No allo zucchero raffinato. Fa davvero male alla salute?

No allo zucchero raffinato. Fa davvero male alla salute?

Scienza

No allo zucchero raffinato: il comune veleno bianco può causare dipendenza, genera inoltre malattie autoimmuni come artrite, asma e sclerosi multipla, favorisce l’invecchiamento precoce

No allo zucchero raffinato, è noto però come questo “alimento” sia il principale protagonista della nostra alimentazione. Ultimamente sentiamo sempre più spesso parlare male dello zucchero raffinato, conosciuto più comunemente come zucchero bianco. Si, è proprio lui, il classico carboidrato da cucina che nonne e mamma hanno sempre utilizzato per preparare dolci e torte. Ora è addirittura identificato come “veleno bianco”. Ma fa davvero male alla nostra salute?

Zucchero e metabolismo: a cosa serve lo zucchero

Per prima cosa va detto che per “zucchero” s’intende il saccarosio, un disaccaride formato da una molecola di glucosio e una di fruttosio. Il nostro sistema nervoso intero, compreso il cervello, funziona grazie agli zuccheri, chiamati anche glucidi o saccaridi. Il loro compito principale è quello di fornire energia al nostro organismo. Il glucosio è lo zucchero più famoso e non a caso: è uno dei composti organici più diffusi in natura ed è essenziale per il nostro funzionamento. Il glucosio è il nostro carburante principale, e il nostro organismo fa di tutto per produrlo e immagazzinarlo. Non è solo dai dolcetti e dalle caramelle che assumiamo gli zuccheri: siamo capaci di sintetizzare e trasformare in glucosio diverse sostanze con vari processi.

No allo zucchero raffinato: quali danni comporta?

Quali danni può provocare il consumo di zucchero raffinato al nostro organismo? Mangiare una mela, ricca di fruttosio, non è certo dannoso come mangiare una merendina ricca di zuccheri raffinati aggiunti. Mangiare una mela non è in alcun modo dannoso! Da un lato la dose di zuccheri è quasi sempre più elevata negli alimenti confezionati e lavorati, piuttosto che in quelli naturali. Dall’altro, gli zuccheri presenti naturalmente negli alimenti, si accompagnano ad altre molecole e sostanze di vario tipo, sempre naturali, che aiutano l’organismo a regolare l’assorbimento del glucosio e la glicemia. Il livello di zuccheri nel sangue, infatti, è uno dei tanti indicatori del nostro stato di salute. Una glicemia eccessiva espone al rischio di contrarre malattie legate allo stile di vita come il diabete, aumenta il rischio di obesità e di malattie cardiovascolari, ma anche Alzheimer e diversi tumori. Gli zuccheri raffinati aggiunti, presenti in un prodotto industriale, provocano immediatamente dei picchi glicemici e sul lungo termine aumentano la glicemia.

No allo zucchero raffinato: può creare dipendenza

Lo zucchero, viene assorbito immediatamente dallo stomaco e dall’intestino, entrando rapidamente nel nostro sangue. Questo assorbimento rapido provoca un picco glicemico repentino, che si accompagna ad un rilascio di oppioidi, endorfine, da qui il senso di piacere immediato, ma anche serotonina, l’ormone del buonumore, e dopamina, l’ormone che attiva il circuito della ricompensa.

Ecco 5 motivi per dire: No allo zucchero raffinato

  • Indebolisce il nostro sistema immunitario e ci espone a rischio di contrarre malattie infettive.
  • Può causare iperattività, ansia, difficoltà di concentrazione e irritabilità nei bambini.
  • Favorisce l’invecchiamento precoce.
  • Favorisce lo sviluppo delle cellule tumorali ed è stato collegato con il rischio di cancro al seno, ovaie, prostata, retto, pancreas, vie biliari, polmone, stomaco e colecisti.
  • Può causare malattie autoimmuni come artrite, asma e sclerosi multipla.

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Ilaria Sabbatino

Studentessa di Informatica all'Università del Molise, 22 anni, maturità tecnico economica (ragioneria). Attualmente presto Servizio per l'Italia come volontaria del Servizio Civile Universale progetto Molise Noblesse e sono stagista per il Corso di Giornalismo della Scuola di Giornalismo UMDI. Amo gli animali, in particolare i cani, mi piace l'estate e il mare. Adoro la danza Classica, attività che ho svolto per nove anni.

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