Nella bolgia dello stadio San Paolo, Napoli e Bayern Monaco danno vita ad un incontro intenso e pieno di emozioni. Alla fine con un po’ di fortuna e di coraggio gli uomini di Mazzarri portano a casa un punto prezioso al cospetto di una delle pretendenti al titolo finale
Riuscire a cancellare la scialba prestazione di sabato sera con il Parma sembrava impresa impossibile per quel Napoli. Eppure gli azzurri, come il loro mister, sanno esaltarsi davanti alle difficoltà e hanno risposto presente all’appello. Il Bayern era arrivato ai piedi del Vesuvio con aria sorniona, forte delle nove vittorie su dieci partite e degli oltre mille minuti d’imbattibilità del suo portierone Neuer, distribuendo elogi e stimolando le vanità degli avversari. Tante pacche sulle spalle, però ora spostati che ti faccio vedere come si fa, insomma. Pronti via e il trucchetto funziona. Gli azzurri sono tesi e i bavaresi disinvolti. Toni Kroos, dopo due minuti, affonda nel burro della difesa partenopea e infila De Sanctis. Uno a zero e palla al centro. Tornate sulla terra, ragazzi, questo è il calcio, sembrano dire. Il Napoli sbanda. I giganti tedeschi sembrano ancora più grandi da vicino e la palla non si vede mai. La difesa non sa come contrastare i movimenti di Gomez a favore delle tre mezze punte Kroos, Mueller e Ribery, mentre in mezzo al campo Gargano e Inler corrono a vuoto nella fitta rete di passaggi della mediana bavarese. Quando Gomez sfiora il raddoppio con un sinistro da fuori area allora la musica cambia. O ci diamo una mossa o ne prendiamo almeno quattro stasera, sembrano pensare tutti allo stadio, compresi gli undici in campo. Inler comincia ad aumentare il ritmo e Lavezzi prende per mano la squadra. Hamsik e Cavani, entrambi un po’ in ombra, cercano di dare il loro contributo. Ma è Maggio l’uomo in più. Per niente spaventato dal doppio confronto con Ribery e Lahm, l’esterno destro della nazionale combatte e sfida sulla corsa e sul fisico i suoi dirimpettai. È da un suo spunto sulla destra (su imbucata di Inler) che il povero Badstuber infila il suo stesso portiere ed il ruggito del San Paolo riporta la mente a quel lontano 1989. Anche l’altra sera (martedi 18 ottobre) i sismografi avranno qualcosa da segnalare.
Il Bayern, tuttavia, ne ha viste fin troppe nella sua vita per spaventarsi. Nella ripresa i tedeschi comandano il gioco e il Napoli fa fatica a ripartire. Un tiro di Gomez viene fermato da Cannavaro con il braccio attaccato al corpo. Il giudice di linea (che nel primo tempo non aveva visto un mani netto di Schweinsteiger) segnala il fatto all’arbitro che assegna il rigore nello stupore generale. Dopo una serie di vane proteste, Gomez si presenta sul dischetto ma De Sanctis lo ipnotizza per buona pace del portoghese Benquerença e del suo sbadato assistente. Il Bayern continua ad attaccare e il Napoli soffre da matti. Mueller sbaglia un gol quasi fatto, mentre dall’altra parte sia Lavezzi che Cavani avrebbero due opportunità per infilare Neuer, ma non si fanno trovare pronti. L’uruguaiano, stanco ed acciaccato, viene poi sostituito da Dzemaili per dare un po’ più di sostanza in mezzo al campo. Nel finale alcuni disimpegni errati in fase difensiva fanno temere il peggio, ma tutto si risolve con un nulla di fatto. Napoli e i napoletani tirano un sospiro di sollievo al triplice fischio di chiusura. Contro i maestri, ogni tanto, si può e si deve fare. Un punto prezioso che fa legna per giorni peggiori. Esame superato Napoli!
Di Gabriele Iaconis
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