Riaprire pigiama party bambini, non incentivare servizi psichiatrici. Chiudete i virologi!

Riaprire pigiama party bambini, non incentivare servizi psichiatrici. Chiudete i virologi!

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Riaprire pigiama party bambini il pedagogista Daniele Novara è pungente in merito alla gestione italiana della pandemia e della sua ricaduta sugli studenti. Si dichiara molto preoccupato della salute psichiatrica, soprattutto, dei più piccoli, il cui benessere, secondo la sua analisi, sarebbe stato sottovalutato se non ignorato dalle istituzioni

Riaprire pigiama party bambini “Non c’è nessun dialogo con le istituzioni, nessuna comunicazione tra i tecnici e chi prende le decisioni”, esordisce Novara, che rivela nell’occasione di essere stato egli stesso colpito dal Covid 19, proprio a marzo 2020 nel momento più critico della pandemia, a due passi da Codogno, nella sede di residenza. “Già allora avevo denunciato che nel Cts non c’era nessun esperto dell’area infantile, pedagogica o scolastica. Nonostante la richiesta, la ministra Azzolina non mi ha mai convocato nel suo comitato di esperti”. Poi all’Istruzione è arrivato il ministro Bianchi. “Ma Bianchi, che pure mi è molto simpatico, è un economista. Prima che Draghi decidesse le deleghe mi son chiesto: vediamo se metteranno un ministro che ne sappia di pedagogia. La scuola è un baraccone complesso e se non sei del settore che vantaggio hai a occuparti di scuola, visto che ti prendono in giro tutti se ti occupi di scuola?”.

Riaprire pigiama party bambini. L’isolamento può spingere i ragazzi al suicidio.

Si pensa allo stress, al disagio, alle malattie psichiatriche causate nei bambini dalle restrizioni. “Quest’anno i suicidi sono raddoppiati – spiega Novara – Se di Covid fino a 18 anni sono morti 18, per suicidi ne sono morti il doppio. Con l’isolamento si possono spingere i ragazzi al suicidio e questo dev’essere chiaro, sono dati clinici inequivocabili. L’isolamento a quell’età è può diventare un segnale di tentativo di suicidio. Ma questa cosa non nasce dal nulla, nasce da decisioni sbagliate. Le limitazioni vanno ridotte quando i dati epidemiologici migliorano”.

Impatto delle mascherine sulla psiche dei bimbi.

“Se non si vede il volto come fai a riconoscere? Il volto è fondamentale”. Vogliamo dunque fare come gli inglesi, liberiamo tutti, anche dalle mascherine? “Non dico che dobbiamo fare come gli inglesi e buttare tutto a mare. Ma bisogna liberare bambini e i ragazzi perché questa cosa sta creando danni seri. Non possiamo rafforzare le limitazioni, dobbiamo rafforzare la normalità”.

“Quando si chiudono i parchi giochi, si stanno compiendo atti illegittimi. Chi se ne frega dei bambini? Io questa cosa l’ho denunciata nel libro I bambini sono sempre gli ultimi. L’antidoto non è incentivare i servizi psichiatrici per i bambini ma riaprire i pigiama party” esclama Novara.

L’intervento del rappresentante dell’istituto Volta.

Interviene Maichol Amato, rappresentante dell’istituto Volta “Sono qui – spiega Maichol – per conto degli studenti. Ma chi li ascolta gli studenti? Di fronte al fatto di non essere ascoltati tanto vale arrendersi, noi stiamo vivendo un’alienazione. Con la Dad è successo che ci siamo trovati sigillati in casa. Nessun contatto. La voce dei giovani è l’ultima. A sedici anni un giovane è già deluso. La scuola è socialità. Con la Dad molti si sono alienati dalla scuola è questo è un problema per la società”.

I danni per i bambini con la dad.

“E’ stata sospesa la normalità della vita. In questi due anni occorreva stare davanti a un monitor in sostituzione della scuola. Ma voi dovete avere chiaro in mente che un trentenne regge questa cosa in maniera del tutto ordinaria tanto che la gente ormai vuole rimanere in smart-working. Ma un bambino dai quattro ai sette anni a fronte di sette mesi di sospensione della sua routine di vita e di socializzare subisce una contrazione di vita corrispondente a venti anni di vita per un adulto. Chi prende queste decisioni deve saperlo e sapere che tanti danni si vedranno in futuro”.

