Sbiancamento dei coralli: colpa dell’inquinamento

Ambiente

Tutela dei coralli minacciati dai cambiamenti climatici, arrivano due studi pubblicati sulla rivista Nature. I due studi appartengono uno all’Università australiana James Cook, coordinato da Terry Hughes, e uno dai ricercatori dell’Università canadese della Columbia britannica, coordinati da Waldan Kwong.

(UMDI UNMONDODITALIANI) Gli organismi comunemente noti come coralli, ovvero gli Antozoi, sono una classe di animali del phylum degli Cnidaria. Consistono di piccoli polipi radunati tipicamente in colonie di molti individui simili. Il gruppo costruttori delle barriere coralline tropicali, che, producendo carbonato di calcio sotto forma di calcite, formano il tipico scheletro calcareo. Percepito comunemente come un singolo organismo, il corallo, in realtà è formato da migliaia d’individui identici geneticamente, detti polipi, ognuno grande solo pochi millimetri. Di forma e di dimensione variabili, sono sparsi nelle acque costiere tropicali sono tipiche di acque molto luminose e calde, pur sopportando poco sia le alte temperature che l’inquinamento, che porta, infatti, alla loro morte e, quindi, alla loro sedimentazione.

SALVAGUARDIAMO LA MERAVIGLIOSA FAUNA ACQUATICA

Per salvaguardare queste creature alcuni ricercatori hanno fondato la “Banca dei coralli”, una struttura in grado di  mantenere intatto per secoli lo sperma del corallo. Un aiuto per la tutela dei coralli, minacciati dai cambiamenti climatici, arriva da due studi pubblicati sulla rivista Nature. Il primo ha dimostrato che lo ‘scolorimento’ in massa della barriera corallina avvenuto fra il 2016 e il 2017 è stato accompagnato da un drastico declino delle larve di corallo, pari all’89%. Il secondo ha scoperto che organismi che convivono con i coralli, pur avendo i geni per la clorofilla, non sono in grado di fare la fotosintesi. I due studi sono stati condotti, rispettivamente, dal gruppo dell’Università australiana James Cook, coordinato da Terry Hughes, e dai ricercatori dell’Università canadese della Columbia britannica, coordinati da Waldan Kwong. Le due ricerche dimostrano come l’innalzamento delle temperature medie della Terra incida sulla crescita della barriera corallina, fondamentale per l’ecosistema marino. Lo studio australiano indica, ad esempio, che il fenomeno dello sbiancamento dei coralli, avvenuto quattro volte negli ultimi 20 anni, “potrebbe verificarsi una volta l’anno a partire dal 2044, se il trend del surriscaldamento globale non dovesse cambiare”, sostengono gli autori della ricerca. Anche la fotosintesi potrebbe essere danneggiata dal clima che cambia. E per capire come un aiuto potrebbe arrivare dalla scoperta di piccoli organismi privi di fotosintesi che vivono insieme ai coralli. “Sono i secondi più abbondanti nella barriera corallina e potrebbero aiutarci a capire – conclude Kwong – come muta con il clima l’habitat corallino, e come preservarlo meglio”.