Proteste nel paese, "libertà" e il grido contro il Green Pass

Proteste nel paese, “libertà” è il grido contro il Green Pass

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Proteste nel paese in seguito all’introduzione del Green Pass per accedere in diversi luoghi a causa della pandemia da Covid-19. La popolazione del no al green pass fa rumore nelle piazze italiane

Proteste nel paese da nord a sud: Milano, Torino, Roma, Palermo ed anche Campobasso accolgono in piazza i manifestanti contro il Green Pass. Al grido di ”libertà“, i partecipanti manifestano il proprio malcontento in seguiti all’introduzione, il 6 agosto, del Green Pass per accedere a luoghi al chiuso ed in generale in luoghi a rischio assembramento. Le fiaccolate sono state organizzate dal “Comitato libera scelta“, una onlus formata da liberi cittadini che su Facebook si definisce “apartitica, apolitica, aperta a chiunque intenda sostenere la piena libertà di scelta in materia sanitaria”.

Proteste nel paese: Milano

Oltre la fiaccolata nel capoluogo lombardo, precisamente a piazza della Scala, nel pomeriggio circa 50 persone si sono riunite in piazza Fontana. Il nuovo idolo del Comitato è Giuseppe De Donno, ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova. De Donno si è suicidato in questi giorni e per primo, nello scorso anno, aveva iniziato le cure del Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune. “Un eroe che ha nobilitato la medicina nel periodo più buio” – sostengono i manifestanti.

Torino rumorosa

Sebbene non ci siano stati grandi numeri in piazza a Torino, i partecipanti alle mobilitazioni contro il Green Pass si sono fatti sentire. “Figliuolo, Draghi, Speranza, Burioni, Bassetti giù le mani dai nostri figli” è lo striscione che espongono. I manifestanti sostengono che il Covid è soltanto “un’influenza più aggressiva delle altre“, ed “il vaccino fa male e uccide“.

Proteste nel paese: Bologna

Bologna contava circa 200 manifestanti a piazza Galvani. Secondo la piazza dei contrari al Green Pass questo sarebbe sarebbero il “seme del nuovo nazismo che avanza e serpeggia”. Il vaccino viene definito come “iniezione sperimentale” e un atto di “disonestà intellettuale e di malafede”.

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