Basilica della Natività a Betlemme. Restauratori italiani per la grotta dove è nato Gesù

Notizie Internazionali

La Chiesa fu costruita dall’imperatore Giustiniano nell’anno 531 sul luogo dove sarebbe nato Gesù; fu ripetutamente modificata nel corso dei secoli e si ha traccia dell’ultimo restauro che risalirebbe alla metà del 1400 per volontà dell’allora guardiano Giovanni Tomacelli. Nel 2012 la Basilica venne inclusa dalle Nazioni Unite nella lista dei patrimoni dell’umanità in pericolo.

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Si riconferma il primato del restauro italiano nel mondo: ad avere l’incarico di restaurare la Chiesa di Betlemme è stata un equipe di italiani. La chiesa, simbolo della cristianità, è oggi custodita da tre confessioni: la Chiesa greco-ortodossa, quella cattolica latina e la armena diverse e troppo spesso litigiose. Fortemente danneggiata da infiltrazioni d’acqua, incendi, terremoti, e dalla presenza dei visitatori, la Basilica della Natività, che contiene la grotta in cui si pensa sia nato Gesù, ora tornerà nello stato di buona conservazione grazie proprio al team di specialisti italiani guidati da Giammarco Piacenti, come sempre i più qualificati al mondo. I lavori voluti dall’Autorità Nazionale Palestinese, che ha indetto un bando per l’affidamento dei lavori, sono stati affidati all’impresa italiana Piacenti di Prato.

Sono già restaurate le capriate lignee ed il mosaico ed il completamento dovrebbe avvenire a Natale 2016. “La  particolarità dell’intervento nasce già dalla natura dell’edificio che é stato costruito dai migliori progettisti, con la massima tecnologia e materiali di ogni epoca in cui si sia operato su questo manufatto, da Elena a Giustiniano ai Crociati ai Francescani ai Greci. Ognuno ha rispettato i lavori precedenti e conservato fino a noi metodi interessanti e a volte inaspettati”, racconta Piacenti all’Ansa e prosegue: “Alcuni particolari tipo i chiodi sono di dimensione opportunamente calibrata fino a misure di 60 cm di lunghezza e fatti talmente bene che vengono tutti riutilizzati nelle stesse posizioni”. La Chiesa fu costruita dall’imperatore Giustiniano nell’anno 531 sul luogo dove sarebbe nato Gesù; fu ripetutamente modificata nel corso dei secoli e si ha traccia dell’ultimo restauro che risalirebbe alla metà del 1400 per volontà dell’allora guardiano Giovanni Tomacelli. Riporta il sito ufficiale della Basilica: “Il legname, pagato da Filippo il Buono di Borgogna venne trasportato dalle navi veneziane, mentre il piombo per la copertura fu regalato dal re Edoardo IV d’Inghilterra. Un successivo rifacimento a opera dei Greci venne effettuato nel 1671; in questa occasione fu sostituito il legno di cedro con quello di pino come testimoniato dal padre Nau”.

Nel 2012 la Basilica, venne inclusa dalle Nazioni Unite nella lista dei patrimoni dell’umanità in pericolo. Proprio il tetto danneggiato stato la causa del forte degrado degli splendidi mosaici parietali ora anch’essi oggetto di intervento di recupero. La decorazione parietale, è descritta, con minuzia di particolari, dal padre Quaresmi nelle Elucidatio Terrae Sanctae (1626); sempre il sito della basilica riporta: “ Al primo livello, sul lato destro, sono rappresentati San Giuseppe e gli antenati di Cristo secondo il Vangelo di San Matteo, le cui iscrizioni sono in latino. Simmetricamente, secondo la testimonianza del Quaresmi, nel lato sinistro doveva essere rappresentata la genealogia secondo il Vangelo di Luca. Nella seconda teoria, intervallati da fasci di foglie d’acanto, sono rappresentati i sette Concili ecumenici. Nel livello più alto delle teorie troviamo la raffigurazione di Angeli in processione, diretti verso la Grotta della Natività, con fattezze femminili e vestiti di tuniche bianche. Ai piedi di uno di questi Angeli è stata rinvenuta la firma del mosaicista “Basil” di probabile origine siriana.