Ricostruiti 3 volti mummie egizie da frammenti di DNA

Ricostruiti 3 volti mummie egizie da frammenti di DNA

Cultura

Ricostruiti 3 volti mummie tramite l’utilizzo di alcuni frammenti di DNA. E’ la prima volta che la tecnica del phenotyping viene usata su materiale così vecchio

Ricostruiti 3 volti mummie che presumibilmente abitavano le sponde del Nilo tra il 776 ed il 2 a.c. L’esperimento è stato condotto dalla Parabon NanoLabs; il DNA è stato sequenziato da ricercatori dell’università tedesca di Tubigen ed i volti ricostruiti in 3D raffigurano il possibile aspetto dei tre uomini all’età di 25 anni.

Ricostruiti 3 volti mummie

E’ sufficiente una piccola quantità di DNA per poter ricostruire il volto di un soggetto. Lo sa bene la Parabon NanoLabs che è un’azienda specializzata nel settore. Se normalmente si ricostruisce il volto di un sospetto criminale, questa volta l’azienda ha speso energie per una ricerca scientifica.

Tre uomini di 25 anni

Secondo la ricostruzione in 3D, i tre uomini avevano circa 25 anni – età particolarmente utile a questo tipo di ricerca in quanto i lineamenti sono maturi e definiti ma non ancoro sottoposti al processo di invecchiamento -. Parabon lavora sugli SNP, polimorfismi del singolo nucleotide – marker genetici – a cui corrispondono delle caratteristiche fisiche ben precise come ad esempio il colore degli occhi o dei capelli. Il procedimento consiste nel calcolare il fenotipo più prossimo al SNP e poi si cerca in un database un individuo che vi corrisponde di più.

Una sfida non indifferente

L’estrazione e la lavorazione di un DNA così antico comporta una difficoltà impegnativa. Infatti il materiale potrebbe essere molto deteriorato oppure presentare del DNA batterico od estraneo in generale. Fortunatamente la tecnica del phenotyping prevede l’uso di un quantitativo di materiale genetico veramente piccolo, e questo ha permesso ai ricercatori una ricostruzione in 3D dei tre volti.

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