Risveglio dei virus preistorici: emergenza climatica al tempo del Coronavirus

Scienza

Ricercatori ucraini della base di Vernadsky, sull’isola di Galindez, hanno notato la fioritura di una microscopica alga unicellulare, la Chlamydomonas nivalis, che ha colorato di rosso il paesaggio innevato ed è responsabile di un’accelerazione notevole dello scioglimento dei ghiacciai, che hanno tenuto a bada per milioni di anni spore, virus e batteri quasi preistorici. La corsa alla ricerca di amuchina, disinfettanti e generi alimentari, come fossimo in uno di quei film fantascientifici sulla fine del mondo, ci fa capire che, quando l’uomo si sente minacciato, è pronto a reagire in tutti i modi per preservarlo. Coronavirus 3000 morti, surriscaldamento globale 5,5 milioni di persone, morti e gravi patologie, danni irreparabili al pianeta

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Coronavirus: nelle ultime settimane l’agente patogeno nato a Wuhan, in Cina, ha gettato nella preoccupazione la popolazione globale, ma c’è un altro “virus” che avrebbe dovuto destare molta più preoccupazione e che in effetti è collegato alla diffusione pandemica dell’influenza: il surriscaldamento globale, che potrebbe addirittura risvegliare spore, virus e batteri preistorici, in grado di arrecare danni irreparabili all’umanità. Il covid-19 è costato la perdita di quasi 3000 vite umane e per quanto ogni singola vita sia molto importante, il surriscaldamento globale, negli ultimi trent’anni, ha colpito 5,5 milioni di persone e causato morti e gravi patologie, danni irreparabili al pianeta che ci ospita e conseguenze economiche dirette per oltre 90 miliardi di euro, ma questo sembra non importare a tutti. La corsa alla ricerca di Amuchina, disinfettanti e generi alimentari, come fossimo in uno di quei film fantascientifici sulla fine del mondo, ci fa capire che, quando l’uomo sente più vicina la minaccia al suo diritto alla vita è pronto a reagire in tutti i modi per preservarlo; dovrebbe fare lo stesso per il mondo che lo ospita perché riguarda la possibilità stessa di sopravvivenza del genere umano qui sulla Terra. Purtroppo, i cambiamenti climatici avvengono in modo sempre più rapido soprattutto perché non dipendono da cause naturali, ma artificiali, in particolar modo, la specie umana, con l’estensione abnorme di allevamenti intensivi, bruciando in numero sempre maggiore combustibili fossili, ricorrendo al disboscamento, sta immettendo nell’atmosfera enormi quantità di gas serra, impedendo al calore emesso dal pianeta di tornare nello spazio. I gas, che causano l’effetto serra, sono naturalmente presenti nell’ambiente, ma sono diventati altamente nocivi dal momento in cui hanno superato di gran lunga il livello massimo consentito. Le conseguenze sono molteplici: spaziano dal rischio idrogeologico, agli incendi dolosi sempre più frequenti (basti pensare all’Amazzonia, il “polmone verde del mondo”, o, più recentemente, all’Australia), e, soprattutto, delle ondate di calore, vero nemico del mondo. Proprio l’improvviso incremento delle ondate di calore ha causato uno scioglimento dei ghiacciai in modo spropositato, causando conseguentemente un innalzamento nel livello del mare e quindi un’espansione dell’area di distribuzione di determinate malattie trasmesse dall’acqua e dai vettori patologi.

IL RISVEGLIO DEI VIRUS PREISTORICI

Le parti del mondo più colpite dal surriscaldamento globale sono sicuramente l’Artide e l’Antartide, madre, quest’ultimo, del più grande ghiacciaio della Terra e più importante riserva di acqua dolce del nostro pianeta. Solo poche ora fa, l’ANSA, dopo una segnalazione di alcuni ricercatori ucraini della base di Vernadsky, sull’isola di Galindez, ha reso nota la fioritura, a causa delle elevate temperature, di una microscopica alga unicellulare, la Chlamydomonas nivalis, che ha colorato di rosso il circostante paesaggio innevato ed è responsabile a sua volta di un’accelerazione notevole dello scioglimento dei ghiacciai, che hanno tenuto a bada per milioni di anni spore, virus e batteri quasi preistorici che potrebbero davvero causare danni umani incalcolabili.

POLITICA E ALLEVAMENTI INTENSIVIPoliticamente si è iniziato a far qualcosa nel 1992 in seguito all’adozione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), con lo scopo di stabilizzare le concentrazioni dei gas serra in atmosfera per prevenire interferenze antropogeniche dannose per il sistema climatico, ma quello che si fa è troppo poco per porre rimedio a decenni e decenni di sfruttamento sconsiderato delle risorse del pianeta, con gli allevamenti intensivi che fanno la parte di leone, considerati la prima causa al mondo del surriscaldamento di cui parla la piccola Greta. Gli allevamenti intensivi, non solo rappresentano una modalità bieca e infernale di “utilizzo” di altri esseri viventi privati di ogni diritto, ma portano le conseguenze più terribili per la sopravvivenza stessa della specie umana.

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