Svizzera: congedo parentale di 38 settimane per i neo genitori

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In Svizzera la Commissione federale di coordinamento per le questioni familiari(COFF) ha avanzato una proposta: trentotto settimane di congedo parentale alle coppie che hanno appena avuto un figlio. L’intento è di coinvolgere maggiormente la figura paterna nella crescita del figlio e avere più vantaggi economici.

(UMDI-UNMONDODITALIANI) Trentotto settimane di congedo parentale alle coppie che hanno appena avuto un bambino, così suddivise: 14 settimane per la madre, 8 per il padre, e le restanti 16 da suddividere tra i due. È questa la proposta avanzata in Svizzera dalla Commissione federale di coordinamento per le questioni familiari (COFF) sulla base di un’analisi di 140 studi scientifici prodotti in tutto il mondo, tra il 2010 e il 2017. Scopo della proposta: coinvolgere maggiormente la figura paterna nella crescita del bambino e avere maggiori vantaggi economici. La proposta arrivata sul tavolo del governo di Ginevra prevede di introdurre il principio del congedo maternità di 38 settimane per entrambi i genitori. Alle 14 settimane della madre, già attive in Svizzera, il COFF affianca 8 settimane per il neo-papà e 16 settimane da suddividere tra i due genitori in base alle necessità. Ai congedi corrisponderà l’80% dello stipendio e, secondo la proposta, vi si potrà fare ricorso fino a 3 anni dopo la nascita del figlio.

Vantaggi

Questo congedo “flessibile” e “suddivisibile” tra i due genitori, consentirebbe, ad esempio, alla madre di riprendere prima il lavoro e di non essere costretta ad aspettare. Mentre la possibilità di reintrodurre in un secondo momento la figura del padre porterebbe ad un beneficio a lungo termine per la relazione padre-figlio che altrimenti non ci sarebbe. Inoltre, le 16 settimane da suddividere in base alle esigenze, porterebbero a non perdere giorni preziosi di congedo. Per scongiurare il pericolo di utilizzare il periodo per delle “vacanze”, il COFF ha pensato di rendere sovrapponibili solo 2 settimane. Oltre i vantaggi educativi e organizzitivi per la coppia, i benefici sarebbero soprattutto economici. Si combatterebbe “la mancanza di personale qualificato e la perdita di entrate fiscali”, senza contare la libertà per le donne che lo desiderano, di lavorare di più e ridurre la penuria di personale.