Olympic Rio fair play: Abbey e Nikki come Coppi e Bartali

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64 anni dopo il famoso Tour de France accade alle Olimpiadi 2016. Il gesto dell’americana ricorda la famosa borraccia scambiata tra i due ciclisti, rivali storici, che rappresentavano anche la società italiana e la frattura tra la Dc e il Pc.

(UMDI-UNMONDODITALIANI) Cade e si rialza, cade ancora e l’avversaria concorrente l’aiuta. Quella più famosa in bianco e nero fu immortalata dal fotografo nel 1952 quando al Tour de France due acerrimi emici Fausto Coppi e Gino Bartali mostrano un cenna di fraternità: l’uno porge la borraccia all’altro. 64 anni dopo la storia si ripete. Rio, 5000 metri femminili: la gara è quasi al termine quando il gruppo frena bruscamente e la neozelandese Nikki Hamblin cade. L’americana Abbey D’Agostino nello stesso momento mette in fallo il piede e accusa una brutta torsione al ginocchio destro, ma, incurante del dolore, si volta e aiuta a rialzarsi la Hamblin, rimasta a terra. Entrambe, zoppicando, ricominciano a correre, aspettandosi l’un l’altra. Pochi passi e l’atleta americana cade per ben due volte a terra: la distorsione al ginocchio è grave. Questa volta è la neozelandese a sorreggerla. Abbey e Nikki tagliano il traguardo per ultime, ma si abbracciano in un’atmosfera commovente, scrivendo una pagina di Rio2016 di sport inteso non solo come competizione, ma anche come solidarietà e complicità. Concludono all’ultimo posto, e mancano la qualificazione. Per il fair-play, la giuria ha deciso di allargare il numero di partecipanti alla finale, inserendo negli start list anche i nomi delle due runner per il comportamento tenuto durante le batterie. Il Fair Play è lotta all’inganno, alla violenza fisica e verbale, allo sfruttamento, all’eccessiva commercializzazione e alla corruzione.

Si invoca sempre il fair play e lo spirito olimpico, ma ogni volta che se ne scorge una manciata, ci si accorge poi quanto  nei fatti in realtà manchi. E quanto un gesto come una mano tesa per aiutare qualcuno a rialzarsi e una spalla offerta per condividere la fatica, rappresentino per ciascuno di noi. Fair play è un’espressione che significa “gioco leale”. Non si tratta di una regola scritta, bensì di un comportamento eticamente corretto da adottare nella pratica delle diverse discipline sportive.

«Sono così grata ad Abbey per quello che ha fatto per me», ha commentato la neozelandese. Chiarendo che, prima della gara, lei e l’americana non si conoscevano: «Non l’ho mai incontrata prima, non è una cosa sorprendente? È una donna straordinaria. Indipendentemente dall’esito della gara, questo è un momento che non ho intenzione di dimenticare per il resto della mia vita. Se, tra vent’anni, qualcuno mi chiederà di Rio 2016 – ha aggiunto – beh, racconterò questa storia». La giuria ha deciso di riammetterle, ma non è certo che entrambe possano essere in condizione di gareggiare.

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