Stato arreso alla Mafia. Le parole di Piera Aiello dopo la sentenza d’Appello sulla trattativa

Stato arreso alla Mafia. Le parole di Piera Aiello dopo la sentenza d’Appello sulla trattativa

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Stato arreso alla Mafia Piera Aiello, deputata del Gruppo misto e testimone di Giustizia, dopo la sentenza d’Appello sulla cosiddetta trattativa, esclama: “Sono molto stanca perché da quando ho sentito quella sentenza, non riesco a fare più nulla. Sono molto sfiduciata”

Stato arreso alla Mafia per i giudici d’Appello, non costituisce reato. “Questo verdetto non mi ha sorpresa perché l’esito lo sentivo nell’aria. Tuttavia mi ha molto delusa perché non ci volevo credere che andasse a finire così. Consideri che quando ho ascoltato il giudice leggere la sentenza, ho pensato di stare sognando. Come si fa a dire che c’è stata una trattativa ma che questa non costituisce reato? Quando uno tratta con i delinquenti è reato, punto e basta. Basta pensare al fatto che per un normale cittadino basta già essere avvistati e fotografati con un criminale per sentirsi dire che è colluso. Guardi le parole pronunciate in questa sentenza sono un macigno”.

Stato arreso alla Mafia. Qual è il segnale per l’Italia e gli italiani?

“L’Italia in questi tempi ci sta dando tanti segnali brutti e lo sta facendo soprattutto la nostra politica. Durante la pandemia è bastata una circolare per mandare i detenuti al 41bis agli arresti domiciliari nonostante vivono in cella singola e non corrono alcun rischio, a differenza dei detenuti comuni che erano davvero in pericolo. Poi questa sentenza che lascia allibiti. E non è ancora finita. Tra poco dovremo decidere cosa fare dell’ergastolo ostativo che ancora non approda in Commissione Giustizia dove in questi mesi sono arrivate tante altre questioni che sono importanti ma non di certo quanto questa. Un cittadino cosa deve pensare? Che se fai patti con la mafia e vai in galera, non c’è niente di preoccupante perché tanto ti mandano a casa. E cosa dovremmo dire ai ragazzi nelle scuole? Che lo Stato non c’è e che ci sono uomini dell’istituzioni che non fanno il loro dovere? Sinceramente se dovessi andare in una scuola, ora avrei grandi difficoltà”.

Tra gli assolti “per non aver commesso il fatto” c’è l’ex senatore Dell’Utri. Che cosa significa? Come ne uscirà la Procura di Palermo dopo questo verdetto?

“Significa che in galera ci finiscono solo i mafiosi, gli uomini dello Stato no. Da comune cittadina mi viene da pensare che gli organi dello Stato, per qualche ragione, devono essere protetti perché forse hanno qualche forma di ricatto o perché devono proteggere qualcuno. Tornando a Dell’Utri vorrei ricordarle la vergognosa intervista in cui, in modo sprezzante, ha parlato dei magistrati che si sono serviti dei collaboratori di giustizia come se quest’ultimi devono essere denigrati perché non sono affatto attendibili. A questo punto mi chiedo: dove vogliamo arrivare?” –continua- “La procura di Palermo ne uscirà con le ossa rotte. Ora spero che i giudici della Cassazione si leggano tutti gli atti e che facciano le considerazioni giuste. Non sono una giustizialista, eppure mi chiedo se si possa montare un processo, farlo durare tutti questi anni, e fondarlo sul nulla. Perché il magistrato che ha letto la sentenza questo ci ha detto. Voglio essere molto cattiva, ho la sensazione che si stia proteggendo qualcuno. Non sono l’unica a pensarla così. Inoltre mi metto nei panni dei familiari delle vittime di mafia e dico che al posto loro sarei molto arrabbiata perché non si può attendere tanti anni per arrivare a questo tipo di sentenza” conclude Piera Aiello.

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