Annualmente le persone nel mondo muoiono prematuramente per lo smog, generato della mancata volontà politica, nonostante gli evidenti e sconcertanti dati dell’inquinamento sulla salute umana e ambientale. Sono invece numerosi i suggerimenti degli scienziati per “decarbonizzare l’economia”
A causa degli evidenti dati sulle mortalità e malattie causate dell’inquinamento atmosferico si è celebrata la giornata mondiale dell’Ambiente. La domanda che tutti si pongono è: non sarebbe meno esoso per lo stato, in termini economici, intervenire in prevenzione? invece di intervenire con cure sanitarie certamente più dispendiose? La giornata tutta green ricorre ogni 5 giugno e quest’anno è stata celebrata in Cina, il secondo Paese più inquinato del mondo, dopo l‘India. Sarà lanciato un nuovo allarme a governi, industria, collettività e individui e l’appello a passare ad energie rinnovabili e tecnologie green per migliorare la qualità dell’aria nel mondo. Il nuovo pressing della scienza sulla politica, sollecitata a mettere in campo interventi urgenti contro i cambiamenti climatici, soprattutto per tutelare la salute degli europei. L’appello arriva dagli scienziati di 27 accademie degli Stati Ue più Norvegia e Svizzera che, forti di numerosi studi indipendenti, confermano i rischi di un aumento di malattie e di morti premature a causa degli effetti del riscaldamento globale e dell’inquinamento dell’aria. Il rapporto del Consiglio delle Accademie europee delle scienze (Easac) da un lato evidenzia una “gamma allarmante” di rischi per la salute e da un altro i benefici anche economici che si hanno dalla “rapida eliminazione dei combustibili fossili”, cioè dalla decarbonizzazione dell’economia.
I DATI EVIDENTI E SCONCERTANTI SULLA SALUTE
Circa 7 milioni di persone nel mondo muoiono prematuramente ogni anno per lo smog (4 milioni nell’area Asia Pacifico mentre in Europa sono 500.000 riconducibili alle attività umane; in Italia sono 80.000). Secondo gli scienziati dell’Easac le soluzioni sono a portata di mano ma “occorre la volontà politica” che sinora ha trascurato “gli impatti del cambiamento climatico sulla salute“.
GLI EFFETTI SULL’AMBIENTE
Con le emissioni di gas serra attuali, ricordano gli accademici, è previsto per la fine del secolo un aumento della temperatura media globale di oltre 3 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali. Questo espone la popolazione mondiale a cambiamenti climatici senza precedenti (temperature elevate, inondazioni e siccità, inquinamento) con aumento di malattie e di mortalità prematura. Si rischia anche l’indebolimento della sicurezza alimentare e nutrizionale, aumento dell’incidenza e modifica della distribuzione di alcune malattie infettive (tra cui quelle trasmesse da zanzare, alimenti e acqua); un rischio crescente di migrazione forzata. Quindi l’Europa ha responsabilità nell’affrontare i problemi anche al di fuori della propria area.
Fra i suggerimenti gli scienziati promuovono diete più sane e più sostenibili con un maggiore consumo di frutta, verdura e legumi e un ridotto consumo di carne rossa che ridurrà il peso delle malattie non trasmissibili e le emissioni di gas serra.
di Samuele Doganiero
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