155 milioni di bambini soffrono di malnutrizione. Quest’ultima provoca 3 milioni di morti l’anno. Da oggi fino al 5 novembre è attiva la raccolta fondi attraverso il numero solidale 45544
155 milioni di bambini nel mondo sono malnutriti cronici e rischiano che le gravi conseguenze sul loro sviluppo fisico e cognitivo si ripercuotano nell’intero ciclo di vita. Ogni anno, 6 milioni di loro muoiono prima di aver compiuto i 5 anni per cause guaribili e prevenibili. Cinquantadue milioni di minori sotto i 5 anni in questo momento stanno soffrendo la carenza improvvisa di cibo e nutrienti. Tra queste la malnutrizione, che provoca quasi la metà delle morti infantili a livello globale, uccidendo tre milioni di bambini ogni anno. Questi dati sono stati diffusi da Save the Children, che oggi lancia la campagna globale fino all’ultimo bambino, “per salvare e dare un futuro ai bambini senza un domani”. In 103 Paesi a medio e basso reddito sono 689 milioni i minori considerati poveri multidimensionali: in India lo è la metà dei bambini, nove su dieci in Etiopia, Niger e Sud Sudan. Nel Corno d’Africa e in Kenya, in seguito all’emergenza climatica El Niño, sette milioni di bambini subiscono la carenza d’acqua e di sostanze nutritive. Dei 155 milioni di bambini che soffrono di malnutrizione cronica (un minore su quattro sotto i 5 anni nel mondo), più della metà si trova in Asia, in particolare in Asia Meridionale (oltre 61 milioni), e il 30 per cento in Africa. Cinquantadue milioni di bambini (1 su 12) sono invece colpiti da malnutrizione acuta, di cui più della metà in Asia meridionale, mentre 41 milioni risultano obesi o in sovrappeso: quattro milioni sono in Paesi ad alto reddito. In questi ultimi si contano, tra l’altro, 1,6 milioni di minori colpiti da malnutrizione cronica.
Fino all’ultimo bambino
E’ sulla base di questi numeri che Save the Children ha avviato oggi la sua campagna globale “Fino all’ultimo bambino”. Da oggi fino al 5 novembre è attiva la raccolta fondi attraverso il numero solidale 45544. In particolare poi, in collaborazione con Microsoft, è stato organizzato a Milano (alla Microsoft House) un percorso virtuale aperto al pubblico per “provare” in termini virtuali cosa significhi vivere in un contesto di povertà estrema.
di Antonio Rocco
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