Focolaio Covid infermieri vaccinati positivi dalla sera alla mattina. Stiamo parlando di professionisti della sanità già vaccinati. Nelle ultime settimane dopo attenti monitoraggi è stato accertato che la Sicilia è una delle regioni più a rischio, insieme a Lazio e Lombardia, per l’aggravamento di infezioni
Focolaio Covid infermieri vaccinati nelle prossime ore si provvederà ad inviare una richiesta ufficiale per conoscere il numero esatto dei contagiati e le qualifiche di riferimento. Da alcune indagini preliminari interne, risulterebbe che in questo momento, gli infermieri sarebbero ben 6 tra i soggetti infettati nel capoluogo siciliano, ma potrebbero essere anche di più.
Focolaio Covid infermieri vaccinati. Le parole del presidente De Palma.
“Dal momento che in servizio al 118 ci sono per la maggior parte nostri colleghi, ci chiediamo, cosa stia succedendo esattamente nella sanità italiana. E pretendiamo di sapere se i vertici del Ministero della Salute siano al corrente di questo atteggiamento da parte di talune amministrazioni locali. Insomma, quando c’è di mezzo l’incolumità dei pazienti e degli operatori sanitari, la mancanza di un’informazione spontanea, tempestiva ed esaustiva da parte di talune aziende sanitarie, rappresenta un fatto di estrema gravità” – continua – “I nostri referenti ci riferiscono di aziende sanitarie con un atteggiamento “di incomprensibile chiusura” e di infermieri che, per l’ennesima volta, hanno paura di parlare e di raccontare quanto accade nelle realtà ospedaliere sotto ai loro occhi”. Queste sono le parole del presidente Nazionale del Nursing Up Antonio De Palma.
Gli infermieri italiani chiedono di conoscere efficacia durata dei vaccini.
Gli infermieri italiani credono nell’evidenza scientifica, di conseguenza nell’efficacia del vaccino come strumento principale di prevenzione, la prova di ciò e che si sono vaccinati in massa con coscienza e consapevolezza.
Forti di questa evidenza, ora chiedono di conoscere le informazioni su qual è la finestra temporale di efficacia del vaccino al quale volontariamente si sono sottoposti. Volendo anche conoscere, se la copertura immunitaria generata dal vaccino decresce o meno ad un certo tempo dall’avvenuta somministrazione del prodotto.
“Dobbiamo pensare, che per operatori sanitari, una terza dose non sia ritenuta necessaria da parte dell’AIFA perchè non serve ai fini del mantenimento di livelli di immunità ottimali” – continua – “E se così fosse, c’è qualcuno che possa assumersi la responsabilità di rassicurarci sul fatto che l’impennata dei contagi tra gli operatori sanitari, che secondo i dati IIS nei 30 giorni tra luglio ed agosto è passata da circa 250 casi a ben 1951, non sia stata dovuta ad una diminuzione di efficacia del vaccino?” chiede il presidente De Palma.