Bojano: il gazebo di Caffè dei Pentri deve essere rimosso. La sentenza del Tar

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Ripicche, ritorsioni politiche, vendette personali avevano portato a denunce e interrogazioni sul caso. Il 5 luglio si è tenuta l’udienza pubblica dove erano presenti i legali dell’ex assessore e del Comune.

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Il Tar ha deciso: la piattaforma su cui è stato realizzato il gazebo di Caffè dei Pentri, in Piazza Roma, dovrà essere rimossa. Una vicenda, che va avanti da tempo, e che è finita anche alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Campobasso. Non mancano le polemiche in città. Ormai al gazebo si sono abituati tutti e, sia d’estate che d’inverno, risulta piacevole sorseggiare un tè o una birra al riparo. I fatti risalgono a quando il proprietario del bar, Angelo Bernardo, assessore durante l’amministrazione Silvestri, aveva ottenuto l’autorizzazione per realizzare un gazebo di legno, ultimato pochi mesi fa. L’esecuzione del chiosco, però, non sarebbe conforme alle autorizzazioni del Comune perché, la pedana, dice la sentenza, è stata realizzata direttamente sulla strada, in calcestruzzo anziché che in legno. Tutto è iniziato con il sopralluogo della Polizia Municipale nel giugno 2016, a cui è seguita la sospensione dei lavori. Diatribe interne, ripicche, ritorsioni politiche, vendette personali avevano portato a denunce e interrogazioni. La struttura, interamente in legno, a parte la pedana del pavimento, è per sua natura anti-sismica, ma i giudici avrebbero sollevato questioni legate proprio alla sismicità. Dopo il sopralluogo, l’ex assessore comunale ha presentato al Tribunale Amministrativo Regionale per il  Molise un ricorso, chiedendo l’annullamento dei provvedimenti del Comune. Lo scorso dicembre, il Tribunale ha accolto la richiesta dei legali di Bernardo, gli avvocati Vincenzo Colalillo e Massimo Di Nezza, accogliendo la domanda cautelare di sospensione dell’ordinanza, permettendo di completare il gazebo sulla pedana di calcestruzzo. Il 5 luglio si è tenuta l’udienza pubblica dove erano presenti i legali dell’ex assessore, che hanno evidenziato l’eccesso di potere del Comune, che si è costituito con l’avvocato Anton Giulio Giallonardi.

LA SENTENZA DEL TAR

“Il regolamento comunale – ha spiegato il Tar – per il rilascio di autorizzazioni al posizionamento di gazebo, pedane, tavoli e sedie su area pubblica antistante di esercizi commerciali, prescrive espressamente che l’attacco a terra, di carattere precario, deve essere costituito da una pedana in legno, aderente al suolo, che nasconda l’ancoraggio terra e raccordi la differenza di quota tra il  piano della strada e quello del marciapiede. È dunque evidente che la realizzazione di una piattaforma di forma rettangolare in calcestruzzo sulla sede stradale antistante l’attività commerciale dell’esponente costituisce una evidente difformità dell’intervento rispetto a quanto autorizzato dal Comune con provvedimento numero 9 del 2016 che, nel rispetto del regolamento comunale, autorizzava la realizzazione sul suolo pubblico di pedane in legno sulle quali posizionare il gazebo, assicurando in tal modo il raccordo tra la quota del piano stradale ed il marciapiede”.

ANGELO BERNARDO FARA’ RICORSO?

“In conclusione – si legge nella sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale – non solo la variante strutturale è stata espressamente esaminata dal Comune nel corso dell’istruttoria prodromica all’adozione dell’ordine di demolizione, ma deve convenirsi con quanto rilevato sia dal Comune sia dalla Regione circa l’irrilevanza di tale atto a sanare l’assenza di idoneo titolo edilizio in quanto atto rilevante ai soli fini del deposito sismico e comunque in contrasto con il regolamento comunale, con conseguente abusività della piattaforma in calcestruzzo poiché realizzata in violazione di quanto previsto dall’articolo 7 comma 2 del regolamento approvato con delibera di Consiglio comunale numero 32 del 2015 e della stessa autorizzazione numero 9/2016”. Ora toccherà al proprietario se proporre o meno ricorso in secondo grado.

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