Mamme lavoratrici. Convengono alle aziende, ma le working mom sono ancora poche

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Tagesmutter, baby sitter, asili nido per aiutare le mamme lavoratrici. Gli studi dimostrano che le aziende hanno solo dei vantaggi nell’avere delle mamme nel proprio organico. In Italia le donne che si sono licenziate poco dopo la gravidanza sono state 35.140. Di queste, solo 5.261 sono passate a un’altra azienda dopo il periodo di maternità. Marriott, IBM, American Express, Procter e Gamble, Lego, Johnson e Johnson. le compagnie amiche delle neo-mamme

(UMDI UNMONDODITALIANI) Mamme penalizzate sul lavoro. La realtà contraddice gli studi di settore e se alcune aziende sono amiche delle neo mamme, la maggior parte disincentiva il ritorno delle donne sul posto di lavoro dopo la gravidanza. Sono infatti ancora tanti gli ostacoli, e troppi i sacrifici che le mamme lavoratrici italiane sono costrette ad affrontare una volta tornate a lavoro. In Italia il 37 per cento delle donne tra i 25 e i 49 anni con  almeno un figlio risulta infatti inattiva. E la percentuale cresce con l’incrementare del numero di figli, per arrivare a uno sconcertante 52,5 per cento nel caso di donne con tre o più figli. Nel 2016 per esempio, stando ai numeri dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, le donne che si sono licenziate poco dopo la gravidanza sono state 35.140. Di queste, solo 5.261 sono passate a un’altra azienda dopo il periodo di maternità. Per tutte le altre, cioè ben 29.879 donne, la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro è stata tale da tenerle lontane dal mondo lavorativo. Quali sono le principali preoccupazioni che affliggono le neo-mamme al momento di tornare al lavoro? Una risposta a questa domanda arriva da uno studio statunitense condotto da OnePoll, per il quale sono state intervistate 1.000 donne (tenendo conto che negli Stati Uniti, come afferma il Dipartimento del Lavoro, il 75 per cento delle madri lavora full-time). Grazie a questo studio si è scoperto che il 40 per centodelle donne ha paura di essere troppo stanca per lavorare in modo efficiente; il 39 per cento teme l’imbarazzo delle macchie provocate dalle fuoriuscite del latte materno; il 37 per cento è preoccupata dei cambiamenti che il rispettivo ruolo potrebbe aver subito durante il periodo di assenza. Altro timore diffuso è quello di ritrovarsi a dover interrompere l’allattamento una volta rientrata in azienda. Nonostante tutti questi timori, il 79 per cento delle donne intervistate ha dichiarato comunque di essere tornata a lavoro, e di aver trovato un buon supporto sul luogo di lavoro.

IN ITALIA L’OCCUPAZIONE FEMMINILE E’ BASSA INDIPENDENTEMENTE DALLA MATERNITA’

In Italia, guardando i numeri, si scopre una realtà diversa, confermata dal basso tasso di occupazione femminile. Ma non deve essere per forza così. «Il rientro al lavoro dopo la maternità è un passaggio delicatissimo e denso di ansie – spiega Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami e Associati – ma esistono alcuni accorgimenti ed alcune tecniche per rendere questo momento meno difficili. In primo luogo, è necessario eliminare i tipici sensi di colpa che tengono le neo-mamme lontane dal rientro: tornare nel mondo del lavoro non significa in alcun modo compromettere il benessere dei figli, anzi, per molti versi è vero il contrario. Certo, mescolare carriera e maternità comporta dei sacrifici – sottolinea l’head hunter – ma il fatto stesso di avere una carriera soddisfacente permette di vivere anche la vita familiare con maggiore serenità. Ovviamente per tutte le mamme, e ancor di più per le working mom, è necessario rinunciare all’ideale della ‘mamma perfetta’, concentrandosi invece sull’essere dei buoni genitori, così da eliminare l’ansia eccessiva».

TAGESMUTTER, BABY SITTER, ASILI NIDO PER AIUTARE LE MAMME LAVORATRICI

Esistono poi tanti elementi pratici per permettere un rientro a lavoro indolore. Vanno ovviamente presi in considerazione gli asili nido, individuando la soluzione migliore tra il nido ordinario e il tagesmutter; è inoltre inevitabile affidarsi a una baby sitter, perlomeno ‘a chiamata’, per poter gestire agevolmente anche le emergenze.

MAMME IN AZIENDA? CONVIENE A TUTTI

Gli studi dimostrano che le aziende hanno solo dei vantaggi nell’avere delle mamme nel proprio organico, per cui le aziende stesse hanno tutto l’interesse a rendere il luogo di lavoro più accogliente per le working mom. La parola d’ordine, da questo punto di vista, è ‘flessibilità’, un concetto che, grazie allo smart working, si sta diffondendo sempre di più. Non è certo un caso se nelle classifiche dedicate alle compagnie ‘amiche delle neo-mamme’ spiccano aziende altamente innovative e presenti anche in Italia, come Marriott, IBM, American Express, Procter e Gamble, Lego, Johnson e Johnson.

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