficile periodo che sta attraversando il Paese”.

I SOCIAL NETWORK – E sui social network, come sappiamo, su facebook e su Twitter, la questione della Parata del 2 giugno ha tenuto banco. Un’Italia spaccata in due ha pubblicato le proprie considerazioni innescando una riflessione generalizzata.

LA DIRETTA CON ORA ITALIA SU RADIO NACIONAL ARGENTINA – Ne abbiamo parlato, qualche minuto fa, in diretta, con Magalì Pizarro, che conduce il programma ORA ITALIA sulla Radio Nacional Argentina. Gli Italiani all’estero ci hanno insegnato il senso dell’appartenenza, il valore delle radici, l’amore per la Patria. Da loro dobbiamo imparare a sentire l’orgoglio di essere italiani anche nei momenti più difficili, anche in momenti come questi. Personalmente penso che le celebrazioni per il 2 giugno siano importanti per ribadire l’attaccamento ai valori fondanti della Costituzione italiana (ad eccezione di quella XII Disposizione transitoria – transitoria, appunto, perché legata ad un “sentire” contestuale – che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del Partito Fascista e che appare oggigiorno superata in ragione delle evidenze di questi anni circa i crimini commessi dai Partigiani – vedi gli articoli dedicati a Giuseppina Ghersi e al tema che le costò la vita a 13 anni – nonché da un revisionismo storico che ha riconosciuto i misfatti del comunismo sancendo la Giornata Nazionale del Ricordo delle Foibe – vedi gli articoli su Norma Cossetto, la giovane violentata, seviziata e uccisa, e altri. Gli errori vanno conteggiati ad entrambe le parti, e debbono pesare allo stesso modo sulla bilancia della Storia, prima che su quella emozionale!).

Però, se fossi io il capo dello Stato, pur portando avanti il mio pensiero circa il valore delle celebrazioni, ascolterei quello che ha da dire la gente, risponderei alle migliaia di sollecitazioni pubblicate su Facebook e su Twitter. Già, perché proprio la Costituzione, all’art. 1, dice che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e che la “sovranità appartiene al popolo”.

Il popolo pretende maggiore trasparenza. Pretende l’abolizione degli stipendi d’oro ai parlamentari, delle facilitazioni, delle prebende. Chiede la riduzione delle spese di rappresentanza, l’abolizione delle spese militari e l’abolizione dell’edizione odierna della Parata del 2 giugno per destinare i fondi relativi, circa 4 milioni di euro, ai terremotati dell’Emilia. Io li avrei ascoltati, senza rinunciare al mio pensiero, ma tenendo conto della sovranità popolare; ma per fortuna (o per sfortuna, chissà) non sono il capo dello Stato. La decisione a Napolitano che, a quanto pare, non ha avuto tentennamenti.
di Mina Cappussi
Redazione Umdi Luana

sono di San Polo Matese ed ho 28 anni. Nella vita sono mamma a tempo pieno di un bambino di 3 anni e mezzo! Sono diplomata in Scienze Sociali, e iscritta al terzo anno di Lettere e Beni Culturali. Amo la natura, e il periodo primaverile è il mio preferito. Ho molti hobby, di fatti lavoro ad uncinetto, punto croce e pannolenci! Sono appassionata di arte, e ammiro in particolar modo Canova.

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