Era sola con il nonno, era uscita gattonando in cortile. E poi la tragedia: è morta Victoria, azzannata dai suoi due pitbull. Pare che solo il padre fosse in grado di gestire i cani. Sul caso è stata aperta un’inchiesta.
E’ morta azzannata dai cani. E’ accaduto a una bambina di un anno, che ha perso la vita dopo essere stata morsa dai suoi due pitbull. La tragedia è accaduta a Flero, piccolo centro in provincia di Brescia. La piccola stava giocando nel giardino di casa quando i due cani l’hanno azzannata fino ad ucciderla. In base alla ricostruzione dei carabinieri, il nonno della bambina, 63 anni, ha cercato di salvare la nipotina ma è stato morso gravemente a sua volta. I militari hanno dovuto abbattere i due cani per riuscire a penetrare nel giardino. La bimba era figlia di una 22enne italiana e di un uomo di origini albanesi che lavora in Germania. Era in casa sola con il nonno quando è stata aggredita dai due animali. La famiglia abita in una villetta a schiera nella periferia del paese.
La tragedia
Arriva anche Olga, 22 anni, la mamma di Victoria, bresciana. Si sente male, e anche lei viene trasportata in ospedale. Il nonno materno è stato ricoverato in ospedale, ma non è in pericolo di vita. La madre, Olga, arriva solo quando la tragedia è ormai terminata. Le sue urla strazianti risvegliano l’attenzione dei residenti, già preoccupati per le sirene delle ambulanze arrivate nella via. Anche lei è ricoverata in ospedale, sotto shock. “Solo il papà della bambina era in grado di gestire quei due cani”, affermano alcuni vicini di casa. I pit bull della famiglia della bambina avrebbero già in passato aggredito altri cani in paese.
Aperta l’inchiesta
Non è ancora chiaro cosa abbia fatto scattare il raptus degli animali. La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per omicidio con il sostituto procuratore Roberta Panico che sta vagliando la posizione del nonno della bambina per omessa custodia della minore. Certo è che la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Della bambina, ora, resta il suo passeggino, ormai chiuso e quello agganciato alla bici della mamma. E un ricordo agghiacciante.
di Federica Notte
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