Coronavirus, ecco la finanza che scommette sulla vita della gente: pandemic bond, le obbligazioni sulle pandemie

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L’OMS potrebbe non dichiarare lo stato di pandemia fino al prossimo 15 marzo. Gli analizzatori si domandano perché. Una grave perdita per le grandi banche che hanno stanziato due bond, stravaganti oneri ad alto rendimento

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Pandemic bond, sapete cosa sono? Oneri ad alto rendimento sulla nostra vita, sulla nostra salute, sul nostro futuro. C’è chi fa i conti sui numeri dei morti e dei contagiati da Coronavirus per decidere chi vince e chi perde, soprattutto chi ci guadagna. E tanto anche, nell’ordine di decine di miliardi di dollari. Con l’espandersi dell’epidemia causata dal nuovo Coronavirus, ormai dilagata in diverse zone del Mondo, alcuni analisti si chiedono come mai non sia stato ancora dichiarato un periodo pandemico, da parte dell’OMS, in quanto entrati ormai in Fase 6 già da fine Febbraio. La Banca Mondiale, ha creato nel 2017, delle obbligazioni sulle pandemie, per avere capitali pronti nel caso in cui ci fossero dei Paesi in emergenza sanitaria, nel caso di diffusione globale di influenza, coronavirus (come la Sars e la Mers) o filovirus (Ebola). Durante lo svolgimento del G7, ovvero il Gruppo dei Sette, un’organizzazione intergovernativa ed internazionale composta dai sette maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta, ossia: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, e Stati Uniti d’America, nazioni sviluppate il cui peso politico, economico, industriale e militare è ritenuto di centrale importanza su scala globale. A Sendai, in Giappone, la Banca Mondiale aveva già annunciato delle “bizzarre” obbligazioni ad alto rendimento: i cosiddetti “Pandemic Bond” titoli sulle pandemie, con un tasso di ritorno dell’11% in collaborazione con l’Organizzazione mondiale per la Salute, nell’ambito di un Pandemic Emergency Financial Facility. Gli investitori che hanno investito in queste obbligazioni rischiano di perdere tutto se l’OMS dichiarerà lo stato di pandemia da Coronavirus prima del prossimo 15 luglio 2020. Il punto, dunque, è proprio questo: per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il Covid-19 non è ancora, ufficialmente, una pandemia. Quando esplode un’emergenza sanitaria, il costo necessario per farvi fronte, tra ospedali, medicinali, personale medico e quant’altro, può essere molto elevato e difficile da sopportare, specialmente per i Paesi in via di sviluppo. Lo stiamo vedendo anche in Italia in questi giorni, tanto che il Governo Conte è stato costretto ad annunciare un maxi piano eccezionale. In casi del genere, è spesso necessario l’intervento della Banca mondiale per sostenere economicamente questi Paesi. Per far fronte a questa emergenza e garantire un’azione rapida ed efficace ai Paesi che ne hanno bisogno, la BM ha stanziato 12 miliardi di dollari. Per questo, dopo che tra il 2014 e il 2016 il virus Ebola aveva causato più di 11mila vittime in Africa, la Banca Mondiale ha ideato un nuovo meccanismo. La BM infatti ha emesso due bond, per un totale di 320 milioni di dollari, con scadenza 15 luglio 2020. Questi titoli, pongono delle condizioni assai gravose: se prima della scadenza di metà 2020 scoppieranno delle pandemie, i detentori dei bond (banche e gestori) avranno un rimborso parziale del capitale, o addirittura perderanno tutto. La notizia è di quelle che lasciano perplessi. I bond emessi dalla Banca Mondiale sono due. Il primo, da 225 milioni di dollari, è legato solo alle pandemie di influenza o Coronavirus, e per far scattare il taglio al rimborso serve, tra le altre cose, che ci siano almeno 2.500 vittime in un Paese, più almeno 20 in un altro. Il secondo bond, per 95 milioni di euro, è legato a una gamma più ampia di casistiche (Ebola e altre) e il taglio ai rimborsi, almeno in parte, scatta già quando le vittime sono 250.

L’OMS NON DICHIARA LA PANDEMIA

L’OMS dichiarerà lo stato di pandemia solo dopo il prossimo 15 marzo, proprio per evitare una perdita milionaria alle società bancarie. Gli investitori di questi Pandemic Bond sono alcune società bancarie e di gestione fondi come il Baillie Gifford, Stone Ridge Asset Management, Amundi e Invesco. “Soltanto i Paesi poveri – spiega Fabrizio Zampieri, economista e consulente di Federcontribuenti – guadagnerebbero da tutto ciò, in quanto dalle obbligazioni vendute maturerebbero solo per loro dei fondi finanziari”. In altri tempi, come nel 2018, con l’emergenza Ebola, i Bond per la Pandemia non hanno pagato niente a nessuno in quanto ci sono state poco più di 2mila vittime nella Repubblica Democratica del Congo, ma non almeno 20 vittime in un secondo Paese. Con il COVID-19 le cose potrebbero andare diversamente. Questa volta infatti le banche rischiano di perdere decine di milioni di dollari.

Ilaria Sabbatino

Studentessa di Informatica all'Università del Molise, 22 anni, maturità tecnico economica (ragioneria). Attualmente presto Servizio per l'Italia come volontaria del Servizio Civile Universale progetto Molise Noblesse e sono stagista per il Corso di Giornalismo della Scuola di Giornalismo UMDI. Amo gli animali, in particolare i cani, mi piace l'estate e il mare. Adoro la danza Classica, attività che ho svolto per nove anni.

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