Vermi in un occhio. Notizia shock dagli Usa

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Prima persona contagiata dalla larva “Thelazia gulosa”, solitamente presente nelle mosche dei bovini. La ragazza ha dovuto rimuoverli dall’occhio nei successivi venti giorni, trovandone ben 14. I rischi: se resta nell’occhio per un periodo prolungato potrebbe portare anche alla cecità.

(UMDI-UNMONDODITALIANI) L’insolito episodio proviene direttamente dagli Usa. Una ragazza di ventotto anni, Abby Beckley dell’Oregon sembrerebbe essere una delle prime vittime ad aver contratto un particolare tipo di infezione generato da una larva parassita delle mucche. La notizia, apparsa recentemente sull’American Journal of Tropical Medicine ha destato non poco stupore. La stranezza che renderebbe particolare questo caso, secondo gli esperti, è l’identificazione di questa rara specie di larva che non avrebbe contagiato, mai prima d’ora l’uomo, in quanto unicamente presente nel bestiame, dove si nutre delle proteine presenti nel liquido lacrimale. L’occhio era diventato estremamente gonfio e arrossato e in concomitanza era sopraggiunta la presenza di un forte mal di testa. Subito la ragazza avrebbe notato l’incredibile presenza di piccoli vermiciattoli e si sarebbe recata in ospedale per una visita specialistica e più approfondita. I medici dopo aver constatato la presenza delle larve nell’occhio della paziente, non avrebbero ritenuto opportuno trattarla con terapia antiparassitaria per evitare che eventuali vermi, apparentemente non visibili, potessero morire e rimanere non rimossi all’interno del suo occhio, creando ulteriori possibili problemi alla paziente. La ragazza, quindi, ha dovuto rimuoverli nei successivi venti giorni, trovandone ben 14. Fortunatamente, dopo la traumatica vicenda, non ci sono state particolari conseguenze e il rischio di nuovo contagio è stato scongiurato.

 

Glicemia alta: attenzione alla vista

Il diabete mellito è una malattia che colpisce la retina. Il rischio di retinopatia diabetica aumenta con la durata del diabete perché il danno a livello retinico può essere considerato come espressione di un’alterazione cronica, ma anche la gravità del diabete e una concomitante pressione alta del sangue (ipertensione) facilitano l’insorgenza precoce dei danni della retina. I piccoli vasi che nutrono la parte centrale della retina, la macula, a causa del danno cronico dovuto alla glicemia alta, possono anche iniziare a far lentamente fuoriuscire il liquido (sangue) che passa al loro interno. Questo liquido può quindi accumularsi nella macula dando origine all’edema maculare diabetico.

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