Here’s to you, Sacco e VanzettI: quando erano gli italiani a migrare.

Italiani Nel Mondo

Here’s to you, Nicola and Bart, Rest forever here in our hearts. Vi rendiamo omaggio Nicola e Bart, resterete per sempre qui nei nostri cuori. La storia dell’Emigrazione Italiana, della sua nobiltà e delle sue tragedie, al Cineforum Place of Ideas di Un Mondo d’Italiani. Per avvicinare i giovani alle vicende che hanno caratterizzato la diaspora. Appuntamento per Martedì 21 Maggio, alle 17:00, località Terre Longhe, Piazza Giovanni Paolo II, Bojano. L’evento rientra nell’ambito del progetto Molise Noblesse, Movimento per la Grande Bellezza. Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti furono condannati alla sedia elettrica perché italiani in terra straniera…ospite speciale il prof. Giulio de Jorio Frisari dell’Istituto Italiano Studi Filosofici. La riflessione sulle migrazioni e la presenza di giovani migranti

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Here’s to you, Nicola and Bart / Rest forever here in our hearts / The last and final moment is yours / That agony is your triumph. Vi rendo omaggio Nicola e Bart / Per sempre restino qui nei nostri cuori / Il vostro estremo e finale momento / Quell’agonia è il vostro trionfo! Here’s to you è stata composta nel 1971. La musica è di Ennio Morricone, mentre il testo è stato scritto da Joan Baez, riprendendo le parole finali di un discorso di Bartolomeo Vanzetti. E la splendida voce della Baez accompagna le immagini del film “Sacco e Vanzetti” di Giuliano Montaldo, riproposto dal Centro Studi Agorà e dal quotidiano internazionale Un Mondo d’Italiani martedì 21 maggio 2019, alle 17.00, in piazza Giovanni Paolo II a Bojano, con un ospite speciale, il prof. Giulio de Jorio Frisari  del prestigioso Istituto Italiano Studi Filosofici, che parlerà delle relazioni tra storia e letteratura nella vicenda dei due italiani mandati a morire sulla sedia elettrica per il solo fatto di essere italiani in terra straniera. Here’s To You, The Ballad of Nick & Bart è stata poi ripresa da Emma Marrone e Modà per Sanremo 2011, ei due italiani sono stati celebrati da Woody Guthrie. L’evento è organizzato dal quotidiano internazionale UMDI UN MONDO D’ITALIANI diretto da Mina Cappussi, e dal Centro Studi Agorà per Molise Noblesse: il Movimento per la Grande Bellezza; in collaborazione con Gruppo AWA, Karibu e Integramondo, Ippocrates, AITEF Onlus (Associazione Italiana Tutela Emigrati e Famiglie); Servizio Civile Nazionale; Matese Mountain Bike; Matese Arcobaleno; ADIFORM; Via Micaelica Molisana; Attraverso il Molise; Il Pentagramma Associazione Musicale; Comune di Bojano; Comune di Fornelli; Comune di Campodipietra; Comune di Cerro al Volturno; Comune di Limosano; Corredor Productivo (ARGENTINA); Molise Club Melburne (AUSTRALIA); Società Bagnolese Vancouver (CANADA); Museo Diocesano Bisceglie, Trani, Barletta; Associazione Onlus ‘’Il Tratturo’’ Campodipietra; ASMEF; AICCRE Puglia; Pro Loco Cerrese 1982; Borghi d’Eccellenza;  ASMEF. L’appuntamento Martedì 7 Maggio, ore 17:00, in località Terre Longhe, Piazza Giovanni Paolo II, a Bojano (CB). Sarà gratuito e aperto a tutti. Interverrà la prof.ssa Mina Cappussi, direttore del quotidiano UMDI e curatrice del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo, Presentano il dibattito Grazia DE GREGORIO e Kaory Ruggiero. Ufficio stampa Sabina IADAROLA e Grazia DE GREGORIO, segreteria Ilenia PERRELLA, grafica Francesco CICCONE, Area eventi Piermarino SPINA, Amedeo Monaco, Samuele Doganiero, web manager Franco Iadarola, Bartolomeo Alberico, grafica Francesco Ciccone.

SACCO E VANZETTI CON GIOVANNITTI NEL DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DELLE MIGRAZIONI ITALIANE NEL MONDO CURATO DA MINA CAPPUSSI

“Sacco e Vanzetti” – spiega Mina Cappussi – costituiscono un lemma del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo che ho avuto modo di curare assieme a Tiziana Grassi, Delfina Licata, Enzo Caffarelli, Mons. Perego e io stessa ho curato un’altra voce collegata ai due anarchici, la figura del molisano Arturo Giovannitti, cui venne risparmiata la sedia elettrica e che, assieme a Ettor e Tresca, sarà alla testa del Comitato di Difesa di Sacco e Vanzetti. Purtroppo con l’esito infausto che conosciamo. Era importante riportare l’attenzione sulla storia dell’Emigrazione Italiana nell’ambito di Molise Noblesse perché non possiamo e non dobbiamo dimenticare da dove veniamo, chi ci ha preceduto. L’evento di oggi si inserisce in un progetto più ampio, candidato al Patto per lo Sviluppo del Molise, che comprende altri due appuntamenti, uno sulla vicenda di Giovannitti, al quale sarà attribuito il MAW, Molise Award in the World alla memoria e uno dedicato alle interazioni tra anarchia e utopia. L’attualità dell’approfondimento si inserisce nella contestuale riflessione sulle migrazioni che vede oggi l’Italia da terra di emigrazione a nazione di accoglienza. Interessante, dunque, la partecipazione di giovani migranti africani degli Sprar di Campobasso”.

