Passa lo sblocco licenziamenti in Italia: sono 600mila i posti a rischio

Passa lo sblocco licenziamenti in Italia: sono 600mila i posti a rischio

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Passa lo sblocco licenziamenti  voluto dal centrodestra in appoggio a Mario Draghi. Le aziende dei settori in ripresa potranno riprendere a licenziare i dipendenti dal 1° luglio con eccezione del tessile e i settori collegati. I sindacati: si rischia una bomba sociale. Torna la cassa integrazione ordinaria, ma scontata (non si pagano le addizionali fino a dicembre). Per i servizi e il terziario il blocco dura fino al 31 Ottobre

Passa lo sblocco licenziamenti che pone un problema immediato relativo a 600 mila  lavoratori che saranno esposti alle intemperie di una crisi economica e sociale dalla quale non siamo decisamente usciti,nonostante il netto miglioramento del quadro pandemico. Ma il governo sembra aver preso una decisione e dal 1° luglio potrebbe arrivare la raccomandata che non vorremmo mai vedere.

Passa lo sblocco licenziamenti con la maggioranza spaccata

La maggioranza che sostiene il governo Draghi non è un segreto che sia particolarmente eterogenea: sul tema dello sblocco si è però giunti al paradosso. Il centrodestra, in appoggio della Confindustria, compatto nel richiedere libertà per le imprese nei licenziamenti; il centrosinistra, che timidamente sosteneva le proposte dei sindacati confederali, si è trovato isolato nella discussione a causa di un Movimento 5 Stelle impegnato esclusivamente nella risoluzione del conflitto interno Conte-Grillo che, nei fatti, ha paralizzato l’azione politica del primo partito del Parlamento.

I sindacati: si rischia una bomba sociale

Organizzazioni sindacali in forte pressing al Governo. Il 26 giugno avevano manifestato per chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre: la sintesi di Draghi è ben diversa da quanto chiedevano i lavoratori. Per evitare lo tsunami dei licenziamentida 600mila fino a 2 milioni stimati, i sindacati chiedono ulteriori interventi, con l’opposizione di Confindustria. Non sono esclusi quindi sviluppi prima del 30 giugno.

Passa lo sblocco licenziamenti:si potrà licenziare in ogni caso?

Le aziende dei settori in ripresa potranno riprendere a licenziare i dipendenti, non come prima, al momento. In base alla normativa vigente, dal 1° luglio, per industria ed edilizia, torna la cassa integrazione ordinaria, ma scontata (non si pagano le addizionali fino a dicembre). Chi la utilizza, non potrà licenziare finché usa questo ammortizzatore sociale. Chi invece non ha bisogno di chiedere la CIG scontata può licenziare. Invece per i servizi e il terziario il blocco dura fino al 31 ottobre.

I privilegi del tessile e del terziario

I licenziamenti ripartiranno poi dal 1° novembre, con i posti di lavoro a rischio, quindi per le imprese del terziario e dei servizi, le aziende non industriali, che possono richiedere per periodi di sospensione e riduzione dell’attività fino al 31 dicembre 2021 la cassa integrazione in deroga o assegno ordinario con causale Covid.

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