Calze viola e scarpe nere di Altzek. Precetto Pasquale Turchese alla casa di riposo di Bojano

Calze viola e scarpe nere di Altzek. Precetto Pasquale Turchese alla casa di riposo di Bojano

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Non solo le calze di Mary Poppins con le scarpe a punta e la grande fibbia ma anche il costume lasciato in eredità da una dominazione bulgara. Appuntamento alla casa di riposo per il precetto pasquale animato dai ragazzi del Progetto Turchese. Una festa a base di musica, tradizione popolare e cioccolato in compagnia di Don Alessandro che celebrerà la messa. Saranno presenti anche Suor Beatrice e Suor Merina, che rappresentano l’Ordine Francescano Ospitaliere di Monna Tessa.

 Donne con scarpe nere e calzamaglie viola; ragazzotti col cappello nero alla novantanove: non è un remake di Mary Poppins, ma quel che resta dell’invasione bulgara di Altzek nel piccolo comune di San Polo Matese, poco meno di 500 anime e l’incanto di un posto unico al mondo, abbarbicato sul massiccio del Matese. Messa animata e il costume tipico di San Polo Matese: possiede un sapore speciale, l’entusiasmo dei giovani e il fascino della tradizione, il Precetto Pasquale che si terrà giovedì 24 marzo a partire dalle 9.30 alla Casa di Riposo SS Cuori di Gesù e Maria di Bojano, complici il Trio Melody che animerà la Santa Messa, la chitarra di Nicola Varanese, le coppie in costume tipico, con le bretelle, i zampitti, le maniche a sbuffo e le scollature vertiginose d’un tempo, che mettevano in risalto il decolletè delle donne matesine.

Lo speciale Precetto Pasquale Turchese vede coinvolti i giovani del Servizio Civile progetto Turchese di Bojano. Con un’entrata a sorpresa porteranno un uovo di Pasqua di cioccolato da condividere con gli ospiti della struttura, offerto da Angelo Arena del Torronificio del Molise, nell’ottica della valorizzazione delle potenzialità e delle produzioni del territorio. Il gruppo folk contribuirà a creare un’atmosfera di festa a base di musica, tradizione popolare e cioccolato. Alle 9.30 alcuni volontari dell’oratorio Don Stefano Gorzegno animeranno la messa mattutina, celebrata da Don Alessandro Iannetta con la presenza di Monsignor Nuzzi, saranno presenti anche le suore dell’Ordine Francescano Ospitaliere di Monna Tessa rappresentate da Suor Beatrice e Suor Merina, il coordinatore della struttura, Carmine Venditti, la consigliera del CdA, Antonella Nardella.

Le letture saranno eseguite dai ragazzi del progetto Turchese. La festa proseguirà all’insegna della musica con il trio composto da Salvatore MannaMartina Chiovitti e Giovanna Pietrangelo seguiti da Nicola Varanese che animerà la mattinata con le note della sua inseparabile chitarra.

Come già da appuntamento fisso, figurerà una coppia che indosserà il costume tradizionale, questa volta a fare da protagonista sarà l’abito di San Polo Matese. Nei testi “San Polo Matese”, Angelo SpinaVescovo di Sulmona-Valva scrive: “Come si evince dalla varietà delle fogge del costume tradizionale femminile della fascia matesina, si capisce che l’adozione del costume ha origini remote, probabilmente da ricondursi all’epoca sannitica o romana e come sembra più probabile, a quella della invasione bulgara di Altzek. A San Polo le donne calzano scarpe nere e calzamaglie di color viola; il vestito, tutto d’un pezzo, comprende le bretelle, il corpetto e la gonna, il tutto di panno nero, preparato a mano. Alle bretelle vengono allacciate le maniche. Il corpetto che stringe alla vita e sostiene il seno, viene allacciato sotto le ascelle e, al di sotto, una camicetta bianca che fa da sfondo meraviglioso. La vita viene stretta da una fascia chiamata “mantera”, larga circa 10 cm., tutta pieghe, che protegge i reni e si annoda davanti. Dalla vita, ancora, scende il grembiule (lo zinale), pur esso di panno nero, che arriva fin sotto le ginocchia. L’ultimo pezzo dell’ornamento femminile è la mappa cioè il copricapo, che assume l’aspetto di una piramide rovesciata, la cui parte più lunga, sovrastante, viene ravviata dietro le spalle per tener saldo tutto il grosso fazzoletto. Questo appena descritto, è l’abito che veniva usato tutti i giorni: quasi tutte le donne, però, possedevano un secondo abito, quello festivo. Nei confronti del primo, risulta più vario e più riccamente ornato di ricami, eseguiti a mano, specie sulla parte anteriore dello zinale.

Per quanto riguarda il vestito maschile esso risulta così composto: gli “zampitti”, calzature formate da cuoio con concio, con cordicelle annodate alle gambe; un paio di calzettoni bianchi che si congiungono con le estremità dei pantaloni, un paio di pantaloni di panno scuro, orlati di rosso, che terminano ad imbuto (alla zombafuosse = saltafossi), spaccati, appena sotto il ginocchio; il panciotto di panno dello stesso colore, con bottoni dorati e, sotto, una camicetta bianca, annodata al collo con un fazzoletto di color rosso; infine il cappello nero con le falde piegate ai lati, portato dai più giovani, alla ‘novantanove’ ”. Gli abiti tradizionali di San Polo saranno indossati da due coppie, composte da Aldo Gianfagna e Veronica Gargano e da Fernando Santoro e Donatella D’Egidio.

La chiusura dei festeggiamenti è prevista per le ore 11.45.

di Mina Cappussi e Marta Ucciferri

Redazione Umdi Luana

sono di San Polo Matese ed ho 28 anni. Nella vita sono mamma a tempo pieno di un bambino di 3 anni e mezzo! Sono diplomata in Scienze Sociali, e iscritta al terzo anno di Lettere e Beni Culturali. Amo la natura, e il periodo primaverile è il mio preferito. Ho molti hobby, di fatti lavoro ad uncinetto, punto croce e pannolenci! Sono appassionata di arte, e ammiro in particolar modo Canova.