Ultimo numero rivista irriverente resa nota al mondo intero dopo l’attacco terroristico del gennaio 2015 firmato ISIS. Rappresentata immagine molto impattante, per alcuni italiani troppo: “Terremoto all’italiana: penne al sugo di pomodoro, penne gratinate, lasagne”, le macabre didascalie che sovrastano ideologiche immagini dei terremotati vittime del sisma che ha devastato antichi borghi medievali tra Lazio, Marche e Umbria. Poi: “Ancora non si sa se il sisma abbia gridato ‘Allah akbar’ prima di tremare”. Sull’ultima pagina dell’articolo dedicato al topic, altra raffigurazione con battuta: “Non siamo noi che costruiamo le vostre case, ma la Mafia“.
Charlie Hebdo non risparmia neanche i terremotati e le vittime del sisma di Amatrice;piovono polemiche su tutte le piattaforme social, soprattutto su Facebook. Oggi gli italiani si sentono un po’ meno Charlie, ricalcando lo slogan nato in seguito all’attentato dello scorso gennaio 2015, durante il quale una cellula dell’Isis si insinuava nella sede della redazione del giornale satirico per massacrarne i membri, con lo scopo di “vendicare” un attacco mirato all’Islam e al loro unico Dio, Allah.
Indignato anche il mondo della politica italiano. Tra i governanti, il Presidente del Senato, Pietro GRASSO dichiara: “Rispetto la libertà di satira, ma ho la libertà di dire che fa schifo“. Anche la Presidente del partito Fratelli d’Italia, Giorgia MELONI, ha detto la sua a riguardo, scrivendo sul social network di Mark ZUCKERBERG: “Charlie Hebdo pubblica una vignetta satirica sui morti italiani del terremoto. Non fa ridere, non è sagace, non c’è neppure del “sarcasmo nero“. È solo brutta. Si vede che l’ha fatta un cretino. Mi spiace non siano riusciti più a trovare vignettisti capaci”. Ancora, “la vignetta di Charlie Hebdo è di pessimo gusto, fatta da chi non solo non ha creatività, ma nemmeno sensibilità – il deputato del Partito Democratico, Edoardo PATRIARCA – il giornale francese dovrebbe capire la gravità di questa tragedia. E invece, forse per vendere qualche copia in più, ci specula. Anche la satira ha dei confini. Una vignetta che non ha alcuna giustificazione editoriale”.
Anche l’Ambasciata diFrancia in Italia prende le distanze dal periodico satirico. Davanti alla rappresentazione di persone sepolte dalle macerie come strati di lasagne – “Non ci rappresenta” – dichiara la delegazione. “Il terremoto che ha colpito l’Italia centrale il 24 agosto è un’immensa tragedia – continua l’ambasciatore francese – siamo al fianco dell’Italia in questa prova. La Francia ha espresso il suo sincero cordoglioalle autorità e al popolo italiano e ha offerto il suo aiuto. A tal fine la nostra Ambasciata è a disposizione delle autorità italiane. Per quanto riguarda la satira giornalistica, le opinioni espresse dai giornalisti sono libere. Il disegno di Charlie Hebdo non rappresenta la posizione della Francia”.
Quasi a giustificare la vignetta, dopo lo scoppio della bufera di polemiche che ha intasato il web, con l’accusa di insensibilità nei confronti delle circa trecento vittime provocate dal sisma che ha colpito il Centro Italia, il 24 agosto scorso, i responsabili del profilo Facebook del periodico satirico presentano una nuova raffigurazione esclusivamente online: “Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, ma la Mafia“.
“Terremoto all’italiana”, il titolo della vignetta pubblicata in Francia il 31 agosto scorso, mentre ad Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto, Arquata del Tronto e negli altri paesi colpiti dal sisma della notte, che ha raggiunto a magnitudo M 6.0 della scala Richter, soccorritori e volontari ancora scavano per recuperare i corpi delle persone rimaste sotto le macerie. Nell’immagine sono raffigurate due persone insanguinate, le caricature di un uomo e di una donna, e la macabra rappresentazione delle vittime dei crolli, disposte a strati, di corpi che spuntano tra le macerie. “Penne al sugo di pomodoro”, “penne gratinate” e “lasagne”, le metafore dei vignettisti.
“Circa 300 morti in un terremoto in Italia. Ancora non si sa se il sisma abbia gridato ‘Allah akbar’ prima di tremare”, la battuta disposta nell’ultima pagina dell’articolo, stampato nel numero di Charlie Hebdo dedicato allo scandalo francese del “burkini”.
Sergio PIROZZI, il sindaco Amatrice, che appena dopo la scossa di terremoto delle 3.34 del 24 agosto scorso, dichiarava in diretta telefonica a Rai News24 “il mio paese non c’è più” risponde così: “La satira di Charlie Hebdo sui morti è un insulto. Ma come si fa a fare una vignetta sui morti? Sono sicuro che questa satira sgradevole e imbarazzante non risponde al vero sentimento dei francesi. Ben venga l’ironia, ma sulle disgrazie e sui morti non si fa satira e sapremo mostrare come il popolo italiano sia un grande popolo, lo è stato nell’emergenza e lo sarà nella ricostruzione“. Un appello di speranza dettato dal cuore ferito di PIROZZI per tutti gli italiani.
Indignato anche Sergio STAINO, che ai microfonidell’ANSA dichiara: “Penso che sia una vignetta in linea con la storia di Charlie Hebdo. Non è la prima volta che, per una scelta provocatoria, decidono di andare contro tutto e tutti in momenti di grande dolore. Ricordo una vignetta di REISER di tanti anni fa, nella quale si ironizzava su un incidente di un pulmino che provocò la morte di diversi bambini. La cosa migliore sarebbe ignorarli, così si dà spazio a una vignetta che altrimenti sarebbe stata vista solo da pochi intimi”. Per STAINO, creatore di Bobo, il periodico satirico francese “ha voluto legare il vecchio stereotipo del Paese dei maccheroni alla tragedia, ma il risultato è di basso livello. Neanche un ubriaco o il pazzo di quartiere farebbe una cosa simile, che senso ha?”.
Sui social network, dopo lo shock, in molti scrivono, sbandierando la propria indignazione: “Non siamo più Charlie”. Altri, pochissimi, si schierano difendendo il Black Humor, caratteristica principale dello stile Charlie Hebdo; i più, invece, non riescono proprio a comprendere la comicità dell’”ironia” costruita sulle vittime di una calamità naturale. Su Twitter, nel frattempo si fa avanti un’altra interpretazione delle raffigurazioni: la vignetta, plausibilmente, voleva essere una critica a come vengono affrontate le situazioni drammatiche nel “Bel Paese”.
Di Adriana Niro
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