Paolo Bonavita un ragazzo come tanti altri, soli 24 anni e già un senso di appartenenza e di responsabilità. Ha provvisto, insieme ad altri vicini del quartiere, a ripulire le piazze delle case popolari, come dimostrazione dell’amore per il suo paese.
Erba alta quasi un metro, sporcizia, insetti. Il degrado è grande a Terre Longhe, il popoloso quartiere di Bojano, circa mille abitanti, lasciato nello stato di abbandono da molti, troppi mesi. Una bella piazza, ampia, sorvegliata dall’effige della Madonna di Lourdes, i bambini che giocano a pallone tra le erbacce, con il pericolo, sempre presente, di veder sbucare una vipera. Ma è l’unica piazza di cui dispongono, l’unico punto di aggregazione di una comunità spesso bistrattata. Ma loro non ci stanno a fare i reclusi, e hanno deciso di ribellarsi con il sorriso sulle labbra, rimboccandosi le maniche e dandosi da fare per combattere il degrado. Paolo Bonavita è un ragazzo come tanti altri, soli 24 anni e già un senso di appartenenza e di responsabilità che gli fa onore, ha avuto l’idea di procedere in maniera ufficiale per intervenire, come cittadino attivo vicino alla comunità. Paolo, insieme alla madre Mariateresa dopo aver chiesto il permesso al comune, al responsabile ufficio Lavori Pubblici del comune di Bojano, Bernardino Primiani, hanno subito iniziato i lavori, pochi strumenti e tanta volontà. Dotati di scope, decespugliatore e sacchi dell’immondizia Paolo, la madre Mariateresa e tutti gli aderenti tra cui Lucia, Francesca e Mario hanno iniziato a pulire le erbacce e il pattume di piazza Giovanni Paolo II differenziando anche la plastica dall’umido. L’idea di Paolo, realizzata tutta a sue spese, è nata per una questione personale, ovvero ripulire il quartiere dov’è cresciuto e dove molti bambini oggi stanno crescendo, e soprattutto per dare esempio agli altri ragazzi della piccola comunità.
CASETTE IN LEGNOSarebbe una bella idea anche quella di recuperare dei fondi immobiliari persi a causa della cattiva gestione, adiacenti alle piazze precedentemente nominate. Si tratta di una ventina di casette in legno, in passato adibite alle scuole elementari e medie, che non essendo periodicamente curate sono andate verso il degrado. Vengono ormai utilizzate dai teppisti e dai tossicodipendenti per soddisfare le proprie necessità.
di Samuele Doganiero
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