LA VICENDA DI SACCO E VANZETTI

Il 23 agosto 1927, Sacco e Vanzetti sono condannati alla sedia elettrica con l’accusa di omicidio durante una rapina. La faziosità del verdetto suscita proteste in tutto il mondo. Per molti la condanna rientra nella politica del terrore promossa dal Ministro della Giustizia Usa. Nel 1977 il governatore del Massachusetts ammette gli errori fatti nel processo e ne riabilita la memoria. Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti, venivano condannati alla sedia elettrica con l’accusa di aver ucciso, nel corso di una rapina, il cassiere e la guardia giurata del calzaturificio Slater and Morril. I dubbi sulla loro responsabilità e la confessione di un detenuto portoricano che li mostrava innocenti non valsero a nulla: Sacco e Vanzetti furono condannati a morte. Nel penitenziario di Charlestown, a distanza di sette minuti l’uno dall’altro, furono legati alla sedia elettrica e vi persero la vita in un giorno di agosto di oltre 90 anni fa

NEANCHE MUSSOLINI RIUSCI’ A SALVARE I DUE ITALIANI

Quando la condanna a morte fu resa nota, le strade si riempirono di gente, l’opinione pubblica si ribellò duramente, ma senza riuscire a fermare l’assassinio, che si perpetrò dieci giorni dopo. Anche l’Italia fu scossa: Benito Mussolini, nonostante l’ideologia politica assai lontana da quella di Sacco e Vanzetti, si adoperò perché i due italiani fossero risparmiati. Anche numerosi intellettuali, tra cui Albert Einstein e Bertrand Russell, sostennero la campagna per la liberazione dei due. Ma ogni iniziativa fu inutile: Sacco e Vanzetti trovarono la morte su una sedia elettrica, scatenando indignazione e rivolte.

I DUE PROTAGONISTI

Nicola Sacco era un ciabattino della provincia di Foggia; Bartolomeo Vanzetti un pescivendolo del cuneese. Il 23 agosto 1977, a cinquant’anni esatti dalla loro morte, Michael Dukakis, durante il suo primo mandato di governatore del Massachusetts, riabilitò la memoria di Sacco e Vanzetti ammettendo che, nel giudicare i due anarchici, erano stati commessi errori e ingiustizie.

«Al centro immigrazione ebbi la prima sorpresa. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così tanto su chi è appena arrivato in America». E in seguito scrisse: «Dove potevo andare? Cosa potevo fare? Quella era la Terra Promessa. Il treno della sopraelevata passava sferragliando e non rispondeva niente. Le automobili e i tram passavano oltre senza badare a me», dirà Vanzetti al processo, ricordando l’arrivo a New York sulla nave «La Provence» il 19 giugno 1908, quando aveva 20 anni.

IL PROCESSO

La morte di Sacco e Vanzetti volle essere allora, probabilmente, una dimostrazione esemplare. Su di loro si rovesciava il pregiudizio nei confronti degli immigrati: durante il processo, il giudice li chiamò più volte «bastardi». Vanzetti, che conosceva l’inglese meglio di Sacco, pronunciò al giudice queste parole: «Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra, ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole».

«Mai, vivendo l’intera esistenza – Bartolomeo Vanzetti, alla giuria che lo condannò alla pena di morte – avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini»

IL FILM

La storia viene raccontata anche da Giuliano Montaldo nel 1971, in un film che passa alla storia. Nel cast Gian Maria Volontè, Riccardo Cucciolla, Cyril Cusak e Geoffrey Keen. Realizzata quando in Italia era ancora vivo l’eco della strage di Piazza Fontana del 1969 — con l’accusa dei due anarchici Valpreda e Pinelli — la pellicola fa esplicito riferimento a questo avvenimento, anche se il fulcro della narrazione sono i due anarchici italiani.

LA CONFESSIONE

Nemmeno la confessione di un gangster, Celestino Madeiros, che ha ammesso di essere stato lui l’autore della rapina insieme a due complici, porta alla riapertura del processo. Petizioni e manifestazioni si susseguono, in America Latina, negli Stati Uniti, in Europa. Le ambasciate Usa sono assediate. Folle immense manifestano a New York, Detroit, Philadelphia. I funerali sono seguiti da 400.000 persone che portano un bracciale dove è scritto: «La giustizia è stata crocifissa. Ricordatevi del 23 agosto 1927». E’ a causa delle loro idee – che non hanno mai rinnegato durante tutti i lunghi sette anni che hanno preceduto l’esecuzione – che i due militanti sono stati uccisi. Ed è grazie a questa loro fedeltà alle proprie convinzioni che sono entrati nella leggenda.

LA SEDIA ELETTRICA

La sedia elettrica fu introdotta negli Stati Uniti nel 1888 per sostituire l’impiccagione, considerata troppo cruenta. Il tempo massimo di sopravvivenza, legati a una sedia elettrica, è di quindici minuti: durante questo arco di tempo, il condannato, colpito da potenti scariche elettriche, muore per arresto cardiaco o crisi respiratoria.

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