La psicologa psicoterapeutica modenese esprime la sua preoccupazione.

Manuela Ciambellini, preoccupata da tempo del grave disagio creato dalla pandemia e dalla gestione della vita scolastica in questa fase dura dell’umanità, chiede “come possiamo sostenere le giovani generazioni a riprendersi il loro potere?”, per Novara bisogna partire dalla consapevolezza che “le politiche demagogiche non li hanno considerati perché non votano. Diamo il voto ai sedicenni e vedrete se verranno presi in considerazione. Si sono spenti i riflettori soprattutto sui bambini. I protagonisti della scuola sono gli alunni. Si fa fatica a pensare ai più piccoli. Una donna su quattro non investe sulla maternità. Sono dati che incutono una certa inquietudine anche perché chi non fa figli potrebbe un giorno fare leggi aggressive verso chi fa figli. Pensate a ciò che succede tutti I giorni: l’aggressione verso i bambini che giocano è sistematica, sono molto più simpatici e apprezzati i cani. Il vociare dei bambini è uno degli indici di vivacità sociale e invece si assiste a un accanimento verso I più piccoli. L’alunno che disturba viene visto come uno che ha un disturbo”.

Le parole di Turrini insegnante di scuola media.

 “Ho visto cose che difficilmente dimenticherò”, racconta Elisa Turrini, insegnante di scuola media e mamma di una bimba della primaria. “Penso all’indifferenza con cui abbiamo accettato che ai nostri figli venisse riservato un trattamento che per gli adulti non sarebbe stato accettato. Siamo di fronte a restrizioni che rasentano l’abuso di potere e il mondo adulto ha consentito che accadesse. Anche la scienza e gli scienziati con grande leggerezza hanno talvolta presentato i bambini come nemici”.

 L’intervento di un papà.

Interviene un genitore disperato e l’atmosfera diventa pesante. Qualcuno piange. Il padre racconta la regressione subita dal figlio quindicenne a partire dal primo lockdown. “Prima è stata una novità. Poi ha preso a non uscire. A casa viveva il suo mondo. Ha iniziato a non incontrare più gli amici, ha lasciato lo sport e pure la musica. Ha finito la media senza incontrare i compagni. Comincia il ritiro, l’apatia crescente, la depressione. La tapparella della camera si abbassa ogni giorno sempre di più. Iniziano i tagli alle braccia, la chiusura verso la scuola. Mi dice: la scuola non ha senso e neppure la vita. Il futuro non mi interessa, mi interessa il presente e il presente non c’è”.

La comprensione di Novara per i genitori.

“Io capisco questi genitori – osserva Novara – perché la bolla terroristica è talmente accentuata che è difficile sottrarsi. Ho fatto un appello a limitare le restrizioni ripreso da molti giornali nazionali. La provincia di Bolzano ha fatto una richiesta specifica ma a fronte di tutto questo non si fa nulla. E se le istituzioni alimentano la paura, l’ansia e l’ipertrofia emotiva, non c’è molto da sperare. In questo momento o le istituzioni decidono di prendere le parti dei bambini e del futuro oppure noi ci beccheremo ancora i discorsi dei virologi. E si badi bene che se il potere lo dai ai dentisti tutti domani andranno dal dentista.

Alcuni virologi andrebbero arginati. L’adolescenza è fragile per antonomasia, specie in un mondo che ti ricorda che ci sono pericoli dappertutto. Quando Draghi parla della scuola come bene primario sono pochissimi i ministri che lo sostengono. Non possono alimentare le paure. Un’istituzione che alimenta le paure si vede ritorcere contro questa situazione. Dobbiamo fare massa per indurre le istituzioni a liberare le persone dall’ipertrofia emotiva. Oggi le preoccupazioni virali sui bambini non ci sono. L’unica preoccupazione è che i bambini con le restrizioni possono stare male. Dobbiamo liberare quel che possiamo liberare”.

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